I 5 eventi a cui non puoi mancare nel 2026, tra arte, design e architettura

Biennale pan-africana di architettura 2026  Nairobi, Kenya, dal 1 settembre 2026

Foto di Dwayne joe su Unsplash

L’Uia World Congress of Architects e il centenario di Gaudí a Barcellona Barcellona, Spagna, 28 giugno – 2 luglio 2026 

Sagrada Família: immagini del cantiere in completamento

Art Basel Paris 2026 Paris, France, 23–25 October 2026

Courtesy Art Basel

3daysofdesign 2026 Copenhagen, Denmark, 10–12 giugno 2026

Foto Matteo Bellomo

Fifa World Cup 2026 USA, Canada, Messico, 11 giugno – 19 luglio 2026

Estadio Azteca, Città del Messico. Courtesy Wikimedia Commons

2026 euro: questo è il prezzo che si trova sui siti ufficiali per partecipare alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Milano-Cortina, quella che si terrà a San Siro, lo stadio che forse scomparirà, con partecipazioni come quella di Mariah Carey. Un numero quasi profetico, perché il 2026 è un anno particolarmente performativo, che si sta costruendo davanti ai nostri occhi, tra annunci, date e imperdibili “not to be missed” che spuntano ovunque.   Manifestazioni per gli appassionati d’arte come quella di Venezia, la storica Whitney Biennale di New York, la Gwangju Biennale nella Repubblica di Corea e la sedicesima edizione di Manifesta che si terrà nella regione della Ruhr in Germania, ma anche un pullulare di eventi espositivi legati all’architettura e al design, con edifici attesissimi che inaugureranno in tutto il mondo. E poi, ci sono le manifestazioni sportive che fanno sorgere nuove architetture come le Olimpiadi di Milano-Cortina e le ricorrenze annuali come il Salone del Mobile di Milano e l’inaugurazione del Padiglione della Serpentine che compirà 25 anni – dopo il primo di Zaha Hadid nel 2001, ogni anno cambia il progettista e quello di quest’anno era stato affidato a Marina Tabassum. Domus ha la sua personale lista di eventi, che vi sveleremo man mano durante l’anno. Per ora, però, teniamola semplice con cinque eventi che ogni lettore di Domus non dovrebbe perdersi nel 2026. 

Biennale pan-africana di architettura 2026

Nairobi, Kenya, dal 1 settembre 2026

Karl Henrik Nøstvik, Kenyatta International Convention Centre, Nairobi. Foto Wikimedia Commons

Questo è l’anno delle mostre di architettura. Tra la Biennale di Tallinn, in Estonia, quella di Oslo, e quella di Sharjah negli Emirati Arabi Uniti, è difficile non chiedersi se le geografie della professione si stanno spostando, e i fulcri della ricerca cambiando. La dimostrazione potrebbe essere la nuova grande piattaforma dedicata all’architettura africana che inaugurerà quest’anno a Nairobi, in Kenya. È la prima iniziativa di questo tipo pensata da e per l’Africa, e che coinvolge solo paesi del continente. Parla da sola sulle intenzioni del progetto la scelta della sede principale: il Kenyatta International Convention Centre (Kicc), edificio costruito nel 1973 e simbolo dell’architettura africana post-indipendenza. “From Fragility to Resilience” è il tema scelto dall’architetto somalo‑italiano Omar Degan per questa prima edizione. 

L’Uia World Congress of Architects e il centenario di Gaudí a Barcellona

Barcellona, Spagna, 28 giugno – 2 luglio 2026 

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Sagrada Família: la posa dei componenti della croce che sormonterà la Torre di Gesù Cristo

Il 2026 segnerà il centenario della morte di Antoni Gaudí e il completamento, dopo 145 anni, della sua Sagrada Família. Non a caso, proprio quest’anno Barcellona è World Capital of Architecture secondo Unesco e l’International Union of Architects (Uia) e ospita il congresso annuale organizzato dall’Unione. Nato negli anni ‘30 a Bruxelles per unire le associazioni professionali di architetti a livello mondiale, l’evento include più di 200 relatori internazionali e porta con sé una serie di eventi collaterali diffusi per la città. Soprattutto, è l’appuntamento internazionale dove si definiscono le nuove traiettorie della professione, i temi caldi e le urgenze. Quest’anno, con il titolo di “Becoming. Architectures for a Planet in Transition”, tutto ruota intorno al tema dell’architettura come risposta concreta alle trasformazioni ecologiche, sociali, tecnologiche e culturali del mondo. 

Art Basel Paris 2026

Parigi, Francia, 23 – 25 ottobre 2026 

Art Basel Paris 2025 L'edizione 2025 di Art Basel Paris è attesa dal 24 al 26 ottobre al Grand Palais, il monumentale edificio nato per l'Esposizione Universale del 1900 e oggi una delle sedi espositive più iconiche della capitale francese.

Courtesy Art Basel

Public Program: Palais d’Iéna Il Palais d'Iéna, capolavoro progettato da Auguste Perret e simbolo parigino del modernismo, coniuga la solidità del cemento con l’eleganza del linguaggio neoclassico. In questo scenario prenderà forma 30 Blizzards, progetto speciale dell’artista Helen Marten. L’opera, di forte rilievo, attraversa discipline diverse e convoca esperienze legate all’infanzia, alla comunità, alla sessualità, all’interiorità e alla perdita. L’esposizione si sviluppa in un dialogo tra cinque sculture e cinque video, arricchito da una performance dal vivo ideata insieme al regista d’opera Fabio Cherstich e alla compositrice Beatrice Dillon: una coreografia immersiva che intreccia libretto, immagini, suoni e presenze.

Courtesy Art Basel

Public Program: Place Vendôme Place Vendôme è una piazza neoclassica situata nel I arrondissement di Parigi, celebre per l’architettura elegante, la Colonna Vendôme al centro e i negozi di lusso, in particolare gioiellerie e boutique di alta moda. Si distingue per la regolarità e l’uniformità simmetrica degli edifici che la circondano. Fu voluta da Luigi XIV, con un decreto firmato nel 1686, per ospitare la Biblioteca Reale, le Accademie e una sua statua equestre. In occasione di Art Basel 2025 ospiterà l'installazione gonfiabile di Alex Da Corte.

Courtesy Art Basel

Public Program: Place Vendôme L’installazione dell'artista Alex Da Corte riprenderà l’episodio della parata del Ringraziamento del 1991 a New York, quando il gigantesco pallone di Kermit la Rana si strappò e crollò mezzo sgonfio lungo la Fifth Avenue. Qui, ricreato come scultura gonfiabile, Kermit rimane sospeso in un eterno momento di caduta, tra ironia e malinconia, riflettendo su come le icone collettive assorbano e restituiscano le nostre fragilità.

Immagine: veduta dell’installazione della performance Kermit The Frog, Even di Alex Da Corte, Fridericianum, Kassel, 2024. Courtesy dell’artista e del Fridericianum, Kassel.

Public Program: Avenue Winston Churchill L’Avenue Winston Churchill, che divide il Petit Palais dal Grand Palais, si trasformerà per l’occasione in un museo a cielo aperto, con installazioni di artisti contemporanei realizzate grazie al sostegno della fiera e delle gallerie che li rappresentano.

Courtesy Art Basel

Public Program: Avenue Winston Churchill Il progetto di arte pubblica si terrà lungo Avenue Winston Churchill a Parigi, con opere di Thomas Houseago, Leiko Ikemura, Wang Keping, Vojtěch Kovařík, Muller Van Severen, Stefan Rinck e Arlene Shechet.

Immagine: Stefan Rinck, Camarillo in Disguise, 2025. Courtesy Semiose, Parigi. Foto: Aurélien Mole

Public Program: Cour de l’Hôtel de la Marine L’Hôtel de la Marine è uno dei luoghi simbolo del patrimonio francese. A pochi passi dai Giardini delle Tuileries, offre una vista spettacolare su Place de la Concorde. Progettato nel XVIII secolo da Ange-Jacques Gabriel, architetto di corte di Luigi XV, l’edificio fu inizialmente sede della Garde-meuble de la Couronne, l’ente incaricato di realizzare gli arredi per la reggia, per poi ospitare per oltre due secoli lo stato maggiore della Marina. Spazio carico di memoria, ha attraversato e testimoniato le grandi trasformazioni della Francia, dall’età monarchica fino alla contemporaneità.

Courtesy Art Basel

Public Program: Cour de l’Hôtel de la Marine Nella corte dell’Hôtel de la Marine, Joël Andrianomearisoa presenta una monumentale installazione tessile che intreccia storia, memoria e rituale. Con colori vividi e trame dense che evocano l’abbondanza del mondo naturale, l’opera si apre come un paesaggio immaginario, ispirato a una raccolta poetica di Maurice Ramarozaka. Un lavoro che porta a Parigi la forza simbolica delle fibre malgasce e che si inserisce in una serie già in parte custodita dal Metropolitan Museum di New York.

Immagine: Joël Andrianomearisoa, Les Herbes Folles du Vieux Logis, 2020–2025. Courtesy dell’artista e di Almine Rech. © Studio Joël Andrianomearisoa. Foto di E. Sander. Il progetto sarà presentato all’Hôtel de la Marine di Parigi.

Public Program: Petit Palais Il Petit Palais, situato tra gli Champs-Élysées e la Senna, fu costruito per l’Esposizione Universale del 1900 come padiglione delle Belle Arti, in coppia con il Grand Palais. Progettato dall’architetto Charles Girault, l’edificio combina elementi classici e moderni: un’imponente facciata scandita da colonne corinzie, il grande portale ad arco decorato da sculture allegoriche, e un elegante cortile interno con giardino che richiama i chiostri rinascimentali. Oggi il Petit Palais ospita il Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris, custodendo collezioni che spaziano dall’antichità al XX secolo e accogliendo mostre temporanee di respiro internazionale.

Courtesy Art Basel

Public Program: Petit Palais Julius von Bismarck gioca spesso con l’idea di rischio per mettere in discussione certezze consolidate. In The Elephant in the Room affianca una giraffa tassidermizzata a una statua equestre di Otto von Bismarck, entrambe destinate a crollare e ricomporsi in un loop asincrono: marionette meccaniche che interrogano il ruolo dei monumenti nella memoria collettiva, tra sfruttamento della natura e costruzione del mito politico. Con la serie OOOSB comprime flora, fauna e tracce della civiltà in pannelli stratificati, mentre il video Grenzen der Intelligenzen mostra insetti attratti dalle luci artificiali, metafora di una fragilità disorientata del vivente. Un percorso che ora prende forma nella straordinaria cornice del Petit Palais a Parigi.

Immagine: Julius von Bismarck, The Elephant in the Room (Otto von Bismarck), 2023. Courtesy dell’artista; Alexander Levy, Berlino; Sies + Höke, Düsseldorf. © L’artista, VG Bild-Kunst, Bonn 2025. Foto di Roman März. Il progetto sarà presentato al Petit Palais di Parigi.

Public Program: Chapelle des Petits-Augustins des Beaux-Arts de Paris La Chapelle des Petits-Augustins fa parte dell’École nationale supérieure des Beaux-Arts di Parigi. L’edificio, originariamente appartenente a un convento del XVII secolo, è stato trasformato nel XIX secolo in cappella dell’accademia e oggi rappresenta uno dei luoghi più suggestivi del complesso. Con le sue volte gotiche e la forte valenza storica, la cappella è spesso utilizzata come spazio espositivo, offrendo un contesto unico dove antico e contemporaneo si incontrano.

Courtesy Art Basel

Public Program: Chapelle des Petits-Augustins des Beaux-Arts de Paris Harry Nuriev intreccia arte e design per reinventare il rapporto con gli oggetti quotidiani. La sua filosofia del “Transformism” parte dall’idea di trasformare ciò che esiste in qualcosa di inatteso. In Objets Trouvés, presenta scatole da supermercato colme di oggetti vari, invitando i visitatori a scambiare ciò di cui non hanno più bisogno. Ogni baratto è registrato e alla fine dell’esposizione l’intero processo diventa una pubblicazione. Così, ciò che è scarto si trasforma in reperto, mettendo in discussione il concetto stesso di valore e spingendo a riflettere su cosa scegliamo di conservare, abbandonare o condividere.

Courtesy the artist and Art Basel

Public Program: Parvis de l’Institut de France l Parvis, ampio sagrato antistante l’Institut de France, si affaccia sulla Senna con vista sul Pont des Arts e rappresenta uno degli scorci più suggestivi dell’architettura parigina del XVII secolo ospiterà un intervento dell'artista Ugo Rondinone.

Courtesy Art Basel

Public Program: Parvis de l’Institut de France Ugo Rondinone pone al centro della sua ricerca la pietra come simbolo delle origini umane. the innocent, parte della serie Stone Figures, raffigura un corpo totemico alto quattro metri composto da massi sovrapposti. Collocata sul Parvis de l’Institut de France, l’opera unisce arcaico e contemporaneo in una presenza imponente.

Courtesy the artist.

Le "altre" fiere: Paris Internationale Nel corso degli anni, Paris Internationale si è affermata come un nuovo modello nel panorama delle fiere internazionali di arte contemporanea. Giunta alla sua undicesima edizione, sostiene una nuova generazione di gallerie. Fondata nel 2015, quest’anno si svolge al Rond-point des Champs-Élysées, nel 8° arrondissement di Parigi.

Immagine: Un’installazione di Ad Minoliti a Paris Internationale. Foto © Margot Montigny. Courtesy dell’artista e di Crèvecoeur, Parigi.

Le "altre" fiere: OFFSCREEN Paris Quest’anno Offscreen Paris approda in una nuova sede, la Chapelle Saint-Louis de la Salpêtrière, con una selezione di artisti storici e contemporanei che lavorano con installazioni e pratiche sperimentali legate all’immagine.

In foto: La Chapelle Saint-Louis de la Salpêtrière. Hôpital Pitié-Salpêtrière, AP-HP – Foto: Lympa Architectures.

All'ex Circolo Svedese: Charles Zana Charles Zana aprirà le porte dell’ex Circolo Svedese in rue de Rivoli con In Situ, una mostra che trasforma un appartamento haussmanniano in un percorso tra design, architettura e arte contemporanea. Curata da Paul Calligaro, la mostra presenterà oltre 30 nuove creazioni di Zana insieme a un gabinetto di curiosità personale che include, tra gli altri, Polaroid di Carlo Mollino, pezzi di Ettore Sottsass e opere di Eugène Carrière, rivelando le sue fonti di ispirazione e la sensibilità del collezionista.

Foto: Vincent Leroux. Courtesy Charles Zana.

Le mostre: doppietta per Gerhard Richter Durante le giornate della fiera, l’opera versatile e inafferrabile di uno dei grandi maestri del nostro tempo viene celebrata con una doppia mostra: da un lato la Fondation Louis Vuitton, che propone un evento monumentale con una retrospettiva capace di abbracciare l’intero arco della carriera dell’artista (1962–2024); dall’altro la sede parigina della galleria David Zwirner, che ne approfondisce ulteriormente la ricerca.

Immagine: Gerhard Richter, KI. Badende (Small Bather), 1994. Olio su tela. © Gerhard Richter 2025 (20102025). Courtesy the artist and David Zwirner

Le mostre: MINIMAL Nel contesto della Bourse de Commerce – Pinault Collection, la mostra Minimal esplora l’evoluzione globale e internazionale di un movimento che, dagli inizi degli anni Sessanta, ha radicalmente ridefinito lo statuto dell’opera d’arte.

In foto: Lygia Pape, Ttéia 1, C, 2003-2025. Filo dorato, legno, chiodi, luce. Dimensioni variabili. Collezione Pinault. Courtesy Projeto Lygia Pape. Veduta della mostra “Lygia Pape. Weaving Space”, Bourse de Commerce – Pinault Collection, Parigi, 2025. © Tadao Ando Architect & Associates, Niney et Marca Architectes, agence Pierre-Antoine Gatier. Foto: Nicolas Brasseur/Pinault Collection.

In galleria: Rirkrit Tiravanija La Galerie Chantal Crousel presenta la nuova mostra di Rirkrit Tiravanija, IN ALIENS WE TRUST, che riunisce una selezione di opere recenti, comprese collaborazioni con artisti amici di lunga data. il risultato è una mostra personale in cui l’artista approfondisce la sua ricerca sulle nozioni di comunità e alterità attraverso diversi media: scultura, tele stratificate con giornali e foglia d’argento, e fotografia.

© Rirkrit Tiravanija, 2025.
Courtesy dell’artista e della Galerie Chantal Crousel, Parigi.

In galleria: Daniel Buren Attesissimo anche il ritorno di Daniel Buren a Parigi con la mostra Du Cercle aux carrés, travaux situés et in situ da Mennour

Immagine: Photo-souvenir: Daniel Buren, Fruits d’automne, Île-de-France, 2002. © DB-ADAGP, Parigi.

In galleria: Trevor Yeung Galerie Allen punta tutto su Trevor Yeung. La sua nuova serie, Redundant Lovers (2025), è composta da dieci conchiglie di mitilo dipinte e montate a parete — volutamente sovradimensionate, quasi innaturali. Si tratta di scarti dell’industria della perlicoltura in acqua dolce della Cina sudorientale, che produce la grande maggioranza delle perle mondiali. Trevor Yeung le trasforma con inchiostro e pigmenti minerali, apprezzati perché, a differenza di acquerelli e oli, non mutano nel tempo. Al posto della perla preziosa che forse vi si sarebbe potuta formare, l’artista dipinge cerchi concentrici all’interno delle valve vuote — ciò che lui stesso definisce “resti di speranza e basse aspettative”.

Crediti : Trevor Yeung. 
Courtesy the artist and Galerie Allen, Paris.

In galleria: Paola Siri Renard Da Romero Paprocki va in scena la prima personale parigina di Paola Siri Renard. Tra scheletri di edifici o forse di animali, resti fossili e presenze meccanizzate, fratture ossee e protesi cyborg, l’artista mette in tensione il fragile confine tra natura e cultura, delineando nuove continuità tra immaginari e morfologie che hanno plasmato il nostro passato, presente e futuro collettivo.

Immagine: Paola Siri Renard, Midway Kin, 2025 (dettaglio). Courtesy Kunstverein Ludwigshafen. Foto: Marco Vedana

In galleria: Helene Appel La Galerie Semiose inaugura la collaborazione con la pittrice tedesca Helene Appel con la sua prima personale in Francia. Dal 2000 l’artista dipinge oggetti comuni — gusci, fari, grate, acqua saponata — con un realismo implacabile, riportandoli a grandezza naturale su tela grezza. La sua pratica trasforma la banalità quotidiana in una riflessione radicale sul rapporto tra arte e realtà.

Immagine: Helene Appel, Soap Water, 2025. Acrilico e acquerello su lino. Foto: A. Mole. Courtesy Semiose, Parigi.

In galleria: DS Galerie Alla DS Galerie, il duo Xolo Cuintle (Romy Texier e Valentin Vie Binet) presenta Pulses Within, trasformando lo spazio in una membrana vivente. Sculture e bassorilievi in cemento e gres evocano forme ibride e organiche, al confine tra biologico e meccanico. La mostra mette in scena un universo interconnesso, dove l’architettura stessa respira come un organismo.

In foto: Lupa, 2025. H 198 × L 102 × P 40 cm. Cemento, pino, faggio, acciaio.
Informazioni aggiuntive sull’immagine: veduta della mostra “Chloroplast Machinery” al CAP Saint-Fons. 
Courtesy gli artisti. Foto: Blaise Adilon.

Su Domus l’abbiamo decretato l’appuntamento imperdibile se ti interessa l’arte. Più di Berlino, più di Londra, più di New York e di qualunque altra città europea, Parigi, la capitale dell’impressionismo, dell’Art Nouveau e di grandi musei come il Louvre e il Palais de Tokyo, da qualche anno a questa parte sta vivendo una rinascita, grazie a questa fiera d’arte contemporanea e moderna nata nel 2022 e parte del circuito di manifestazioni nato a Basilea. Nel 2026 Art Basel Paris sarà ospitata al Grand Palais, appena restaurato, e accoglierà più di 200 gallerie da 40 paesi, e si accompagnerà a un numero sorprendente di mostre collaterali: alla Fondation Cartier pour l’art contemporain con la nuova sede progettata da Jean Nouvel, alla Fondation Louis Vuitton che oggi ospita una monumentale retrospettiva su Gerhard Richter e in tanti altri luoghi iconici della città. 

3daysofdesign 2026

Copenaghen, Danimarca, 10 – 12 giugno 2026 

Foto Matteo Bellomo

Il festival diffuso di design scandinavo nella capitale del design scandinavo: per tre giorni, anche nel 2026, Copenaghen si animerà con nuove collezioni, prodotti e prototipi di marchi di design danesi e internazionali diffusi in tutti i quartieri della città. Al contrario di tante altre manifestazioni di settore, l’ingresso è gratuito, in linea con l’idea – tutta Ikea – di un design più che democratico.

Fifa World Cup 2026

USA, Canada, Messico, 11 giugno – 19 luglio 2026

Gli eventi sportivi – l'abbiamo capito con le Olimpiadi Milano-Cortina - sono un fenomeno più che globale, che prende tutto: dalla cultura pop, alla ricerca tecnologica e scientifica. Soprattutto, spesso sono un grande acceleratore per l’architettura. L’edizione 2026 della FIFA World Cup sarà la prima a essere organizzata congiuntamente da tre paesi – Stati Uniti, Messico e Canada – e la prima ad estendersi su una scala continentale. E mentre gli undici stadi messi a disposizione dagli Stati Uniti si estendono per migliaia di chilometri dal Texas al New Jersey, il Messico sta ristrutturando uno degli stadi più storici del mondo: l’Estadio Azteca in Città del Messico, la metropoli caotica che quest’anno ha fatto da sfondo anche alle mostre di Fondazione Prada.

Immagine di apertura: Courtesy Art Basel Paris

Biennale pan-africana di architettura 2026 Foto di Dwayne joe su Unsplash

 Nairobi, Kenya, dal 1 settembre 2026

L’Uia World Congress of Architects e il centenario di Gaudí a Barcellona Sagrada Família: immagini del cantiere in completamento

Barcellona, Spagna, 28 giugno – 2 luglio 2026 

Art Basel Paris 2026 Courtesy Art Basel

Paris, France, 23–25 October 2026

3daysofdesign 2026 Foto Matteo Bellomo

Copenhagen, Denmark, 10–12 giugno 2026

Fifa World Cup 2026 Estadio Azteca, Città del Messico. Courtesy Wikimedia Commons

USA, Canada, Messico, 11 giugno – 19 luglio 2026