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Luci d’artista a Torino con Jenny Holzer
Per un paio di mesi, l’intera città si trasforma in un grande museo a cielo aperto, e offre un percorso artistico e culturale lungo una ventina di chilometri. Al posto dei quadri, ci sono le installazioni luminose di sedici artisti al lavoro per trasformare strade, palazzi e monumenti. Succede a Torino dove, per il sesto anno consecutivo, il comune mette in scena Luci d’Artista, un invito a passeggiare a piedi per le vie della città e a riscoprirla nella nuova veste, dopo il tramonto.
La novità di quest’anno è la scultura di luce della statunitense Jenny Holzer: frasi a caratteri cubitali, scritte tra il 1977 e il 1998, sono proiettate (grazie a speciali proiettori allo Xenon) dai marciapiedi fino sulla facciata di Palazzo Carignano, per poi perdersi nel cielo. Come gli altri anni, poi, ci sono le Cosmometrie di Mario Ariò, tratte dai disegni di Giordano Bruno, le Palle di neve create da Enrica Borghi, i cubetti colorati del Tappeto volante di Daniel Buren. E, ancora, il Planetario di Carmelo Giammello che punteggia di costellazioni luminose via Roma, i Piccoli spiriti blu di Rebecca Horn che aleggiano attorno alla chiesa di Santa Maria del Monte dei Cappuccini. Mentre il Doppio passaggio (Torino) di Joseph Kosuth è stato trasferito ai Murazzi e diventerà un’installazione permanente.
