“Una macchina per l’arte”: la nuova sede della Fondation Cartier nel cuore di Parigi

L’elasticità e la trasparenza definiscono le qualità espositive dell’edificio haussmanniano ripensato da Jean Nouvel. Per offrire alla città un nuovo centro nevralgico della sua vita culturale.

La Fondation Cartier pour l’art contemporain ha cambiato ufficialmente indirizzo, trovando casa a place du Palais-Royal, nel cuore della Parigi più monumentale, di fronte al Louvre e non lontano dalla Comedie Française, dal Ministero della Cultura e dalla Fondation Pinault, luoghi emblematici della sua vita culturale.
L’edificio che la accoglie, un imponente palazzo haussmanniano in stile secondo impero, è stato grande magazzino, hotel, e fino al 2019 Louvre des Antiquaires, centro commerciale specializzato in antiquariato. Calato anche questo sipario, si è aperto il limbo della stagione dei cantieri. Per arrivare infine alla riapertura di questi giorni: terminate le inaugurazioni, la Fondazione si appresta a ritrovare il proprio pubblico con la mostra “Exposition Générale” (a cura di Grazia Quaroni e Béatrice Grenier), con allestimento di Formafantasma.

The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris. © Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo

Lo svelamento del nuovo edificio, molto atteso, segna un salto di scala per l’istituzione fondata nel 1984, dal 1994 legata all’iconico edificio di Montparnasse disegnato da Jean Nouvel, inclassificabile edificio d’eccezione, scrigno di vetro e acciaio in dialogo con la natura del suo giardino. Con 8.500 mq accessibili al pubblico e 6.500 mq di superficie espositiva, la nuova sede dota la Fondazione di opportunità espositive moltiplicate, rendendo la propria missione inclusiva, legata all’ampiamento del proprio pubblico, finalmente a portata di mano. L’esercizio della continuità, tuttavia, non viene smentito, confermando nella visione e nel segno di Jean Nouvel, che del ripensamento degli interni di questo volume è l’artefice, un linguaggio e un riferimento per traghettare la Fondazione verso questo nuovo ciclo.

The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris. © Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo

“Il concetto di museo non è estensibile all’infinito”: è citando William Rubin, storico curatore del MoMA di New York, che Chris Dercon, direttore generale della Fondazione, introduce in conferenza stampa il dialogo mai sopito tra Nouvel e le forme possibili di una architettura per la Fondation Cartier. Eppure, in questo nuovo contesto la scelta di Nouvel sembra trovare nell’elasticità la chiave per ampliare un possibile raggio d’azione. A rendere possibile una nuova forma di estensione è innanzitutto l’ingegnerizzazione meccanica dell’edificio.

Come far dialogare la Fondazione con Parigi? Come far entrare la storia nel cuore della Fondation Cartier? La risposta di Nouvel è ancora una volta quella della trasparenza.

Cinque piattaforme, distribuite nella navata centrale che attraversa la struttura per una superficie totale di 1250 mq, possono infatti alzarsi e abbassarsi a piacimento, ridisegnando in maniera dinamica il percorso espositivo e le possibilità di messa in valore delle opere. La dinamica di questo esercizio è lasciata a vista, tanto quando si tratta di mostrare la tensione dei cavi che sollevano questi piani, tanto quando, sollevando lo sguardo, la texture meccanica dei piani rialzati permette di coglierne la natura tecnologica.


“Come far dialogare la Fondazione con Parigi? […] Come far entrare la storia nel cuore della Fondation Cartier”? Ecco le domande che segnano l’avvio del discorso di Jean Nouvel, reso disponibile integralmente sulle pagine di Domus, letto da Dominique Alba, direttrice generale di Ateliers Jean Nouvel: l’architetto, in convalescenza, non è purtroppo presente all’inaugurazione.. La risposta di Nouvel è ancora una volta quella della trasparenza. Per far trapelare “il magnetismo parigino del XXI secolo”, Nouvel mette in comunicazione la strada e gli spazi espositivi attraverso ampie vetrate a tutta altezza che corrono lungo il perimetro dell’edificio. Il risultato, segnato da una forte porosità, non permette solo alla luce naturale di penetrare all’interno, ma regala un duplice punto di vista, una duplice interazione tra la vita nella strada e quella nel museo. 

Exhibition view. Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2025. Photo © Marc Domage

Le opere in mostra, raccolte sotto il titolo di “Exposition Générale”, offrono un’opportunità finora mai colta di esporre al pubblico un’ampia selezione della collezione della Fondation Cartier. Un modo per farne emergere la transdisciplinarità che la distingue: uno stare a cavallo tra discipline ridefinendone necessariamente i contorni, ed estendendo la curiosità dell’arte verso territori spesso talvolta non legittimati dalle istituzioni. L’allestimento di Formafantasma si inserisce con grande eleganza tra la pietra di Parigi, il metallo e i pilastri in cemento che dominano gli interni. Senza scegliere la via dell’invisibilità, ma anzi facendo di un’architettura leggerissima di profilati in alluminio e tessuti una nuova esperienza di accompagnamento e dialogo.

Immagine di apertura: The Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2 Place du Palais-Royal, Paris. © Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Martin Argyroglo 

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