Nairy Baghramian. Continuità temporali

A Parigi, l’artista nata in Iran, residente a Berlino, introduce un gruppo scultoreo monumentale, formato manualmente e meccanicamente come un portale geologico.

Nairy Baghramian, Maintainers, Beaux-Arts de Paris, fino a Gennaio 2019, Festival d’Automne à Paris

La serie dei Maintainers riempie la sala espositiva del Palais des Beaux-Arts con una dozzina di sculture verticali e orizzontali composte, ognuna, di tre elementi interdipendenti: casseforme di alluminio grezzo, volumi di cera colorata e pilastri dipinti a lacca.
Il proscenio si presenta vuoto come potrebbe esserlo un sito preistorico; e non è chiaro se ci troviamo all’inizio o alla fine di qualche tipo di apparizione. L’anticipazione della massa scultorea e l’attesa provocata animano i lavori monolitici, instillando un’inquietudine con la quale si familiarizza facilmente. Uno alla volta, i componenti si materializzano come se fossero realizzati con densità palpabili e potenziali creati per l’interdipendenza, per la connettività. L’intervento ci sfida a fare riferimento alle nostre capacità archetipiche di percepire la tensione. Uno slancio produttivo tra il mondo introverso di uno spazio interiore, protetto, e la sfera pubblica del Palais, caratterizzato da affreschi e decorazioni pronunciate. Questo dialogo dirige la nostra attenzione verso tre modalità secondo le quali: noi interpretiamo dimensioni stratificate; noi comprendiamo astrazione e assenza nel regno della rappresentazione; e noi apprendiamo lo spazio dell’attraversamento, in una scenografia che sospende il tempo.
Una mappatura estetica particolarmente risolta grazie all’ambiente installativo di Maintainers: l’attuale École des Beaux-Arts.

Si tratta di un vasto complesso che si diffonde su un’area di oltre due ettari tra la centralissima rue Bonaparte e il Quai Malaquais. La maggior parte degli edifici sono datati tra il diciassettesimo e il diciannovesimo secolo, anche se alcuni sono stati aggiunti più tardi, a inizio Novecento. Gli edifici più vecchi sono rappresentati da una cappella e dai relativi annessi, costruiti all’inizio del diciassettesimo secolo come una parte di monastero. Durante la rivoluzione francese e l’età napoleonica, l’architetto Alexandre Lenoir (1761-1839) ha convertito gli edifici nel Musée des Monuments Français, un museo con diversi, straordinari lavori, esclusivamente appartenenti alla scena della scultura francese. Poi, dopo diverse vicissitudini, nel 1883, il Palais ha raggiunto le sue attuali estensioni e l'École si è dotata anche de l’Hôtel de Chimay, con i fabbricati annessi, datati tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo, volumi collocati tra il civico 15 e il civico 17 di Quai Malaquais.

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Nairy Baghramian, Maintainers, Palais des Beaux-Arts, fino al 2019

Qui, presentati secondo un preciso ordine eterogeneo, all’interno di una sala monumentale e riccamente adornata, tutti gli elementi dell'artista di origini armene, entrano in risonanza attraverso una correlazione visibile e un intrinseco potenziale prostetico: un universo che sembra volersi costantemente riconnettere con la Natura. Il titolo di questo intervento espositivo, che è anche il titolo rappresentativo di tutti i singoli lavori, fornisce un’appropriata descrizione a composizioni esplicitamente a-geometriche. Ammassi rettangolari e imperfetti, semplificati, si materializzano come se fossero colorati da lavaggi ripetitivi, dalle sfumature scaricate, mentre successivi strati di mascheramento delle proporzioni e di aggiunte di colore cedono a effetti di saturazione. La qualità rappresentativa di Maintainers è sorprendentemente forte, nonostante un approccio stilistico che si eleva sempre più nettamente verso l’astrazione. Il lavoro infatti ci prepara alla comprensione di quei criteri che sono propri di ogni geografia, ma ci fa intuire anche quanto poco basti per trasformare un elemento puramente formale in simbolico. Le forme di cuboidi astratti realizzati con cere che sono state carteggiate sconfiggono ogni tipo di vocabolario modernista .La loro natura materiale implica un intento utilitaristico, condiscendente, come se le sculture esistessero per preservare tutte le controparti, i sostegni in alluminio, che potrebbero addirittura consumarne, corroderne i volumi nel tempo.

Nairy Baghramian, Maintainers, un particolare, Palais des Beaux-Arts

Operando lungo la scala dei grigi, ma anche dei bianchi e dei neri, i Maintainers si presentano come fenomeni acromi: esaminando sobriamente le caratteristiche formali di quelle apparizioni che solitamente ci lasciano impietriti. Per Baghramian, quel che è spettacolare diventa un momento saliente, dove la relazione tra visibile e invisibile crea masse liminali. Seguendo alcune angolazioni, quel che precedentemente era invisibile si manifesta, proprio come l’apparenza scalfita e non-finita; mentre in altri punti la qualità appena accennata di una pietra miliare scura sfuma verso l’impercettibilità.
La loro materialità porta testimonianza di una certa sottomissione, non scontata, ad un fine utilitaristico: il solo intento della loro resistenza, della loro schermatura è proteggere alcuni volumi omologhi in alluminio, posti all’interno dell’arroccamento centripeto di monoliti. Qui la luce gioca un ruolo doppio: assorbendo e respingendo le superfici.

Porzioni misurate di spazi vuoti offrono l’apparenza di uno spazio poco profondo. Le diverse compagini oscurano la prospettiva scultorea, rendendo poco netto quel che avanza e quel che, invece, rimane sullo sfondo. I complicati corpi dei Maintainers, come contrappunti ai corpi normativi uni-dimensionali, sembrano collocarsi al di fuori del Palais des Beaux-Arts, ponendosi, allo stesso, tempo, ben al di sopra rispetto allo spazio figurato di quel che è pubblico e politico, nel mondo. Come un insieme, attraversabile dall’occhio da ogni direzione, la mostra ci fa percepire la sospensione del tempo, un senso che solamente lo sguardo può nascondere, obbligandoci a rimanere dove niente può eternamente accadere. Allora, astrazione, de-materializzazione e consistenze senza esitazioni, così come la quiete e la qualità della sospensione fisica delle sculture ci invitano ad avvicinare la scena di un antico palco, suggerendo uno spettacolo puramente attraverso la sua abbondanza di dimensioni, costruite da trasparenze e artifici.

Titolo mostra:
Nairy Baghramian. Maintainers
Date di apertura:
Dal 13 ottobre, 2018 al 6 gennaio 2019
Sede:
Palais des Beaux-Arts
Indirizzo:
13, quai Malaquais, 75006 Parigi

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