Sette appuntamenti da non perdere durante Artissima 2018

Domusweb ha selezionato sette eventi e mostre dal sistema della Art Week torinese.

mousset hana hana 2018

Raggiunta la venticinquesima edizione della fiera di arte contemporanea, ci si può ormai avventurare fuori dalla wasteland logistica asfaltata che circonda la fiera centrale, e concedere scelte attraverso gli spazi di una città che risponde sempre più voluminosamente all’evento. Qui sette punti di una visita che esplora le aree circostanti la main venue, si sposta nelle terre post industriali del borgo San Paolo (dove vanno segnalate le mostre di Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, cui Domusweb dedica un articolo), invade il centro città e costringe ad un fuori porta, prima di rientrare nella dimensione urbana delle sezioni fieristiche. 

Zheng Bo, Weed Party III — PAV Parco Arte Vivente, dal 4 novembre 2018 al 24 febbraio 2019

Il PAV ospita la prima personale italiana dell’artista cinese Zheng Bo, a cura di Marco Scotini.
Zheng Bo esplora la relazione tra piante, società e politica fin dal 2003, e Weed Party III, concepito per PAV, indaga il rapporto tra due incontrollabilità: i movimenti politici e le piante dette parassitarie. Ed ecco nella serra del Parco le possibili configurazioni dei futuri movimenti sociali ed ecologisti in After Science Garden; ecco sette ragazzi che spingono il dibattito nell’area queer, intrattenendo rapporti intimi con diversi le felci di una foresta di Taiwan, nei due film di Pteridophilia.
Difficilmente i suoli marginali del backyard urbano dove sorge il PAV avrebbero mai immaginato di diventare la pista di decollo per una critica fitofila del sovrainflazionato Antropocene.
 

Melodie Mousset, Hana Hana full Bloom — Ex MOI, dal 26 ottobre al 15 novembre
Treti Galaxie espugna le arcate moderne degli Ex Mercati Generali di Umberto Cuzzi, e riporta vita in uno dei più noti casi di morte urbana apparente, presentando la prima personale in Italia dell’artista francese Mélodie Mousset.
Le sue installazioni immersive fanno collidere virtuale e materiale per indagare la formazione dell’identità: HanaHana, rappresentazione in VR dell’inconscio corporeo dell’artista, è un mondo-laboratorio, sabbia, acqua colorata e strutture di pietra, in cui il visitatore può costruire all'infinito vertiginose architetture composte da mani aperte, il primo e più antico strumento dell'umanità. Il nuovo sviluppo del progetto è stato realizzato dall'artista insieme a ragazzi ospedalizzati dell'Ospedale Regina Margherita di Torino, diventati in questo caso i suoi assistenti. 
 

Petrit Halilaj, Shkrepëtima — Fondazione Merz, dal 29 ottobre al 3 febbraio 2019

Nella ex centrale elettrica del complesso Lancia trova sintesi un percorso in tre tappe, aperto dall’artista kosovaro nella sua città natale, Runik, e curato da Leonardo Bigazzi.
Shkrepëtima è il “lampo”, il pensiero improvviso e intenso che attiva le coscienze: Halilaj intende modificare i processi di costruzione della storia collettiva della sua comunità riavvicinandola alle proprie origini e discutendone i modelli. Tramite spaziale del processo, realtà rianimata dall’artista per la fase performativa del progetto, la Casa della Cultura di Runik è ricostruita all’interno della Fondazione e ospita materiali, video e re-staging delle performance, a mostrare come il potenziale generatore dei luoghi non sia necessariamente limitato a una città o a una nazione.
 

Mike Nelson, L’atteso — OGR Officine Grandi Riparazioni, dal 2 novembre 2018 al 3 febbraio 2019

La narrazione che l’artista inglese ha scelto di spazializzare a Torino, nel progetto a cura di Samuele Piazza, è un’eterotopia tesa tra vastità e intimità: in uno scenario filmico dove nessuna interpretazione è imposta al visitatore, la trasformazione dell’architettura e la disposizione di oggetti sviluppano un percorso a più livelli di lettura, dal viaggio onirico alla fantascienza.
Un’enorme struttura in legno si fa soglia, nel Binario 1, per un ambiente buio dove, tra una distesa di macerie pressate, stazionano una ventina di automobili abbandonate. Poca luce, pochi suoni, e Nelson plasma un vero limbo fisico ed emotivo, attingendo ad Antonioni e Dario Argento, o ad artisti come Ed Kienholz.
 

Hito Steyerl. The City of Broken Windows, — Castello di Rivoli, dal 1 novembre 2018 al 30 giugno 2019

L’intelligenza artificiale apprende, e una della articolazioni più comuni di questa affermazione è espressa dall’industria e dalla tecnologia della sicurezza, dove alle AI viene insegnato come riconoscere il rumore di finestre che si rompono. A partire dall’indagine di Steyerl su come questi soggetti influenzino il nostro ambiente urbano, e su come possano emergere atti pittorici alternativi in spazi pubblici, la mostra curata da Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio occupa la Manica Lunga del castello con la minor materialità possibile, pur non potendo prescindere dal materiale: due video, una sinfonia atonale di suoni alterati, un trompe l’oeil di Chris Toepfer.
 

Francesco Vezzoli, C-CUT Homo Ab Homine Natus — Galleria Franco Noero piazza Carignano, dal 1 novembre 2018 al 12 gennaio 2019

La migrazione radicale dello scenario (passiamo ad un piano nobile settecentesco aperto sulle masse guariniane del palazzo Carignano) anticipa la mutazione radicale dell’approccio: Francesco Vezzoli pratica quella che definisce una “unione arbitraria, basata però su criteri storici inconfutabili, di elementi (…) apparentemente lontani. (Una) reinvenzione dell’abitudine diffusa in epoca romana di copiare le opere greche più antiche, senza effettuare una distinzione di valore tra originale e copia”.
C-CUT  parte da una tipica scultura da giardino in cemento del XX secolo e conduce a un parto “sovrumano” in cui un uomo viene alla luce squarciando violentemente la schiena di un altro uomo, in un percorso ideato da Filippo Bisagni che prepara e congeda lo spettatore, immergendolo nei rimandi agli horror degli anni ’70, e negli esasperanti suoni di Wendy Carlos.
 

Due articolazioni espositive, in fiera e fuori fiera


Artissima Sound — OGR Officine Grandi Riparazioni

Novità di questa edizione, Sound è la sezione curata della fiera dedicata alle indagini sonore contemporanee: 15 progetti monografici dedicati al suono selezionati da Yann Chateigné Tytelman (HEAD Geneva) e Nicola Ricciardi (OGR).
Le logiche dell’arte visiva sono sempre più discusse nel contemporaneo, e il suono è uno dei fronti di critica: usato per trasformare lo spazio e la sua percezione, deve il suo ruolo alla capacità di evocare e svelare una realtà intangibile, sempre mutevole. Da qui l’esigenza di creare una nuova sezione e il correlato l’OGR Award.
 

FLAT. Fiera Libro Arte Torino — La Centrale, Nuvola Lavazza, 2 – 4 novembre 2018 

Ormai consolidata l’affermazione che l’arte si affermi e si legittimi in larga parte sulle pagine pubblicate, è meno consueto che queste pagine riescano a sottrarsi al contenitore dei bookshop. FLAT si posiziona in questo margine, come evento espositivo dedicato al libro d’artista e d’arte contemporanea, ospitando nei nuovi spazi della Nuvola Lavazza 40 espositori provenienti da 12 paesi selezionati dai fondatori Chiara Caroppo, Beatrice Merz e Mario Petriccione insieme ad un comitato scientifico internazionale, integrandosi con una mostra dedicata ai lavori di Dieter Roth e ad un programma di incontri con esperti del settore per fare il punto sulla rilevanza del libro come oggetto, mezzo e strumento per l'arte, la sua distribuzione e diffusione.

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