Achille Castiglioni progettava giocando? Lo racconta una mostra a Milano

Alla Fondazione Achille Castiglioni l'ars ludens come design thinking, con “Gioco e Progetto. Progetto è Gioco”.


Achille Castiglioni, tra i tanti maestri del design che abbiamo avuto, è stato sicuramente quello che più di tutti attuava quotidianamente un metodo di progetto e di ricerca fatto innanzitutto di scoperta, di curiosità, divertimento e ironia che non toglievano nulla alla razionalità del pensiero, alla funzione dell'oggetto, all'efficacia di un'azione, anzi amplificavano i risultati rendendoli prima desiderabili e poi memorabili.

Altri si sono cimentati con questo tema, da un punto di vista professionale oltre che personale: Bruno Munari, il più sofisticato, con i suoi laboratori per lo sviluppo di un metodo pedagogico o a Enzo Mari, più pratico, con progetti di giochi e libri per bambini. Ma come Castiglioni (insieme ai suoi fratelli) non ce n'è: tutti i giorni, in quasi tutti i progetti, "giocava" letteralmente a fare il designer.

Insetti giganti per il padiglione Montecatini sala degli antiparassitari per l'agricoltura, fiera di Milano, 1955, di A.e P. G. Castiglioni, grafica Michele Provinciali. Cpurtesy Fondazione Achille Castiglioni

Il gioco è per definizione una libera attività senza interessi nascosti o fini pratici, se non il piacere della ricreazione e dello svago, singolo o plurale, con conseguenze però anche formative e di sviluppo manuale e intellettivo. Huizinga, nell'Homo Ludens (1938), definiva il gioco come fondamento preculturale di ogni civiltà per l'organizzazione sociale.

Giocare, to play in inglese, vuol dire mettere in gioco, mettere in atto, mettere in azione, attivare qualcosa: che sia però gioioso, con un senso di levità, per un passatempo spensierato.

In italiano come in francese il gioco, "jeu", contiene il pronome "io", che poi non è altro che il punto di partenza e di arrivo di questa attività che da bambini serve a diventare adulti e da adulti serve a ritornare bambini, come una macchina del tempo troppo spesso sottovalutata.

L'etimo riconduce anche al termine "gettare" (dalla radice "jak", per "iactare") che con la parola "progetto" molto - se non tutto - ha a che fare.

Quindi, giocare è un po' come progettare. Il progetto è in effetti un continuo formulare ipotesi e riformulare verifiche per approssimarsi a una soluzione. Non esistono regole rigide, ci sono solo indicazioni per gestire le intuizioni. Ogni sbandata creativa è contemplata, perché può sempre aggiungere delle novità inaspettate e interessanti alla logica necessaria di un processo.

Costruzione in equilibrio di tavoli Leonardo, realizzata per la mostra itinerante "Achille Castiglioni Designer" dal 1984 al 1986. Progetto di A. Castiglioni. Courtesy Fondazione Achille Castiglioni

Con queste premesse, la Fondazione Achille Castiglioni ha provato quindi ad indagare direttamente il tema del gioco e delle sue connessioni con il lavoro del designer. Seguendo questo leitmotiv, ogni spazio di quello che era il suo campo da gioco indaga un aspetto di questa relazione.

All'ingresso si viene accolti da un omaggio di uno dei più illustri illustratori in circolazione, Carlo Stanga, che ridisegna gli oggetti di Castiglioni su pannelli che definiscono delle quinte di un teatro per marionette: sono personaggi gioiosi che salutano giocosi.

Entrando in questo mondo delle meraviglie, ancora più Wunderkammer che mai, nella prima stanza si trova parcheggiato "un caravanserraglio traboccante di vibranti giochi curiosi”, carico di una vasta collezione oggetti divertenti, iniziata da Achille e poi continuata dai figli Giovanna e Carlo. Ci sono caleidoscopi stratosferici, meccanismi sonori, oggetti volanti, strumenti sapienti che strizzano l'occhio allo svago ma che sono frutto di intelligenze progettuali tipologiche e interattive.

La voglia di impugnarli e giocare è irrefrenabile e alcuni sono lì proprio per quello.

Altri si sono cimentati con questo tema [...] ma come Castiglioni (insieme ai suoi fratelli) non ce n'è: tutti i giorni, in quasi tutti i progetti, "giocava" letteralmente a fare il designer.

Nel ventre di questo grande volume su ruote, seminascosta come un insieme ancora più prezioso, c'è una sorprendente collezione di trottole, gioco antichissimo, tanto semplice - nel gesto, nell'attività e nella meraviglia - quanto complesso - nel giusto slancio, nel bilanciamento del corpo e nella durata della rotazione. Uno di quei giochi che anche ogni adulto non perde occasione di attivare, per un salto nel passato più remoto o nel futuro più prossimo.

Nella cosiddetta "stanza dei prototipi", da cui di solito si comincia con il racconto sulla progettazione, sono presentati i lavori reali e realizzati dai Castiglioni traendo ispirazione proprio da alcune attitudini ludiche, come il salto di scala, l'accumulazione, il disorientamento o la cinematica. Sono soprattutto allestimenti per la Fiera Campionaria o oggetti di disegno industriale, in cui dettagli o poetica alludono a quella ricerca tipica dei progetti "alla Castiglioni".

Passeggiando tra le stanze, si ripassa dalla "sala dello specchio" che già per questa superficie riflettente è il luogo più emblematico dello studio, con un gioco visivo appunto, di illusione e disorientamento divertente. Ma qui, lungo una storia decennale, sono state collocate anche le celebri vetrinette, cariche di tantissimi oggetti anonimi, tecnici, inventivi - tra cui molti gadget e giochi - raccolti in una vita appassionata. Per la prima volta questi oggetti escono da questi contenitori carichi di "kaos" e mostrano il loro "kosmos", secondo un ordine di principi ben precisi e che chiarifica il mondo delle idee di Castiglioni.

Infine nella sala delle riunioni si ritrovano i “compagni di gioco di Achille”, opere di progettisti affini e soprattutto amici (tra cui Munari, Mari, Aoi e Max Huber, Charles e Ray Eames) che nella professione, come nella vita, hanno fatto del loro "spirito dell'infanzia" uno spirito guida caratteristico, più o meno dichiarato e avverato.

Costruzione geometrica meccanica luminosa, padiglione Rai Fiera di Milano 1956, di A.e P. G. Castiglioni, grafica di Heinz Waibl, disegni Giancarlo Iliprandi. Courtesy Fondazione Achille Castiglioni

Visitare questa mostra, corredata di foto personali e aneddoti famigliari che sono un manifesto di una vita e di una professione che fortunatamente tutti ammirano, immerge il visitatore in un universo parallelo in cui è facilissimo scivolare per tornare indietro nel tempo, ritrovando giochi che ognuno riconosce secondo le sue esperienze e ricordi che hanno fatto crescere divertendosi.

Prenotate il vostro turno e preparatevi a imparare a giocare con intelligenza e spensieratezza insieme, per liberare progressivamente attimi di felicità seguendo l’invito di Achille che ricordava di "non prendersi troppo sul serio".

Immagine di apertura: Radio Fuoriscala pronta per essere appesa all'esterno della Triennale di MIlano per la 15° Mostra Nazionale della Radio del 1948. Progetto A.e P.G. Castiglioni. Courtesy Fondazione Achille Castiglioni

Mostra:
Gioco e Progetto. Progetto è Gioco.
Dove:
Fondazione Achille Castiglioni Piazza Castello 27, Milano
Date:
dal 28 maggio 2025 al 27 maggio 2026

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