Contro il logorio dell’uggiosa stagione autunnale e il freddo dell'inverno, una giornata fuori città all’insegna dell’arte contemporanea può essere un’ottima idea. Non che a Milano la programmazione di gallerie e musei mostri segni di cedimento - tra le fotografie di Man Ray e il fantastico e magico mondo dei dipinti di Leonora Carrington a Palazzo Reale, gli slideshows di Nan Goldin al Pirelli HangarBicocca, l’universo cinematografico di Alejandro G. Iñárritu alla Fondazione Prada, la XXIV Triennale Inequalities che volge al termine, e il nuovo progetto della Fondazione Trussardi a Palazzo Morando dedicato alle pratiche artistiche ispirate all’invisibile – ma ci sono molte mostre di arte contemporanea a meno di due ore di distanza da Milano che vale la pena scoprire.
Le mostre da vedere a Milano e dintorni questo inverno
Non solo Milano: da Monza a Bergamo, da Cremona a Lodi fino a Torino, si inaugura una stagione di mostre e progetti che mette in luce le direzioni dell’arte contemporanea.
UR-RA – Unity of Religions – Responsibility of Art di Michelangelo Pistoletto, Reggia di Monza, Terzo Paradiso – Foto Marco Beck Peccoz
Yannis Bournias, Evening in the Pool, fine art print, 2025, 110x165cm
Massimo Bartolini 100 giorni immagini dell’installazione Massimo Bartolini 100 giorni, 2025. Courtesy San Carlo Cremona e l’artista. Con il contributo di massimodecarlo. Ph: form group - Andrea Rossetti
Jeff Koons Antiquity Uli Courtesy of the artist and Two Palms, NY
Veduta dell'allestimento, “Prampolini Burri. Della Materia” Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, Lugano, Svizzera Foto: StudioFotoEnricoCano
Atelier dell’errore. TEN, GAMeC, Bergamo, veduta dell'installazione, foto Lorenzo Palmieri
Vashish Soobah, Chez-Moi Courtesy l’artista e Platea
Installation view Alice Neel. I Am the Century, Pinacoteca Agnelli Torino, 2025. Image Courtesy Pinacoteca Agnelli, Torino © The Estate of Alice Neel Ph. Credit Sebastiano Pellion di Persano
Electric Dreams. Art & Technology Before the Internet, OGR, Torino
Kari Medig, Lesotho, AfriSki, 2021
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- Carla Tozzi
- 04 novembre 2025
Dall’installazione di Isaac Julien a Palazzo Te, già segnalata tra le mostre imperdibili dell’autunno 2025, ai progetti espositivi che hanno appena preso il via a Torino in occasione di Artissima, fino a un inaspettato Jeff Koons in provincia di Piacenza: Domus ha selezionato dieci mostre da vedere nei prossimi mesi tra Milano e le città che le girano intorno.
Immagine di apertura: Jeff Koons Gazing Ball Manet Olympia Courtesy of the artist and Two Palms, NY
Con UR-RA – Unity of Religions – Responsibility of Art, alla Reggia di Monza si apre un dialogo profondo tra arte e spiritualità attraverso la visione di Michelangelo Pistoletto, con la curatela di Francesco Monico. La mostra, in programma dal 1° novembre 2025 al 31 ottobre 2026, mette in scena un percorso immersivo pensato specificamente per i suggestivi spazi della villa progettata dall’architetto Giuseppe Piermarini: dalle prime tele del 1957, ai lavori più recenti del maestro, incentrati sul tema della spiritualità, fino al nuovo Terzo Paradiso nei Giardini Reali. Con Michelangelo Pistoletto e i rappresentanti delle secolari tradizioni di Induismo, Ebraismo, Cristianesimo e Islam, questo progetto espositivo rilancia la domanda su quale forma possa avere oggi il sacro nell’arte. Se un tempo l’arte era già atto spirituale, ora diventa spazio di mediazione e ascolto, dove le differenze convivono senza confondersi. In questo senso, il concetto di “pace preventiva” di Pistoletto è la condizione per immaginare un futuro condiviso.
Nella mostra A Manual for Solitude, alla Galleria Giampaolo Abbondio di Milano dal 29 ottobre 2025 al 30 gennaio 2026, il fotografo greco Yannis Bournias trasforma la solitudine in esperienza estetica e spazio mentale. Ispirato al brano In a Landscape di John Cage, il progetto costruisce un percorso visivo fatto di immagini sospese e silenzi interrotti, dove la calma apparente nasconde una tensione costante. Nelle fotografie di Bournias città sospese e interni abitati da presenze isolate sono luogo di esplorazione delle vulnerabilità del corpo e delle fragilità dello sguardo. Con una scrittura visiva che evoca le perturbanti atmosfere di David Lynch, Bournias indaga il confine tra documentazione e finzione, restituendo una dimensione fisica e spaziale della solitudine.
Nella chiesa sconsacrata di San Carlo a Cremona, Massimo Bartolini presenta 100 giorni, un’installazione che riflette sulla tensione tra luce e oscurità, collettivo e individuale. All’ingresso, una grande luminaria siciliana spenta costruisce un’architettura sospesa, fatta di geometrie modulari che evocano la festa assente: la luce diventa materia e memoria, la celebrazione si congela tra attesa e fine. Nell’abside, un neon rosso accende due frasi tratte dai graffiti del carcere di Pizzighettone, restituendo voce all’anonimo e intimità allo spazio sacro. L’opera si articola come una doppia soglia: da un lato la luce collettiva negata, dall’altro la parola individuale che si accende. In questo equilibrio tra visione e immaginazione, Bartolini trasforma la chiesa sconsacrata in un luogo di risonanza silenziosa, dove l’assenza diventa presenza e la luce, pur spenta, continua a raccontare.
Con Balloons & Wonders, Jeff Koons arriva a Fiorenzuola d’Arda con un evento di portata internazionale, curato da Luca Bravo e promosso da Deodato Arte e Comune di Fiorenzuola. La mostra, in programma fino al 6 aprile 2026, propone un percorso immersivo tra le opere più iconiche del maestro della neo-pop art: dai celebri Balloon Dog, Balloon Rabbit e Balloon Swan alle serie Gazing Ball e Antiquity, in dialogo con la tradizione classica. Koons, artista dei record, trasforma oggetti banali in icone di desiderio e specchio della società contemporanea. Come sottolinea Bravo, “Koons non consola né denuncia, ma ci riflette”: nelle sue superfici lucide si specchia la nostra cultura del consumo e del narcisismo.
Il MASI Lugano dedica la mostra Prampolini / Burri. Della materia al dialogo tra due protagonisti dell’arte italiana del Novecento, Enrico Prampolini e Alberto Burri, curata da Marco Scotini. Il percorso, che attraversa oltre cinquant’anni di sperimentazione, indaga il ruolo della materia come linguaggio e pensiero: dal dinamismo costruttivo e dalle astrazioni biomorfiche di Prampolini, alla poetica delle combustioni e dei cretti di Burri. La mostra evidenzia una continuità inaspettata tra l’utopia futurista e la riflessione postbellica, restituendo la materia come soglia tra energia e forma, distruzione e rigenerazione. Opere storiche, documenti d’archivio e installazioni dialogano in un allestimento che mette in luce la tensione tra sperimentazione e spiritualità, al centro della loro visione artistica.
Alla GAMeC di Bergamo, dal 4 ottobre 2025 al 18 gennaio 2026, la mostra Atelier dell’Errore – TEN ripercorre oltre dieci anni di attività del collettivo fondato da Luca Santiago Mora, nato come laboratorio di arti visive per bambini e bambine neurodivergenti e oggi realtà artistica riconosciuta a livello internazionale. Il percorso, articolato tra Spazio Zero e le sale del museo, presenta dipinti, disegni, video e installazioni che incarnano i due principi guida del gruppo: Animali ed Errori. Le creature dell’AdE – ibride, polimorfe, in continua metamorfosi – trasformano l’errore in linguaggio e l’immaginazione in territorio condiviso. Tra i nuclei principali, la nuova serie Unknown Pleasures, dedicata al tema della sessualità.
Platea – Palazzo Galeano di Lodi presenta Chez moi, personale di Vashish Soobah (Catania, 1994), curata da Gabriella Rebello Kolandra, e quarto capitolo del programma Nine Out Of Ten Movie Stars Make Me Cry. La mostra riunisce un nuovo video realizzato a Mauritius nel 2025 e un’installazione site-specific pensata per lo spazio di Platea. Partendo da una storia familiare, Soobah riflette sul significato di casa come luogo affettivo e mutevole, segnato da memorie diasporiche e identità ibride. Il cibo, e in particolare la pizza, diventa simbolo di contaminazione culturale e strumento per parlare di appartenenza e trasformazione. In dialogo con le mostre precedenti del programma, Chez moi amplia la narrazione collettiva di Platea, trasformandolo in un luogo di incontro tra culture, linguaggi e biografie.
Dal 31 ottobre 2025 al 6 aprile 2026, la Pinacoteca Agnelli di Torino presenta Alice Neel. I Am the Century, prima retrospettiva italiana dedicata alla grande pittrice americana Alice Neel (1900–1984), a cura di Sarah Cosulich e Pietro Rigolo. La mostra ripercorre oltre sette decenni di attività, restituendo la figura di Neel come cronista dell’animo umano e testimone del suo tempo. Attraverso oltre sei sezioni tematiche, il percorso esplora il suo sguardo radicale sulla vita, sulla politica e sulle relazioni, in un intreccio di intimità, vulnerabilità e coscienza sociale. Con il suo linguaggio pittorico diretto e vibrante, Neel ha ridefinito la ritrattistica del Novecento, anticipando questioni di genere e identità ancora centrali oggi. Realizzata in collaborazione con l’Archivio Alice Neel, la mostra è accompagnata da una pubblicazione che approfondisce il suo umanesimo visionario.
Nata dalla collaborazione tra OGR Torino e Tate Modern, Electric Dreams. Art and Technology Before the Internet esplora le origini e le trasformazioni dell’arte elettronica dal secondo dopoguerra alla soglia dell’era digitale. Curata da Val Ravaglia e Samuele Piazza, la mostra attraversa quarant’anni di sperimentazioni in cui artiste e artisti hanno lavorato con media all’avanguardia e pratiche ibride per espandere il proprio orizzonte creativo traducendo luce, suono, algoritmi e cibernetica in nuove forme di espressione e relazione. Dai laboratori del gruppo Zero e di Arte Programmata alle prime opere digitali e ai movimenti dell’elettronica DIY degli anni Ottanta, emerge una narrazione corale in cui la tecnologia diventa linguaggio poetico e strumento di emancipazione, anticipando il pensiero di connessione continua che avrebbe plasmato la cultura di Internet.
In attesa dei Giochi Olimpici Invernali Milano Cortina 2026, gres art 671 inaugura la stagione invernale con la mostra FUORIPISTA, a cura di 2050+ con gres art 671, che esplora il legame tra arte e sport invernali. Un racconto corale che, attraverso dipinti, fotografie, video e installazioni, indaga la montagna come luogo di sperimentazione e cambiamento, segnato dall’innovazione tecnologica, dalle trasformazioni sociali, e dalla crisi climatica. In dialogo tra passato e presente, la mostra riunisce opere di Pieter Bruegel, Andreas Gursky, Carlo Mollino, Laura Millard, Randa Kherba, Ludwig Berger, Walter Niedermayr, Kari Medig, Giovanni Betti e Katharina Fleck. Per questa occasione, gres art 671 ha inoltre commissionato a Masbedo, Studio Numechi e Studio Folder tre nuovi progetti inediti.