È fin dall’era del Moderno che l’architettura dei luoghi in cui viviamo o lavoriamo si è arricchita di una componente tecnologica, fondamentale nel creare un ambiente sano e confortevole, e oggi responsabilizzata del rendere quel comfort anche sostenibile.
È una componente tanto centrale che quasi da subito ha finito per determinare essa stessa l’architettura e la sua forma: “The Architecture of the well tempered environment”, si può dire, prendendo in prestito il titolo del libro scritto nel 1969 dallo storico e critico Reyner Banham. Una componente che ha preso sempre di più il suo spazio, pur scegliendo ogni volta se rendersi visibile o nascondersi: i precursori della prima “squadra” – che è poi quella che portata all’estremo ha creato l’architettura d’impianti a vista del Centre Pompidou – sono progetti che vengono proprio dal moderno, basti pensare ai radiatori in vista sotto le finestre della villa Tugendhat di Mies van der Rohe, o a quelli che in certe case di Le Corbusier partecipano alla composizione dei volumi in gioco nello spazio.

Mostrarsi, nascondersi, o partecipare attivamente nella definizione del paesaggio visuale dei nostri interni quotidiani: è su questa ultima traiettoria che si colloca il design di Monica Alegiani e Vanessa Massacci espresso in due nuovi progetti firmati Cordivari, i ventilconvettori Run e Seven Lines. La gamma di questi fan coil caldo/freddo ultrasottili ha scelto di esprimere attraverso un pattern materico la sua presenza che dialoga con lo spazio della casa.
Il ventilconvettore Run si distingue per la raffinata sequenza di linee verticali che percorrono la superficie frontale, dando vita a un gioco simmetrico di luci e ombre. È un ritmo visivo che va alla ricerca di un'eleganza discreta, che si integra con naturalezza nei più diversi contesti dell’arredo contemporaneo. Nel modello Seven Lines, invece, il fronte elabora il partito visuale uniforme del Run e punta su un’estetica moderna, minimalista e allo stesso tempo tesa da un ritmo serrato: le scanalature si alternano a superfici lisce in un motivo che si ripete, evocando un senso di armonia e di equilibrio formale, particolarmente affine a quelle situazioni di progetto in cui si punta ad una simbiosi di funzionalità ed estetica.

Run e Seven Lines si collocano come nuovi capitoli in un rapporto che da tempo unisce Cordivari ad una dimensione di ricerca: un rapporto rappresentato dai dieci anni del Cordivari LAB, dove ogni prodotto o sistema è testato perché le sue prestazioni vengano certificate in conformità a norme europee come le nuove ErP Ecodesign, e che rende l’azienda l’unica in Italia a poter eseguire internamente i test. Ma anche un rapporto che si esprime nei progetti firmati per Cordivari da nomi di primo piano del design come Jean Marie Massaud e Simone Micheli, e viene confermato dai numerosi riconoscimenti che Run e Seven Lines hanno già ottenuto a livello internazionale, come l’Archiproducts Design Award, lo European Product Design Award, il Big See Product Design Award, e la selezione nell’edizione 2024 ADI Design Index, l’anticamera dell’ambìto Compasso d’Oro.

La componente più intangibile – se non per i risultati che garantisce ­– di Run e Seven Lines è invece quella che unisce estetica e intelligenza in una gestione totalmente flessibile: accensione, temperatura e velocità del flusso si regolano dal termostato di comando integrato, ma anche da smartphone tramite una app, che orchestra la prestazione di ogni terminale sia in modalità stand-alone sia in gruppi o livelli, e dialoga con il sistema a pompa di calore sempre firmato Cordivari; un termostato wi-fi on-board, consente questa gestione denominata IoT.
Il cuore tecnologico combina motore brushless Dc Inverter ad alta efficienza, interfaccia touch integrata e ventilazione perimetrale che massimizza il comfort in riscaldamento, raffrescamento e deumidificazione, top e isola comandi in ABS e scocca in alluminio riciclato, personalizzabile in 80 colori tramite la cartella Color System Cordivari Design, tra tinte lucide, opache e materiche: è il codice fisiologico di questa macchina dialogante, che fonda sul rapporto con l’architettura di interni la sua identità.