Il nuovo numero di Domus è in edicola, offrendo un'approfondita esplorazione delle attuali traiettorie di architettura e design, con un focus sulle dinamiche sociali e l'imperativo della sostenibilità.
Domus 1102 è in edicola
Il numero di giugno di Domus, curato da Bjarke Ingels, mette al centro il legno come materiale chiave per l’architettura del futuro. Tra gli altri temi, la Biennale di Venezia curata da Carlo Ratti e riflessioni tra natura, tecnologia e nuovi modi di abitare.
A cura di Filippo Cartapani, Shane Dalke
Testo Lindsey Wikstrom
Curato da Filippo Cartapani, Shane Dalke
Testo Shigeru Ban
Curato da Filippo Cartapani, Shane Dalke
Testo Lucas Epp
Intervista Bjarke Ingels con with Chris Precht
Testo Sou Fujimoto
Testo Sou Fujimoto
Testo Jacques Herzog, Pierre de Meuron
Testo Jonas Elding, Johan Oscarson
Testo Sigurd Larsen
Testo Kersten Geers, David Van Severen
Testo Guillermo Acuña
Testo Christian Wassmann
Monica Steffensen
Text Peter Marigold Foto Nacasa & Partners
Testo Onno Adriaanse Foto Onno Adriaanse
Testo Ferruccio Laviani
Testo Chris Kenny
Testo Bjarke Ingels
Testo Bjarke Ingels
Testo Walter Mariotti
Testo Walter Mariotti
Testo Valentina Petrucci
Testo Francesco Franchi
Testo Alessandro Benetti
Testo Alberto Mingardi
Testo Silvana Annicchiarico
Testo Roberto Battiston
Testo Stefano Mancuso
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- La redazione di Domus
- 09 giugno 2025
Al centro di questa analisi si colloca la XIX Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, "Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva.", curata da Carlo Ratti. Il Direttore Editoriale Walter Mariotti dialoga con Ratti sulla sua Biennale, un invito strutturale a ripensare l'ambiente costruito in un'ottica più inclusiva e sinergica, superando la figura dell'architetto come unico creatore. In questo contesto, la sfida climatica viene affrontata con strategie di adattamento lungimiranti, concretizzate in progetti innovativi che fondono tecnologia e natura, delineando nuove direzioni creative per una materia dalla lunga storia. Questa visione di profondo rinnovamento si estende a ogni aspetto del nostro vivere.
Paul Smith, in "Luoghi comuni", riflette sulla dignità delle porte come espressioni di creatività. Parallelamente, Valentina Petrucci e Vittorio V. Alberti, in "La mia città", esplorano la distinzione tra "urbs" (la città fisica) e "civitas" (la comunità), sollecitando a recuperare il pensiero umanistico e il legame tra bellezza e giustizia, elementi fondamentali per una società e un ambiente urbano autentici, al riparo da una "corruzione culturale" che incide anche sull'arte contemporanea. Il benessere e la salute assumono un ruolo centrale: Francesco Franchi, in "Grafica", evidenzia la correlazione tra attività fisica (in particolare l'uso della bicicletta) e la prevenzione della demenza, tema concretizzato in iniziative come "Bike for Brain Health". L'importanza della comunità e di un approccio inclusivo informa anche l'operato di Signe Byrdal Terenziani, organizzatrice del festival "3daysofdesign" a Copenhagen, che ha creato una piattaforma per la condivisione di conoscenze e la sostenibilità nel design.
Approfondendo la relazione tra intelligenza e ambiente, Alessandro Benetti, in "Natura", introduce il lavoro di Stefano Mancuso e la sua ricerca sull'intelligenza delle piante, ridefinendo il nostro rapporto con il mondo vegetale e suggerendo una profonda collaborazione tra natura e tecnologia. Questo principio di armonia e adattamento illumina anche sfide complesse come la povertà abitativa: Alberto Mingardi, in "Elogio del lusso", offre una prospettiva di speranza sui progressi compiuti nelle baraccopoli globali. Il dibattito si estende poi alle memorie dei conflitti e al ruolo dell'arte: Paola Carimati, in "La guerra è finita?", esplora come l'arte possa rappresentare il trauma e celebrare la resilienza umana. L'innovazione si concretizza in progetti tangibili che connettono passato e futuro, come l'installazione veneziana Gateway to Venice’s Waterway della Norman Foster Foundation e Porsche, un manifesto per una nuova mobilità sostenibile.
Nel design di prodotto, Silvana Annicchiarico, in "Talenti", introduce Federico Fiermonte e la sua libreria "Echo", che armonizza rigore nordico e sensibilità mediterranea. La capacità di sfruttare le risorse naturali si rivela cruciale: Roberto Battiston, in "Intelligenza del clima", esalta l'energia solare come risorsa per affrancarsi dai combustibili fossili, mentre Marco Pierini, in "Il museo di domani", argomenta come i musei siano "centri vitali" delle città, rigenerando il tessuto urbano e sociale. La saggezza dei precursori e la ricerca di soluzioni innovative orientano il percorso: Mariotti rende omaggio a Cesare Maria Casati, figura di spicco e già direttore di Domus.
La sperimentazione nel design continua con il progetto "25kg" di Konstantin Grcic, che sfida le convenzioni con oggetti essenziali. La riflessione sull'abitare si spinge persino oltre i confini del nostro pianeta: Valentina Sumini, in "Architettura dello spazio", mostra come l'esplorazione spaziale sia un mezzo per affinare la nostra capacità di migliorare la vita sulla Terra. In questo quadro, la sostenibilità emerge come imperativo etico e strategico: Walter Mariotti ha intervistato Lorenzo Bertelli di Prada, che in "Sostenibilità" racconta come il progetto "Sea Beyond" testimoni l'impegno del marchio nella promozione dell'educazione oceanica. Tutti questi contributi convergono verso un messaggio unificante: il futuro si costruisce attraverso la curiosità, la collaborazione e una profonda comprensione delle molteplici intelligenze, al fine di forgiare un mondo più equo e autenticamente abitabile per tutti.
Dopo le sezioni del diario, entriamo nel vivo del racconto legato ai materiali, sezione curata dal guest editor Bjarke Ingels, che introduce un'esplorazione dedicata al legno. Questo materiale, pur affondando le sue radici nella storia, sta vivendo una straordinaria rinascita, ridefinendo architettura e design. Ingels, nel suo testo "Legno", ricorda come, prima della pietra, fosse il primo materiale plasmato dall'ingegno umano. Oggi, grazie a compositi innovativi e fresatrici automatiche, il legno è un alleato prezioso per la sostenibilità edilizia, con la sua impronta di carbonio negativa. Filippo Cartapani e Shane Dalke, con "Plasma l'architettura da sempre", mostrano come il legno abbia modellato le architetture in ogni latitudine, adattandosi a climi e culture con versatilità.
Lindsey Wikstrom, in "Prepariamoci a città fondate sulle piante", esplora la responsabilità dell'edilizia moderna, sottolineando come l'uso intelligente e sostenibile del legno possa ridurre l'impatto ambientale e migliorare la salute delle foreste. Shigeru Ban, in "Architetto della carta, architetto del legno", condivide la sua esperienza nell'uso innovativo di materiali naturali, dimostrando come la sua ingegnosità possa essere applicata al legno per realizzare costruzioni complesse. Lucas Epp, in "Natura, artigianato, struttura", evidenzia come la rinascita del legno sia legata ai prodotti ingegnerizzati e alla fabbricazione digitale, esortando a immaginare un futuro dove il legno sia un elemento fondamentale di ecosistemi integrati.
Le nuove frontiere del legno si manifestano in progetti emblematici. L'intervista a Chris Precht in "Studio Precht" rivela la sua passione per il legno, radicata nella tradizione alpina, con architetture proiettate al futuro che celebrano l'invecchiamento e la storia. Sou Fujimoto, in "Il cerchio del legno", presenta il monumentale Grand Ring per l'Expo 2025 di Osaka, una delle più grandi strutture lignee al mondo, che simboleggia l'unità nella diversità. Kengo Kuma, con "Legno massiccio in rotazione", porta a Kibi Kogen N Square un edificio in legno lamellare incrociato che crea spazi dinamici. Jacques Herzog e Pierre de Meuron, in "Natura e legno per guarire", dimostrano come il legno possa mitigare l'atmosfera asettica di un ospedale pediatrico.
Elding Oscarson, con "Guscio lamellare", presenta il Wisdome, un ampliamento del Tekniska Museet di Stoccolma, che unisce tecnologia digitale e prefabbricazione. La straordinaria versatilità del legno si manifesta anche in progetti di diverse scale e funzioni: Sigurd Larsen, in "Angoli visivi", propone la Casa sul lago, un centro benessere che si fonde con il paesaggio; Guillermo Acuña, con "Una cornice nella foresta", mostra Casa Detif in Cile, un'abitazione prefabbricata che si inserisce delicatamente nel paesaggio; e Christian Wassmann, in "La casa intorno alla roccia", presenta la Rock'n'House, un osservatorio abitabile integrato con il contesto naturale. Il rapporto intrinseco tra natura e legno è elevato a forma d'arte e a riflessione filosofica. Monica Steffensen, in "Percepire la natura", spinge a un'esperienza sensoriale con il legno, un materiale vivo. L'artista Peter Marigold, con "Spaccare il legno", mette in risalto il gesto primordiale della spaccatura del legno, creando superfici ricche. Ferruccio Laviani, in "Un disturbo digitale in un mobile classico", esplora l'interazione tra macchina e legno in progetti come "Good Vibrations". La materia del legno è protagonista anche nell'opera di Giuseppe Penone, che in "Per fare un albero" scava e scolpisce travi per rivelare la forma "fossilizzata" dell'albero. Infine, Chris Kenny, con "Ramoscelli animati", crea delicate sculture dove natura e artista collaborano.
A conclusione, Bjarke Ingels torna in "Futuro antico" per riflettere sulla "città della consapevolezza" in Bhutan. L'aeroporto di Gelephu, interamente in legno massello, è un esempio tangibile di come l'architettura possa essere radicata nella tradizione e proiettata nel futuro. La copertina stessa del numero, una tavola di rovere Dinesen con una fenditura sapientemente ricucita, celebra la bellezza delle imperfezioni e la maestria artigianale. Il legno, in tutte le sue infinite espressioni, si conferma così il linguaggio unificante, capace di connettere il digitale e il naturale, l'antico e il nuovo, offrendo una chiave per un futuro più sostenibile e autentico. Buona lettura.
Il legno ha dato forma all’architettura attraverso il tempo e la geografia, adattandosi al clima, alla cultura e alle competenze costruttive. In Asia è stato il sostegno di templi slanciati e palazzi imperiali, in Europa la struttura di umili abitazioni e dimore vernacolari. Nelle regioni alpine, era apprezzato per le proprietà isolanti e la disponibilità, nelle zone sismiche per l’elasticità e la resilienza. Dall’antica carpenteria alla contemporanea ingegnerizzazione del legno, ogni innovazione ne ha ridefinito le funzioni: tecnicamente, simbolicamente e strutturalmente. Con l’evolversi dell’edilizia, questa stratificazione di storie continua a dar forma a nuove possibilità di costruire con il legno.
Quale che sia il materiale, l’edilizia moderna ha effetti sia distruttivi sia rigeneranti. Costruire richiede continuamente nuove risorse, e quindi la produzione, la trasformazione e il trasporto di materia da un luogo all’altro. Quelli minerali moderni tendono a deteriorare l’ecosistema di un luogo, migliorando la qualità della vita in un altro. Non è però sempre stato così. Un tempo, boschi e insediamenti urbani venivano progettati insieme, come parti di uno stesso ciclo del carbonio, sostenendosi e tenendosi in vita a vicenda.
Le foreste coprono quasi un terzo della superficie terrestre, creando biomi complessi che cambiano secondo la latitudine e la quota: boreali, temperati e tropicali. Questi vasti ecosistemi ospitano la maggior parte della biodiversità terrestre e hanno un ruolo fondamentale nella regolazione del clima e nel sequestro del carbonio. Mentre l’Europa detiene la quota maggiore della superficie forestale globale, il Sudamerica vanta la più alta percentuale di copertura forestale. Questi sistemi vitali rimangono vulnerabili all’estrazione, alla frammentazione e all’accelerazione del cambiamento.
A volte mi chiamano “architetto della carta”. È un termine usato più comunemente per definire figure come John Hejduk, mio ex professore alla Cooper Union, che ci ha lasciato una serie di progetti visionari mai realizzati. Io, invece, lavoro spesso con la carta in senso più letterale, usandola come materiale per costruire.
L’identità del legno si genera nell’albero. Le varietà dure, che provengono da specie di latifoglie decidue, sono dense e durature: le migliori per l’arredo, i pavimenti e le costruzioni raffinate. I legni teneri, tratti dalle conifere a crescita rapida, sono generalmente più leggeri e facili da lavorare e formano l’ossatura di telai, pannelli e strutture per uso quotidiano. Visto in sezione, ogni tronco svela la sua logica: anelli di crescita, pori e disposizione delle fibre ne rispecchiano specie, età e clima.
Ascesa, declino, rinascita. Per quanto il legno sia uno dei materiali da costruzione più antichi, il suo utilizzo ha conosciuto forti oscillazioni. Là dove le foreste erano nei pressi dei maggiori centri di artigianato, il suo uso si è molto sviluppato: in Cina, i carpentieri della dinastia Tang perfezionarono il sistema di incastri conosciuto come dougong, capace di resistere alle scosse sismiche, mentre in Giappone i raffinati artigiani del tempio di Hōryūji scolpirono alcune delle prime soluzioni di giunti in legno, destinate a resistere nei secoli.
Da uno studio tutto di legno nelle Alpi austriache costruito da loro stessi, il duo austro-cinese realizza progetti che riservano una particolare attenzione a questo materiale, muovendosi tra tradizione vernacolare e sperimentazione.
Costruito con una struttura a griglia collegata dai tradizionali giunti giapponesi detti nuki, il Grand Ring è la costruzione più grande del mondo realizzata in legno.
Negli spazi di coworking e ristorazione Kibi Kogen N Square, i volumi realizzati con pannelli strutturali X-lam sono disposti in modo disallineato. In questo modo, si viene a creare una varietà di ambienti e aperture, oltre a viste diverse e dinamiche
Nell’ospedale pediatrico dell’Università di Zurigo, il legno mitiga l’atmosfera di un ambiente medicale, mentre una serie di corti interne ricche di vegetazione ne amplifica i benefici.
Il nuovo auditorium e spazio per eventi del Tekniska Museet, che collega due ali del museo prima separate, è stato realizzato usando legno lamellare a strati incrociati e microlamellare, e unendo processi digitali di alta precisione alla prefabbricazione.
La Casa sul lago è composta da cinque volumi di legno, distinti e interconnessi, che ospitano un centro benessere e si fondono con il paesaggio boschivo e lacustre.
Elegante e minimailsta, 25 Columns attualizza i cinque punti dell’architettura di Le Corbusier o i principi-guida delle Case Study Houses californiane con un materiale caldo e tradizionale come il legno.
Immersa nella vegetazione tropicale, Casa Detif è stata montata in brevissimo tempo, usando pino locale pretagliato con frese a controllo numerico
Costruita attorno a una roccia millenaria, la Rock’n’House è un osservatorio abitabile di legno prefabbricato, ma anche una centrale elettrica solare
Il legno è un materiale vivo. Racchiude la storia del tempo, del suolo, del clima e delle stagioni. Nell’architettura e nel design porta calore, profondità e una presenza tranquilla e sensoriale. Il legno ha il potere di dare forma a spazi che si percepiscono come radicati e aerei allo stesso tempo, luoghi che respirano con chi li abita. La sua superficie risponde alla luce in modo sottile e mutevole; anche in una fotografia si possono percepire le sue venature, la sua consistenza e la temperatura
La collezione di mobili Cleft mette in risalto lo spettacolare gesto della spaccatura del legno creando una superficie ricca e decorativa, che mette in rilievo venature e nodi.
Tre collezioni assecondano le caratteristiche di una materia viva e per questo imprevedibile come il legno: Hedera s’ispira ai rampicanti, Dawn gioca con i gradienti di colore e la dissolvenza, Timber rivela le origini naturali di nodi e venature
Good Vibrations unisce tecnologia digitale, artigianato e un materiale senza tempo come il legno.
Esili sculture di ramoscelli, le opere della serie Twigs instaurano una collaborazione tra natura e artista, in parte spontanea, in parte progettata.