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3daysofdesign 2025, la grande vetrina del design scandinavo: 8 brand che ci hanno colpito

I tre giorni del design della capitale danese offrono un’occasione rilassata d’incontro diretto con aziende e designer: abbiamo selezionato le assolute novità di otto brand scandinavi.

Tre giorni intorno al solstizio d’estate per celebrare il design e fare del progetto un’esperienza. A Copenhagen, 3daysofdesign è una fiera diffusa che abbraccia gran parte della città – quest’anno ripartita in otto distretti tematici – e che è riuscita ad accreditarsi tra gli eventi più affermati e ambiti del settore: amato dai visitatori e, soprattutto, dagli espositori sempre più numerosi e internazionali.

“Crediamo che un festival di design debba essere più del semplice lancio di prodotti. Il nostro obiettivo è promuovere la condivisione di conoscenze, il networking, il dialogo, il dibattito, idee innovative e illuminazioni personali”, spiega Signe Byrdal Terenziani che 3daysofdesign l’ha fondato 12 anni fa, con il supporto iniziale di quattro aziende partner: Montana, Erik Jørgensen, ora di proprietà di Fredericia Furniture, Anker & Co e Kvadrat. La prima edizione, nel 2013, era in un vecchio capannone del porto. 

Nikolai Soyka – SALA, Unity, Vestre

Cresciuto tanto da fare quasi concorrenza ad appuntamenti ben più storici e istituzionali, il “fuorisalone danese” spinge a stringere relazioni, a guardarsi intorno, a godersi il momento, un atteggiamento ribadito dal tema di quest’anno “Keep it real”.

3daysofdesign è in pratica il luogo dove, nel giro di tre giorni, a stampa e addetti ai lavori può capitare di essere accolti dal direttore operativo di un marchio giapponese che prepara loro un autentico tè matcha (Daisuke Hironaka di Stellar Works), coinvolti in un workshop di poesia sulla luce (Nuura), ospitati a cena nella orangerie dei giardini reali (da Fritz Hansen con Michael Anastassiades) e di pranzare a bordo di battello, navigando tra i canali della capitale (con Philipp Materna di Ferm Living). Sono occasioni facili per chiacchierare con i designer e gli imprenditori. Un lusso? Forse sì, ma del resto è il design stesso che sta andando in questa direzione, seppure percorrendo molte strade diverse.

Verner Panton, Series 270 F, Verpan

Nonostante i numeri importanti – 45mila visitatori, 600 mostre e 400 brand – 3daysofdesign resta un appuntamento dall’atmosfera rilassata: tutto è a portata di piedi, bici o poche fermate di metro. Per strada, alle presentazioni, al bar Palae (ribattezzato il Bar Basso di Copenhagen per l’elevata concentrazione di italiani) non è insolito incontrare la Ceo e fondatrice dell’evento. Signe Byrdal Terenziani è accogliente ed elegante, indossa vestiti a fantasie floreali che raccontano, meglio di tante parole, la nuova estate scandinava, accelerata dal cambiamento climatico.

Se da un lato, 3daysofdesign è un evento inclusivo e a scala umana, resta però ancora in gran parte dedicato agli addetti ai lavori. Come ribadiscono le molte aziende italiane presenti – Carpanese Home, Foscarini, Fenix, Alpi e Molteni&C per citarne alcune – l’audience, ormai globale, è interessata al progetto e al prodotto. Niente distrazioni o commistioni con la moda o l’automotive, niente grandi installazioni e, soprattutto, nessuna coda. Solo un po’ di food e food design, che però, in questo caso, non fanno che rendere più memorabile l’esperienza.

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