Gli articoli del 2025 che dovresti leggere se non lo hai ancora fatto

Ogni anno è fatto di storie, le proprie e quelle del mondo. Domus racconta le seconde e a fine anno vi invitiamo a ripercorrerle più lentamente, con una selezione di articoli da rileggere (o assaporare per la prima volta) durante le feste.


Secondo il New York Times e l’Oxford English Dictionary, la parola che ha definito il 2025 è stata “rage bait”: contenuti online progettati per scatenare rabbia e polarizzazione. Per il Cambridge Dictionary è “parasociale”, in riferimento alle relazioni sempre più ravvicinate – e spesso tossiche – tra star e pubblico. In Italia, per la Treccani, la parola dell’anno è “fiducia”. 
 
Tre definizioni diverse, ma un’impressione comune: il 2025 è stato attraversato da una diffusa sensazione di smarrimento online. I contenuti sono troppi, gli stimoli continui, mentre gli strumenti per orientarsi e selezionare restano pochi.  

In questo scenario, rileggere diventa un atto quasi controcorrente. Non per nostalgia, ma per orientarsi. Perché se il 2025 è stato l’anno dei contenuti progettati per scatenare reazioni immediate, Domus ha continuato a fare quello che fa da sempre: costruire storie che non chiedono di essere consumate rapidamente.  

Questa selezione di venti articoli, sui quali soffermarsi per la prima volta oppure da rileggere durante le feste, nasce così: come una pausa nel flusso. È un invito a tornare su architetture che non esistono più e su altre che resistono nel tempo; su città reali e su quelle, inquietanti, del crimine digitale; su oggetti umili e arredi che hanno fatto la storia del Novecento. C’è il desiderio nelle scenografie di Luca Guadagnino, c’è l’intimità deformata dei feed di Instagram, ci sono i luoghi “magici” che diventano realtà come quelli di Elmgreen & Dragset e altri che sono rimasti solo nell'immaginazione dei loro progettisti.  
 
E c’è una domanda che attraversa tutto l’anno: che cosa significa oggi progettare – uno spazio, un oggetto, persino un volto – in un mondo che corre più veloce della nostra capacità di capirlo?  

L’altro negozio di Carlo Scarpa: la rinascita di un progetto dimenticato, a Bologna

Tutti conoscono il celebre negozio Olivetti di Carlo Scarpa in Piazza San Marco. Ma pochi sanno che, nel 1961, l’architetto collaborò anche con Dino Gavina a un altro punto vendita, meno noto ma altrettanto affascinante. Siamo tornati a visitarlo oggi, dopo il restauro e la riapertura. Continua a leggere

I più celebri stadi che non ci sono più

Gli impianti che hanno segnato la storia del calcio, anche sul piano architettonico, sono oggi dismessi o demoliti. La recente polemica attorno a San Siro innesca un dibattito sugli stadi italiani che si allarga a quelli di tutto il pianeta. Continua a leggere 

5 oggetti assurdi che volevano cambiare il futuro

Copertina dell'edizione del giugno 1949 di Radio-Electronics che mostra la Man-from-Mars Radio Hat, indossata dall'allora quindicenne Hope Lange. © Radio-Electronics staff, Avery Slack photographer

Tra utopia tecnica e ossessione per il controllo, cinque oggetti progettati per migliorare la vita ci mostrano il lato più inquieto – e affascinante – del design moderno. Continua a leggere 

Dentro le Scam Cities: infrastrutture urbane del crimine digitale

Cambogia - Sihanoukville, vista della città. Via Wikimedia Commons, © Dmitry Makeev

Nel Sud-est asiatico stanno nascendo agglomerati urbani destinati alle frodi online: spazi mimetici e funzionali, dove l’architettura diventa infrastruttura reale del lato oscuro del web. Continua a leggere 

Le intelligenze artificiali hanno iniziato a rubarci il lavoro

Secondo un'indagine del World Economic Forum, il 41% dei datori di lavoro sta già pianificando una riduzione della forza lavoro a favore dell’AI. Le conseguenze però sono ben diverse da quelle che ci aspettavamo, e riguardano soprattutto le nuove generazioni. Continua a leggere 

Sulle tracce di Yves Saint Laurent in Marocco: tutti i luoghi di una storia d’amore

Yves Saint Laurent e Pierre Bergé a Marrakech © Guy Marineau - Musée Yves Saint Laurent Paris

Nel 1966 Yves Saint Laurent, insieme al suo compagno Pierre Bergé, scopre il Marocco e se ne innamora. Marrakech diventa rifugio creativo e fonte d’ispirazione, dando inizio a un legame che segna per sempre la sua vita e la sua visione artistica. Continua a leggere 

Il grattacielo di Frank Lloyd Wright è ancora il più alto del mondo, anche se non l’hanno mai costruito

70 anni fa, l’architetto americano ha presentato al mondo The Illinois, una torre alta più di 2 km, una vera e propria città con ascensori a propulsione nucleare. Grazie ai render dell’architetto David Romero, oggi possiamo vedere come sarebbe stata. Continua a leggere 

Ma esiste davvero l’architettura sostenibile?

Tra città sommerse, aeroporti in alta quota e legislazioni insufficienti, le voci di Ghotmeh, Gang, Ma, Mandrup, Big, Snøhetta e altri mostrano che la sostenibilità non è un concetto unico. Dagli Holcim Awards emerge un paesaggio fatto di differenze, contraddizioni e nuove possibilità. Continua a leggere 

Il design del volto nell’era dell’immagine computazionale e dei botox bar

Cindy Sherman, Untitled #649, 2023. Courtesy l'artista e Hauser&Wirth

Il volto non è più solo luogo dell’identità, ma interfaccia progettata: tra filtri, chirurgia “AI-inspired”, estetica parametrica e body modification, la cultura contemporanea riformula radicalmente il rapporto tra immagine, tecnologia e soggettività. Continua a leggere

10 architetture milanesi imperdibili che non troverai sul New York Times

La selezione di edifici fatta dal più importante quotidiano americano ha fatto molto parlare. Vi offriamo un punto di vista diverso, per capire Milano e perché la sua architettura è così importante. Continua a leggere

Le case di After the Hunt: l’architettura del desiderio di Luca Guadagnino

Nel nuovo film di Guadagnino ambientato nel mondo rarefatto dell’Università di Yale, lo scenografo Stefano Baisi trasforma gli spazi accademici in paesaggi di emozione e controllo. Continua a leggere 

Storia della Monobloc: la sedia più venduta al mondo

Tutti la conoscono ma pochi sanno il suo nome: ecco la storia della seduta simbolo del design democratico. Continua a leggere 

Prima di TikTok, c’era Vine: ecco perché ha inventato il nostro presente

In sei secondi Vine ha creato una grammatica visiva nuova: loop, gesti imperfetti e micro-architetture del senso che oggi ritornano con “diVine” nell’era dell’iper-design algoritmico. Continua a leggere 

7 cose che ci ha detto Tobia Scarpa sul design, sull’architettura e su sé stesso

Abbiamo incontrato l’architetto e designer, che ha 90 anni. Ecco sette aforismi e riflessioni che raccontano una vita che ha attraversato la storia del design italiano, sempre con leggerezza e profondità. Continua a leggere 

Elizabeth Diller, dalla High Line alla città del futuro: “L’architettura è troppo lenta”

Elizabeth Diller. Foto Geordie Wood

Diller Scofidio + Renfro è uno dgli studi che più di ogni altro ha trasformato l'immagine della città contemporanea. Abbiamo incontrato l'architetta americana, tra visioni future e una grossa critica sull'architettura di oggi. Continua a leggere 

Scoprire Milano a piedi: le architetture di Porta Venezia

Foto Francesco Secchi

Domus ti accompagna in una passeggiata alla scoperta di Porta Venezia, raccontandone l’evoluzione dal Lazzaretto cinquecentesco a un quartiere costellato di architetture razionaliste di culto. Continua a leggere 

Gae Aulenti ha cambiato l’architettura del ‘900 e questi 8 progetti lo raccontano

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Un grande libro esce dopo una mostra retrospettiva per raccontare “La Gae”, e in otto lavori tra scala urbana e product design Domus traccia un ritratto di quell’architetta leggendaria che “non voleva essere specialista di qualcosa”. Continua a leggere 

Elmgreen & Dragset: 20 anni di Prada Marfa: “Abbiamo ancora bisogno di luoghi magici”

James Evans, Prada Marfa, 2005, digital photograph

I due artisti raccontano a Domus come la celebre installazione d’arte pubblica in Texas continui a vivere al di là delle loro intenzioni, e di come questo l’abbia resa l’opera popolare e amata che è oggi. Continua a leggere 

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“A 29,90 dollari al giorno, un furgoncino è l'immobile meno costoso di New York”: James Sundquist e Jack Chas sono i fondatori di The U-Haul Gallery, un progetto che sta ridefinendo il modo di esporre l’arte, e che arriva al Frieze di Londra. Continua a leggere 

Creare con l’Ai ci fa sentire in colpa. Perché?

L’intelligenza artificiale sta entrando nelle nostre vite, ma con lei arriva anche un fardello psicologico: il “senso di colpa da AI”, una sorta di sindrome dell’impostore aggiornata ai nostri giorni. Continua a leggere 

La casa degli Eames riapre dopo gli incendi di L.A.: “Questa casa insegna l’umiltà agli architetti”

Il soggiorno della Eames House, fotografato da Chris Mottalini, 2025. © 2025 Eames Office, LLC. Tutti i diritti riservati

Domus ha incontrato Eames Demetrios e Adrienne Luce della Eames Foundation per riscoprire come questa “icona anti-iconica” del California Modern stia ispirando anche il futuro per una città in ripresa, in un modo diverso da quello che vi aspettereste. Continua a leggere 

Senza lo stadio di Zaha Hadid a Tokyo, non ci sarebbe mai stata la Sympathy Tower

Zaha Hadid, progetto per il New National Stadium, Tokyo, Giappone. Renderings: Zaha Hadid Architects

Una Tokyo sospesa tra realtà e finzione, “nè empatica né coraggiosa”, dove una nuova torre riflette l’eredità di Zaha Hadid. Un romanzo visionario, che ha vinto il più prestigioso premio letterario giapponese: lo racconta a Domus l’autrice, Rie Qudan. Continua a leggere 

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La casa diventa scenografia di sé stessi: in un’epoca in cui tutto è rappresentazione, si cura ogni dettaglio anche in spazi provvisori, mentre l’ideale abitativo si allontana per quasi tutti. Continua a leggere 

Che cosa ci resta di Oliviero Toscani

A/I 1990, “Coperta” Credits: Oliviero Toscani

Odiato o amato, venerato o incompreso, Oliviero Toscani ha cambiato fotografia e comunicazione. Fu vera gloria? Ne abbiamo parlato con chi ci ha lavorato, chi l’ha conosciuto e chi l’ha studiato. Continua a leggere 

Immagine di apertura: Elmgreen & Dragset, Prada Marfa, 2005, Photo Lizette Kabre. Courtesy of Art Production Fund and Ballroom Marfa 

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