Al di là delle conferenze, che hanno toccato temi estremamente complessi di fisica quantistica, astrofisica e filosofia della conoscenza, trascurando però completamente l'approccio teologico-filosofico – tra i relatori Paul Davies, Derrick de Kerckhove, Joichi Ito, Humberto Maturana –, la riflessione più interessante sta proprio in quell'intreccio tra origini della vita e meccanismi tecnologici. E ben l'hanno colta i due artisti premiati con la Nike d'oro per l'arte interattiva, Julian Olivier e Danja Vasiliev, che con Newstweek hanno realizzato un dispositivo, del tutto simile a una presa elettrica, in grado di alterare i contenuti dei siti di notizie visualizzati nelle vicinanze. I due si definiscono "critical engineers" perché – spiegano – "il linguaggio più significativo dei nostri tempi è quello dell'ingegneria, e noi vogliamo esporre le sue logiche fin nel minimo dettaglio per capire cosa ci possiamo aspettare". Un'affermazione in puro spirito hacker – forzare la macchina fino a piegarla ai propri intendimenti – che poi è l'attitudine all'origine dello sviluppo dell'informatica per il grande pubblico. È da lì che tutto è cominciato: lavori pionieristici sulle interfacce grafiche, videogiochi, personal computer, internet, realtà virtuale.
Se oggi l'arte interattiva ha ancora un senso è quello di indagare questo spazio d'imprevedibilità, che in fondo caratterizza ogni autentica interazione.