Mostre in Italia, le riaperture di settembre

Tra esposizioni dal vivo e appuntamenti online, riparte questo settembre il mondo della cultura italiana, dopo la battuta d’arresto causata dalla pandemia.

Dopo la dura battuta d’arresto causata dalla pandemia, i musei italiani si apprestano a ripartire con la programmazione della stagione autunnale e a seguito dell’assalto al digitale dei mesi passati il contemporaneo torna a organizzare esposizioni dal vivo e ancora qualche appuntamento online. Tra le prime a inaugurare un nuovo progetto c’è Parma, città il cui ruolo di Capitale Italiana della Cultura 2020 è stato esteso anche al 2021 attraverso il Decreto Rilancio. Qui il 6 settembre presso lo CSAC l’appuntamento è con la seconda tappa di un programma di residenze incentrato sul confronto tra gli artisti invitati e l’Archivio-Museo, che dal 1968 conserva un patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi. In questa occasione Luca Vitone propone “Il Canone” (visitabile fino al 18 ottobre): nella navata centrale viene esposto il furgone dello CSAC, utilizzato fino all’inizio degli anni 2000 per il trasporto e l’acquisizione di opere e archivi e per questo simbolo di azione e costruzione dell’archivio stesso, insieme a una selezione di opere italiane del Novecento operata con criteri personali dall’artista stesso. Il 7 settembre invece la Fondazione Merz di Torino celebra i suoi quindici anni di attività e inaugura “Push the Limits” (aperta fino al 31 gennaio 2021), una mostra che fa ben sperare e raccoglie installazioni di grandi dimensioni di diciassette artiste donne tra le più interessanti della ricerca artistica contemporanea internazionale come Shilpa Gupta, Jenny Holzer, Barbara Kruger, Shirin Neshat e Fiona Tan (per citarne alcune).

Luca Vitone, Maquette dell’installazione proposta per lo CSAC (dettaglio), 2017. CSAC, Università di Parma. Foto Giovanni Oberti

A settembre si recupera anche la venticinquesima edizione di miart2020, la fiera milanese che non si è potuta tenere ad aprile, ma, come già accaduto per altre fiere internazionali, questa sarà un’edizione digitale che avrà luogo esclusivamente online (www.miart.it) dall’11 al 13 settembre. Attraverso un’apposita piattaforma miart permetterà alle 183 gallerie partecipanti di entrare in contatto diretto con i collezionisti. Parallelamente alla fiera in città si svolgerà l’ormai consueta ArtWeek che coinvolge istituzioni pubbliche e private, in particolare il 9 settembre un gruppo di gallerie propone una maratona straordinaria di aperture e ArtLine nel parco di CityLife inaugura le nuove opere di Maurizio Nannucci e Wilfredo Prieto. Quasi in contemporanea a Bolzano il 12 settembre la Fondazione Antonio Dalle Nogare inaugura la personale di Robert Breer dal titolo “Time out” che sarà aperta fino al 5 giugno 2021. La carriera dall’autore, che ha avuto un ruolo importante nell’ambito del cinema sperimentale, viene qui ripercorsa attraverso oltre ottanta opere che coprono un arco temporale di attività di circa sessant’anni, dalle prime ricerche pittoriche, alla sperimentazione con l’immagine in movimento e con una forma di animazione anticonvenzionale, fino alle sculture mobili (“Floats”).

Ragnar Kjartansson, The Sky in a Room, 2018. Performer, organo e canzone "Il Cielo in una Stanza" di Gino Paoli (1960). Commissioned by Artes Mundi and Amgueddfa Cymru – National Museum Wales and acquired with the support of the Derek Williams Trust and Art Fund. Courtesy of the artist, Luhring Augustine, New York and i8 Gallery, Reykjavik. Foto Polly Thomas

Ancora a Milano dal 22 settembre al 25 ottobre arriva, grazie alla Fondazione Trussardi, “The Sky in a Room” di Ragnar Kjartansson. Il lavoro dell’artista islandese promette di essere ancora una volta estremamente suggestivo, infatti ogni giorno nella Chiesa di San Carlo al Lazzaretto si alterneranno cantanti e professionisti per eseguire un arrangiamento della celebre canzone di Gino Paoli, “Il cielo in una stanza”, la melodia si ripeterà quotidianamente e ininterrottamente per sei ore. Si tratta di un progetto concepito in seguito al lungo periodo di quarantena durante il quale le persone sono rimaste negli spazi chiusi delle proprie abitazioni mentre, come spiega l’artista stesso, questa canzone “rivela una delle caratteristiche fondamentali dell’arte: la sua capacità di trasformare lo spazio.” A partire dal 24 settembre invece prendono avvio le quattro giornate di anteprima di PART Palazzi dell’Arte Rimini che si trova all’interno del complesso medievale costituito dal duecentesco Palazzo dell’Arengo e dal trecentesco Palazzo del Podestà e che ospiterà la collezione della Fondazione San Patrignano, una raccolta composta da opere donate e realizzate da artisti come Vanessa Beecroft, Jacke e Dinos Chapman, Nathalie Djurberg e Hans Berg, Damien Hirst, Alberto Garutti, William Kentridge, Julian Schnabel e molti altri. Negli spazi di PART sarà inoltre allestita un’opera site-specific di David Tremlett, realizzata con l’aiuto dei ragazzi della comunità San Patrignano.

Claudia Losi, Processo formale Vivente, 2007. Ricami di seta su abiti di cotone, imbottiture 270 × 133 cm ognuna. Palazzi dell’Arte Rimini

Alla Manifattura Tabacchi di Firenze dal 25 settembre al 4 ottobre si terrà “Happening!”, festival di arti performative prodotto da NAM - Not A Museum, che propone installazioni, performance, concerti e video di autori come Jessie Marino, Rob Mazurek, Letizia Renzini e Nicola Ratti (tra gli altri).

Dal 15 ottobre al 21 febbraio 2021 presso l’HangarBicocca a Milano si terrà la mostra  “Short-circuits” che riunisce per la prima volta oltre venti installazioni su larga scala realizzate tra il 1991 e il 2000 dall’artista cinese Chen Zhen. Allestite nell’immenso spazio delle navate, le installazioni fatte di assemblaggi di oggetti della quotidianità (come sedie, letti ecc.) sottratti alla loro originaria funzione sarà probabilmente di grande impatto. Ancora a ottobre è stata posticipata “Unseen Stars”, personale di  Trevor Paglen alle OGR di Torino che avrebbe dovuto aprire lo scorso marzo. Per l’occasione saranno esposti una serie di satelliti non funzionali creati dall’artista e sviluppati in collaborazione con ingegneri aereospaziali. Si tratta di opere che sono sia esperimenti scultorei (se inviati nello Spazio potrebbero essere sculture visibili nel cielo notturno), sia dispositivi che fanno riflettere sul rapporto di stampo colonialista e militare che abbiamo con l’Universo. Immagine di apertura: Chen Zhen, Fu Dao / Fu Dao, Upside-down Buddha / Arrival at Good Fortune, 1997. Installation view, CCA – Center for Contemporary Art, Kitakyushu, 1997. Courtesy GALLERIA CONTINUA © ADAGP, Parigi. Foto Chen Zhen