Che cos’è il Pirelli HangarBicocca e perché vale la pena visitarlo

A vent’anni dalla sua fondazione, l'Hangar si conferma un punto di riferimento internazionale in Italia per l’arte contemporanea, con mostre gratuite e un forte legame con la città di Milano.

“Art To The People” è il motto di Pirelli HangarBicocca, l'istituzione di Milano che da due decenni porta avanti un obiettivo importante, quello di far avvicinare all’arte contemporanea un pubblico che sia il più ampio possibile. Compiuti nel 2024 vent'anni di attività, il progetto culturale dell’“Hangar” – come lo chiamano per brevità i milanesi – ha creato un legame forte con la città e i cittadini, dando vita a uno spazio che è un unicum in Italia, dal respiro internazionale e aperto gratuitamente, dove si può camminare per quanto tempo si vuole con lo sguardo all’insù tra i Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer e una interessante programmazione di grandi mostre.

Steve McQueen, Caribs' Leap, 2002. Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 © Steve McQueen, Courtesy l'artista, Thomas Dane Gallery, Marian Goodman Gallery e Pirelli HangarBicocca. Foto Agostino Osio

Nel panorama artistico del capoluogo meneghino, che negli ultimi due decenni ha visto crescere il valore del proprio profilo nel contesto internazionale, con l’apertura di nuove fondazioni e gallerie, Pirelli HangarBicocca è senza dubbio un luogo che non può mancare negli itinerari dei turisti appassionati d’arte, e che è anche un riferimento per il tempo libero di chi vive in città.

Per questo, Domus vuole raccontarvi la storia di questa istituzione, dal progetto di archeologia industriale dell’edificio in cui ha sede, alle mostre che ne hanno segnato il percorso, fino alle opere permanenti: ecco tutto quello che c’è da sapere prima di organizzare la vostra visita.

La storia dell’edificio: da stabilimento produttivo della Breda a centro per l’arte contemporanea

La storia dell’edificio di Pirelli HangarBicocca è strettamente connessa a quella del quartiere Bicocca, a nord est di Milano, che a partire dai primi anni del Novecento diventa una delle aree più industrializzate del nord Italia grazie a società come Breda, Pirelli, Falck e Marelli che stabiliscono qui le loro sedi produttive.

I tre spazi espositivi oggi denominati Navate, Cubo e Shed, vennero costruiti tra gli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta, su un'area di circa quindicimila metri quadrati, ed erano di proprietà della Breda Elettromeccanica e Locomotive. La loro destinazione d'uso era legata alla produzione di componenti per locomotive e macchine agricole, e al montaggio e alla prova di macchine elettriche di grande potenza.

Da Domus n° 815, Maggio 1999

Dalla metà degli anni Ottanta, inizia la dismissione delle aree industriali e la successiva riqualificazione dell’intero quartiere, promossa con un bando da Pirelli in accordo con il Comune e la Regione Lombardia, vinto dal razionalissimo progetto di Vittorio Gregotti. In seguito alla costruzione dell’Università e del Teatro Arcimboldi, verso la metà degli anni Novanta, Pirelli RE acquista dal Gruppo Ansaldo (al quale la Breda aveva ceduto le proprie attività) il complesso che conosciamo oggi con il nome di Pirelli HangarBicocca, che dal 2004 è sede espositiva di mostre temporanee e ubicazione di una delle installazioni permanenti più note in Europa, I Sette Palazzi Celesti 2004-2015 di Anselm Kiefer

Anselm Kiefer, I Sette Palazzi Celesti 2004-2015. Pirelli HangarBicocca, Milano, 2016. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca. Foto Lorenzo Palmieri

Nel 2012 Pirelli decide di dare nuova linfa vitale a questo luogo, ripensando questo spazio dalla forte impronta industriale come progetto culturale più ampio per trasformarlo in un polo dell’arte di profilo internazionale, che sia anche un riferimento per il quartiere e la città, e aperto gratuitamente al pubblico.

La programmazione espositiva di Pirelli HangarBicocca: fluida, internazionale e in dialogo con lo spazio

Con un ritmo di quattro mostre temporanee all’anno, due nello spazio dello Shed e due nelle Navate, Pirelli HangarBicocca si configura come un contesto fluido e dinamico, pensato per accogliere pratiche artistiche libere da schemi convenzionali. I due ambienti espositivi ospitano ciclicamente nomi provenienti da percorsi e generazioni differenti: lo Shed è destinato a progetti di artisti più giovani, mentre l’imponenza delle Navate accoglie personali e retrospettive di grandi artisti storicizzati o ampiamente affermati nel panorama internazionale.

Non credo che esista una Storia dell’arte con la S maiuscola, ma molteplici storie.

Vicente Todolí

“Per questo continuiamo a immaginare retrospettive site-specific, perché siano uniche in relazione a questi spazi, ma raccontino il presente in tanti modi diversi. L’obiettivo è sempre stato quello di produrre conoscenza, rendendo l’arte contemporanea accessibile a tutti, secondo quanto dichiara il nostro hashtag #arttothepeople” spiega a Domus Vicente Todolí, direttore artistico.

Anicka Yi, “Metaspore”, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Agostino Osio

Le sfide del team curatoriale della Fondazione – che oltre a Vicente Todolí come direttore artistico, vede Roberta Tenconi come capo curatrice, affiancata dalle due curatrici Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli – partono dal confronto tra gli artisti invitati e le coordinate spaziali di un edificio che porta con sé una personalità importante, ma anche dalla considerazione del target di visitatori di riferimento. L’ampliarsi del pubblico non implica l’abbandono di quella fascia colta e specializzata che sarebbe ben disposta a pagare un biglietto pur di accedere a un’esperienza artistica contemporanea d’alto profilo.

Parlare a molti non significa rinunciare a parlare in profondità, e per questo i progetti espositivi dell’istituzione si avvalgono della presenza in sala di mediatori museali, specializzati in arte contemporanea, che hanno il compito di rendere i contenuti di ogni mostra più accessibili al pubblico meno esperto, individuando chiavi di lettura efficaci, inclusive e mai semplificatorie, capaci di creare ponti tra l’opera e lo spettatore. Allo stesso modo, l’istituzione dedica una particolare attenzione anche al pubblico dei più piccoli e alle scuole, attraverso percorsi educativi progettati ad hoc e condotti settimanalmente dagli Arts Tutor, responsabili della mediazione educativa. Inoltre, nell'ultimo anno sono state attivate visite guidate e percorsi creativi gratuiti per adulti e bambini in Lingua dei Segni Italiana (LIS) con messa in voce in italiano, insieme alla produzione di un’audio-videoguida in LIS dedicata all'opera di Kiefer I Sette Palazzi Celesti, e di una guida pensata secondo i parametri easy to read per persone con disabilità intellettive, disponibili entrambe sul sito della fondazione.

Tarek Atoui, “Improvisation in 10 Days”. Pirelli HangarBicocca, Milano, 2025. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca. Foto Lorenzo Palmieri

In assenza di una collezione permanente, l’identità stessa del luogo si costruisce intorno agli artisti e ai progetti espositivi che ne animano lo spazio, trasformandolo di volta in volta.

Nel corso dei due decenni di attività della Fondazione si sono susseguite mostre memorabili: come dimenticare la “bolla” di Tomás Saraceno sospesa nel Cubo, poi Joan Jonas, Phill Niblock, Dieter e Bjorn Roth, Céline Condorelli, Ragnar Kjartansson, e Philippe Parreno, per citarne alcune andate in scena sotto la supervisione di Andrea Lissoni, curatore dell’istituzione meneghina fino al 2015. 

Tomás Saraceno, On Space Time Foam, 2012. Pirelli HangarBicocca, Milano. Courtesy Pireli HangarBicocca. Foto Alessandro Coco

Più recenti le retrospettive realizzate dall’attuale team curatoriale dedicate a Lucio Fontana, Mario Merz, Steve Mc Queen, Bruce Nauman, James Lee Byars e Jean Tinguely, fino ad arrivare alle mostre in corso in questo momento, dell’artista giapponese Yukinori Yanagi e dell’artista e compositore libanese Tarek Atoui, e poi a quelle che animeranno la programmazione dell'autunno 2025, che vedranno protagoniste l'artista giapponese Yuko Mohri e la fotografa americana Nan Goldin.

Dal punto di vista formale la percezione dello spazio è parte della poetica di HangarBicocca: gli artisti e i curatori lavorano sull’interazione tra le opere e l’architettura post-industiale, a volte svuotandola come nel caso della mostra di Maurizio Cattelan nel 2021, oppure riscoprendone i dettagli, come avvenuto con l’apertura dei lucernai in occasione della mostra di Ann Veronica Janssens nel 2023.

Ann Veronica Janssens, “Grand Bal”, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti

Dal punto di vista tematico invece, i progetti espositivi propongono visioni che spaziano dalla memoria storica alle trasformazioni ecologiche, dalle dinamiche sociali e politiche all’evoluzione tecnologica e delle percezioni. Ogni esposizione si configura come un’esperienza in cui l’arte diventa strumento di lettura critica del mondo e occasione di dialogo con il pubblico.

The Apollo, Proiezione del documentario di Roger Ross Williams, 2024. Courtesy Pirelli HangarBicocca. Foto Lorenzo Palmieri

I Sette Palazzi Celesti di Kiefer e le altre opere permanenti di Pirelli HangarBicocca

Ad oggi i quindicimila metri quadrati di Pirelli HangarBicocca ospitano tre opere permanenti che è possibile vedere durante tutto l’anno, a fianco della programmazione delle mostre temporanee allestite tra Shed, Navate e Cubo.

La più nota è certamente I Sette Palazzi Celesti 2004-2015, la più grande installazione di Anselm Kiefer in uno spazio espositivo, esito di un lungo percorso partito dal suo studio di La Ribaute nel sud della Francia, ex complesso industriale trasformato in città-atelier. È qui che l’artista dà inizio alla sperimentazione con il cemento armato, creando le torri poi riproposte nel 2004 a Milano per l’apertura di HangarBicocca, su iniziativa della gallerista Lia Rumma.

Lo spazio industriale vuoto, al confine tra città e periferia, ha ispirato l’artista tedesco a fondere arte e ambiente, rendendo le Navate parte integrante dell’opera. Ispirata al “Sefer Hekhalot”, antico testo ebraico sul cammino spirituale verso Dio, l’installazione è composta da sette torri monumentali, alte tra i 13 e i 19 metri, e integra materiali simbolici ricorrenti nell’opera dell’artista, come libri e cunei di piombo. Ognuno dei palazzi celesti ha un nome e un significato particolare: Sefiroth, la torre più bassa, reca i nomi delle sefirot in neon, che secondo la cosmologia della mistica ebraica compongono il cosiddetto albero della vita; Melancholia è una citazione di un'incisione realizzata dall'artista Albrecht Dürer, con un poliedro in vetro e migliaia di codici stellari scritti a mano; Ararat ospita modello in piombo di una nave militare della Seconda guerra mondiale, mentre il nome richiama il monte dove si sarebbe posata l'arca di Noè dopo il diluvio universale, a metà tra memoria bellica e simbolo salvifico; Linee di campo magnetico, la torre più alta, intreccia piombo e pellicole fotografiche, riflettendo sul paradosso tra luce e materia; le torri gemelle JH&WH alludono al nome sacro di Dio e ai frammenti cosmici della Cabala, con massi numerati in piombo. Infine, la Torre dei quadri cadenti presenta cornici vuote e vetri frantumati, richiamando l’iconoclastia e la violenza antisemita della cosiddetta Notte dei Cristalli. Realizzati con moduli prefabbricati e materiali industriali, questi edifici evocano un paesaggio sacro e fragile, tra spiritualità, memoria storica e riflessione sul ruolo dell’arte.

Anselm Kiefer, "I Sette Palazzi Celesti 2004-2015", Pirelli HangarBicocca. Courtesy Pirelli HangarBicocca. Foto Agostino Osio

Nel 2015, con la curatela di Vicente Todolí,  cinque grandi tele realizzate da Kiefer tra il 2009 e il 2013 amplificano l'intensità dell’opera I Sette Palazzi Celesti, trasformandola in un’unica installazione, I Sette Palazzi Celesti 2004-2015. I dipinti approfondiscono simboli e temi già presenti nelle torri, come la tensione verso il divino, la memoria storica e il rapporto tra uomo e cosmo. A Die Deutsche Heilslinie (2012-2013), la tela probabilmente più suggestiva, posizionata sul fondo dello spazio espositivo, racchiude la storia della salvezza spirituale tedesca attraverso un arcobaleno che unisce cielo e terra, sul quale sono incisi i nomi di filosofi tedeschi che hanno perseguito un ideale di salvezza; seguendo la lunghezza della parete verticale, si incontrano l'opera Jaipur (2009), che richiama gli osservatori astronomici indiani e la numerazione NASA delle costellazioni, e le due tele di Alchemie (2012),  unite da una bilancia che evoca la trasformazione alchemica, contrapponendo sale e semi di girasole, simboli di sterilità e rinascita. Chiudono il percorso due opere della serie Cette obscure clarté qui tombe des étoiles (2011), dove i semi di girasole diventano stelle nere su fondo bianco, simili a lastre fotografiche in negativo, trasformando il paesaggio in una visione cosmica.

I Sette Palazzi Celesti 2004-2015  è un'installazione unica che oggi vive insieme all’istituzione, prestandosi come scenario straordinario di performance ed eventi.

Nel 2010 un’altra opera permanente si inserisce nello spazio di Pirelli HangarBicocca: La Sequenza di Fausto Melotti, realizzata nel 1981 per la grande retrospettiva al Forte del Belvedere, viene donata dalla fondazione dell’artista e collocata all’ingresso nel giardino esterno di Pirelli HangarBicocca. Ispirato dall’arte greca, da Piero della Francesca e dalla musica di Bach, Fausto Melotti cercò una “forma mentis matematica” da tradurre in scultura. La Sequenza ne è esempio emblematico: composta da lastre di Corten modulari  disposte secondo un gioco di pieni e vuoti, esprime un tipo scultura anti-monumentale, visivamente percorribile come uno spazio teatrale.

Fausto Melotti, La Sequenza, 1971-81, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022. Courtesy Fondazione Fausto Melotti e Pirelli HangarBicocca © Fausto Melotti, by SIAE 2023. Foto Agostino Osio

Infine, è datato 2024 il monumentale murales site-specific dell’artista tunisino naturalizzato francese eL Seed, visibile sulle pareti esterne del Cubo, dal titolo Waves Only Exist Because the Wind Blows. Commissionata nell’ambito del progetto “Outside the Cube", avviato nel 2016 con Efêmero di Osgemeos, l’opera riflette sui temi dell’appartenenza e dell’identità. eL Seed unisce calligrafia araba e street art per creare un linguaggio visivo che parla di unità, dialogo e memoria collettiva, celebrando Milano come crocevia culturale e luogo di accoglienza.

eL Seed, Waves Only Exist Because the Wind Blows, 2024. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, 2024 © 2024 eL Seed / SIAE Foto Lorenzo Palmieri

Art to the people: gli spazi e le attività di Pirelli HangarBicocca

La vocazione pubblica di Pirelli HangarBicocca si traduce in un insieme di spazi e iniziative pensate per accompagnare e amplificare l’esperienza del visitatore: una volta varcato l'ingresso del grande atrio, inglobato nell'edificio dello Shed, si incontrano da un lato, il ristorante Iuta Bistrot — erede dell’ex Dopolavoro Bicocca — che accoglie i visitatori in uno spazio conviviale che estende, anche sul piano sensoriale, l’idea di museo come luogo di relazione e scambio; dall'altro, la Kids Room, lo spazio dedicato alle attività didattiche recentemente riformulato secondo il progetto di design dell'azienda di arredamento Nidi.

Più avanti si trovano la Lab Room, luogo di incontro e confronto destinato agli eventi aperti al pubblico, e il Bookshop, ampliato nel 2022, che propone una selezione editoriale dal taglio internazionale curata internamente, affiancata dai cataloghi di mostra e da speciali edizioni limitate, frutto della collaborazione diretta con gli artisti che prendono parte ai progetti espositivi.

Accanto all’attività espositiva, il palinsesto dinamico del Public Program conta visite curatoriali, incontri con professionisti del mondo dell’arte e della cultura, e progetti condivisi con artisti e curatori, offrendo strumenti di approfondimento critico e dialogo attivo.  

Pirelli e l'arte, un legame da sempre inscindibile

"Ma cosa c'entra una realtà come Pirelli con l'arte contemporanea?", ci si potrebbe chiedere. Be', questa connessione con la cultura e la città di Milano da parte di Pirelli come moderna multinazionale – Socio Fondatore e Promotore e principale sostenitore di HangarBicocca – è tra i valori fondanti dell’azienda che ha sempre promosso la ricerca sia in ambito tecnologico, che in quello umanistico e artistico: come non pensare alla natura avanguardistica della comunicazione del marchio, alle intersezioni con il design, come i giocattoli disegnati da Bruno Munari (che vinse il Compasso d’Oro nel 1954 proprio grazie alla scimmietta Zizì) e infine, alla memorabile rivista “Pirelli” pubblicata fino al 1972, in cui oltre a contributi di natura scientifica, trovavano spazio anche le penne di note personalità della cultura, da Giulio Carlos Argan a Dino Buzzati e Italo Calvino per citarne solo alcuni. E poi il Calendario Pirelli, e le committenze cittadine, una tra tutte il grattacielo Pirelli progettato da Gio Ponti in collaborazione con Pier Luigi Nervi, tra i simboli di Milano.

Dove si trova?
Pirelli HangarBicocca si trova a Milano, in Via Chiese 2, Milano. 

Come raggiungerlo con i mezzi pubblici?
Da Sesto Marelli (Fermata M1 Linea Rossa) prendere il bus Linea 51 (direzione Istria M5) e scendere alla fermata Via Chiese - HangarBicocca oppure prendere il bus Linea 87 (direzione Stazione Centrale) e scendere alla fermata Via Chiese. 

Da Ponale (Fermata M5 Linea Lilla) prendere il bus Linea 51 (Direzione Cimiano M2)  e scendere alla fermata Via Chiese - HangarBicocca. Alla fermata Ponale è anche possibile noleggiare le biciclette del servizio BikeMi (Stazione 329 Chiese – F. Testi). 

Pirelli HangarBicocca è anche raggiungibile con i trasporti da Stazione Centrale, Porta Garibaldi e Greco Pirelli. 

Quanto costa?
L'ingresso è gratuito, la prenotazione online garantisce l’accesso prioritario agli spazi espositivi, nella fascia oraria prescelta. Altrimenti, bisogna registrarsi all'ingresso. 

Gli orari di apertura
Da giovedì a domenica, 10.30–20.30h, con l'ultimo ingresso alle ore 19.30.  

Il Bistrot
Iuta Bistrot, bar e ristorante all'interno di Pirelli HangarBicocca, è aperto da lunedì a mercoledì dalle 11.00 alle 15.00, e da giovedì a domenica, dalle 10.30 alle 22.30.  

Il Bookshop
Nel Bookshop di Pirelli HangarBicocca trovate cataloghi delle mostre, edizioni limitate degli artisti e oggetti di merchandising.
Tutti gli acquisti supportano il programma e le attività di Pirelli HangarBicocca. È aperto dal giovedì alla domenica dalle 10.30 alle 19.30. 

Gli animali possono entrare?
I cani non possono accedere agli spazi chiusi e alle mostre, posso accedere al Bistrot. 

Come visitare HangarBicocca?
I mediatori museali sono sempre disponibili in tutti gli spazi espositivi di Pirelli HangarBicocca. Potete rivolgervi a loro per qualsiasi domanda o approfondimento sulle mostre in corso e le installazioni permanenti. Le visite guidate, invece, sono programmate sabato alle 16 e domenica alle 11 e alle 16 (salvo diversa indicazione) e sono acquistabili sul sito di Pirelli HangarBicocca.  

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