Ripensare l’ufficio contemporaneo

È meglio lo scivolo di Google o l’ambiente grigio e noioso di Lensvelt? Alcune riflessioni sul progetto dell’ufficio rimandano al focus pubblicato su Domus di marzo.

New Order series by Hay, 2018

“Lo state usando nel modo sbagliato”. Non che fosse un segreto, ma a ribadire l’abuso che stiamo facendo dell’iPhone è arrivato anche il suo creatore Jonathan Ive. Nato con la motivazione di allontanarsi il più possibile dai cellulari deprimenti in circolazione fino al 2007, è diventato un accessorio utilizzato quasi esclusivamente per le condivisioni sui social network. Potrebbe essere l’ufficio ambulante più piccolo ed efficiente del mondo, ma lo si preferisce insomma per le sue funzioni ricreative.

Un destino che di pari passo all’esplosione di Facebook ha interessato anche la progettazione degli uffici aziendali. Che in 15 anni sono passati da “uffici” a “workplace”, un luogo dove si fa esperienza di lavoro. Con nicchie per esigenze di privacy, screen semitrasparenti, aree di decompressione in cui non è raro trovare videogiochi cabinati e flipper. La teoria che sostiene questa evoluzione domestica degli ambienti da lavoro fa leva su ragioni di efficienza e benessere: su cosa agire cioè per ottimizzare le superfici e rendere più felice, e dunque produttivo, il personale. In un salto temporale che va dai cubicoli alienanti di Jacques Tati siamo giunti all’Umanesimo dell’ufficio, con spazi freschi e anti burocratici, devitalizzati del loro status impersonale più classico. Un po’ casa e un po’ hall di un albergo, transitori come le aree partenze e arrivi di un aeroporto. Corredati dall’utilizzo positivo del colore e da moltissimo verde.

Sembra una conquista recente, e invece non è nemmeno una pratica così nuova. Nel film del 1980 Dalle 9 alle 5 orario continuato si compie un miracolo altrettanto clamoroso: dopo avere segregato il capo, tre impiegate procedono a rivoluzionare l’atmosfera tossica dell’ufficio attraverso la promulgazione di leggi democratiche e interventi di interior decoration fortificanti dello spirito. Il risultato aumenta la produttività, però quella era fiction. Ma tra corsi di digital detox, perché nemmeno con le mani legate si riesce a smettere di controllare le notifiche dello smartphone, ha ancora senso oggi proporre nell’ufficio distrazioni come lo scivolo di Google? O anche solo qualcosa di simile al divano di casa? Più di cinque anni fa, Hay provò a dare uno scossone a queste consuetudini con il progetto New Order, risolutivo già dal nome. Il ritorno all’ordine danese era assicurato da una serie di scaffalature modulari sufficientemente minimali da arrecare danno allo stile familiare di molti spazi lavorativi. Disegnata da Stefan Diez, alla recente Stockholm Furniture & Light Fair New Order si è ulteriormente ampliata e rarefatta nei colori. Segno di una volontà di mimetizzazione ancora più pronunciata che in passato.

Boring Collection by Lensvelt


Il marchio che è giunto però fino al punto di affermare che è tempo di vera restaurazione è un altro, l’olandese Lensvelt. Lo disse al Salone del Mobile nel 2016 e torna a ribadirlo ora mettendo finalmente in vendita la premiata Boring Collection, premiata con il Milano Design Award. Mobili e attrezzi per ufficio ritornano grigi e noiosi come la scocca di un computer prima maniera, quando i bisogni del dipendente erano l’ultimo dei problemi. Inequivocabile nel suo messaggio: prima il dovere e poi il piacere. E solo dopo le 17. L’ora classica per il timbro del cartellino del mondo impiegatizio è l’unica tacca presente nel riquadro dell’orologio da parete della collezione.

A guardare il pacchetto da 1.000 euro Set #1 – composto da scrivania, gettacarte, sedia con ruote e armadietto – viene in mente la rigida disciplina zen dello scrittore Jonathan Franzen che, per concentrarsi a dovere, ha leggendariamente provveduto a bloccare l’accesso a Internet del suo computer. La Boring Collection è senz’altro una critica estrema alle concessioni ludiche degli spazi lavorativi contemporanei; tuttavia, il fatto che l’arredo di molte delle imprese creative dove sono applicate assomigli al set della sitcom Friends, ne rafforza il suo messaggio di urgenza. Che sembra non essere passato inosservato a guardare gli uffici scabri che Atelier Barda ha inaugurato a fine 2017 per Ssense, una piattaforma online di prodotti di moda con base a Montreal. Come si confà ai regolamenti attuali della buona progettazione, Barda non ha rinunciato a creare un’oasi verde, ma il resto dello spazio è un omaggio alla struttura industriale del magazzino originario. Mobili di acciaio su misura compresi.

Lo stile di un luogo influenza indubbiamente anche le prestazioni lavorative, sembrano dire queste proposte. E recarsi in un posto che per assonanza ricorda la destrutturazione vitale di un loft può di conseguenza allentare l’attenzione generale. Sarà pure una società liquida dove spuntano spazi di co-working in ogni angolo della città, ma pochi di questi rinunciano a un contributo sonoro il cui fastidio non richieda l’uso di un paio di auricolari. E ancora, la decisione presa pochi giorni fa di consentire ai dipendenti dell’ufficio cultura del Comune di Genova di portare i cani in ufficio, è pet friendly fino a quando lo stress non colpisce il vicino di scrivania che non ha piacere di averli nei paraggi. E non è che a casa, quella vera, tutto funzioni meglio. In I work from home, un pezzo umoristico di Colin Nissan per il New Yorker, un uomo che lavora a domicilio è il protagonista di una disperata telefonata d’emergenza: non si ricorda se ha mangiato oppure no, se il materassino per lo yoga è veramente il suo, perché ha ancora il pigiama addosso quando è sicuro di avere messo i jeans. L’operatore lo rassicura, presto manderà una squadra di soccorso. La separazione impossibile tra ufficio e living room può essere deleteria, gli dice. Figurarsi invece quando uno studio di architettura li mette assieme volontariamente.

Ultimi articoli di Design

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram