MoMA. La danza non ha mai fine

Una mostra celebra un gruppo di coreografi e autori che hanno introdotto sperimentazioni nelle performance transdisciplinari negli anni Sessanta.

Al Museum of Modern Art di New York, Trisha Brown, Lucinda Childs, David Gordon, Robert Morris, Yvonne Rainer, Robert Rauschenberg e Carolee Schneemann rappresentano solo una rosa di rappresentanti, di artefici rievocati da “Judson Dance Theater: The Work Is Never Done”. Citando il coreografo Steve Paxton, la mostra riflette tanto lo spirito della sperimentazione, relativa al gruppo Judson tanto l'importanza, l’influenza del loro lavoro nei confronti della contemporaneità. Prendendo a prestito il loro nome dalla Judson Memorial Church, una congregazione protestante impegnata nel sociale, situata nel Greenwich Village, nel 1962 il teatro era organizzato in una serie di laboratori aperti che permettevano ai partecipanti di sviluppare nuove evoluzioni performative. Gli artisti del gruppo Judson si spinsero nel riformare profondamente tutti i campi delle discipline artistiche dopo la metà del XX secolo, riformulando metodi compositivi non convenzionali per far fuoriuscire la danza dalle convenzioni del teatro, incorporando movimenti ordinari ed espressioni più spontanee all'interno dei loro lavori. “The Work is Never Done” li dispone seguendo cinque sezioni: il programma di performance nel Marron Atrium; 3 Dances: What Is a Dance?; Workshops; Downtown: Sites of Collaboration; e infine Sanctuary: Judson Dance Theater. 

“The Work is Never Done” Veduta dell'installazione, MoMA, New York, 2018.
© 2018 The Museum of Modern Art. Foto Peter Butler

domus-judson moma-07 Vista della mostra Judson Dance Theater: The Work Is Never Done, The Museum of Modern Art, New York, 16 settembre 2018 - 3 febbraio 2019, 2019. © 2018 The Museum of Modern Art

Vista della mostra Judson Dance Theater: The Work Is Never Done, The Museum of Modern Art, New York, 16 settembre 2018 - 3 febbraio 2019, 2019. © 2018 The Museum of Modern Art

“The Work is Never Done” Veduta dell'installazione, MoMA, New York, 2018.
© 2018 The Museum of Modern Art. Foto Peter Butler

“The Work is Never Done” Veduta dell'installazione, MoMA, New York, 2018.
© 2018 The Museum of Modern Art. Foto Peter Butler

“The Work is Never Done” Veduta dell'installazione, MoMA, New York, 2018.
© 2018 The Museum of Modern Art. Foto Peter Butler

“The Work is Never Done” Veduta dell'installazione, MoMA, New York, 2018.
© 2018 The Museum of Modern Art. Foto Peter Butler

“The Work is Never Done” Veduta dell'installazione, MoMA, New York, 2018.
© 2018 The Museum of Modern Art. Foto Peter Butler

Simone Forti, Huddle. 1961 Performance commissionata da Media and Performance Art Funds, in Judson Dance Theater: The Work Is Never Done, Digital image © 2018 The Museum of Modern Art, New York

Simone Forti, Slant Board. 1961 Performance commissionata da Media and Performance Art Funds. Performed in Judson Dance Theater: The Work Is Never Done © 2018 The Museum of Modern Art, New York.

Simone Forti, Accompaniment for La Monte’s “2 sounds” and La Monte’s “2 sounds”. 1961 Performance commissionata da Media and Performance Art Funds, in Judson Dance Theater: The Work Is Never Done,© 2018 The Museum of Modern Art, New York

Esposizioni di disegni, vestiti e fotografie, nonché le acquisizioni e il programma di performance live permettono al Department of Media and Performance Art di focalizzarsi nel considerare come la storia sia stata sentita, percepita e incorporata, da alcuni protagonisti, proponendo il passato all'interno di un più esteso contesto sociale. Infatti, la mostra si presenta come un tentativo di spiegare le modalità secondo le quali la storia di alcuni interventi artistici dal vivo sia stata mediata dal passaggio del tempo attraverso uno sguardo retrospettivo, materiali d'archivio, racconti orali, includendo tralci di interviste realizzati con diversi autori. La mostra include, inoltre, un corposo programma di performance valorizzate da una raccolta di fotografie, filmati e incisioni. Nella prima sezione della mostra, il film 3 Dances di Gene Friedman del 1964 prova a dare una risposta alla domanda Che cosa è la danza? presentando varie forme di movimento che verranno assegnate all'ambito della danza nuovamente nei primi anni Sessanta. 

Da non mancare, fra le altre rarità, riunite per la prima volta assieme, il video di Luciana Childs, Carnation del 1964, nella quale lei introduce oggetti di ogni giorno come spugne, arricciacapelli e anche uno scolapasta, ponendo una grande attenzione sul contrasto tra il proprio modo di comportarsi e l'assurdità delle sue reazioni, in una sorta di farsa comica. Alcune attività del Judson Dance Theater sono rappresentate in una sezione specifica attraverso serie di fotografie originali ma anche una proiezione di diapositive che ritraggono le serate di Concerts of Dance #3 e #13, posti in sequenza.

Inoltre, in aggiunta alle performance dal vivo, del Marron Atrium, una compilation di video composta dall'artista Charles Atlas mette in luce il materiale storico relativo a diversi artisti selezionati dalla mostra. Ri-assemblando materiali dall'era Judson e Post-Judson, Atlas include sia lavori individuali sia collettivi. Atlas infatti ha collaborato con l'archivista della Trisha Brown Dance Company, Cori Olinghouse, per creare un'installazione, durante le settimane che il museo dedicherà, nel proprio programma, a Trisha Brown, momenti di approfondimento che riproporranno la traiettoria compiuta da Brown, dal periodo del Judson ai suoi lavori più tardi.

  • Judson Dance Theater: The Work Is Never Done
  • 16 settembre 2018 – 3 febbraio 2019
  • Ana Janevski e Thomas J. Lax con Martha Joseph
  • MoMA – Museum of Modern Art
  • 11 West 53 Street, New York