Questo articolo fa parte della Monografia di Ma Yansong allegata al numero di dicembre di Domus, 1107.
È prossimo alla conclusione l’imponente cantiere per il Lucas Museum of Narrative Art di Los Angeles, in vista dell’apertura al pubblico prevista per il settembre del 2026.
Fondato dal regista George Lucas e da Mellody Hobson, autrice e imprenditrice, il museo è dedicato alle molteplici forme d’arte legate alla narrazione visiva e letteraria.
La collezione è basata su quella personale di Lucas, che ne sarà anche il curatore, e comprende oltre 40.000 pezzi tra illustrazioni e dipinti, fotografie e fumetti, oggetti relativi al mondo del muralismo e del cinema.
Mad si aggiudica il progetto in occasione del concorso del 2014, mentre la costruzione comincia nel 2018, con la direzione dei lavori di Michael Siegel di Stantec.
Il sito di 11 ettari è un ex parcheggio all’interno dell’Exposition Park di Los Angeles, luogo chiave della vita culturale e sportiva della città. Tra le istituzioni di rilievo, hanno sede qui il National History Museum della contea – il più grande e importante della West Coast – e il California African American Museum. Si svolgeranno nel parco anche i Giochi Olimpici del 2028, come già le edizioni del 1932 e del 1984. Il Lucas Museum si propone di diventare un luogo condiviso per le comunità locali e per i visitatori delle attrazioni del quartiere, permanenti e temporanee.
Ci siamo ispirati ai grandi alberi di Exposition Park, che sono ripari e luoghi di ritrovo e abbiamo modellato l’edificio come una sorta di estensione delle loro chiome, sollevandone la parte centrale per accogliere uno spazio d’incontro.
Mad
Si configura come un singolo volume curvilineo, praticamente e visivamente sospeso sopra un sistema articolato di spazi pubblici minerali e vegetali. L’edificio si distribuisce su cinque livelli, per un totale di 28.000 m² di superficie calpestabile, di cui circa 10.000 sono gallerie per le esposizioni. A esse si affiancano due cinema, sale per eventi e per attività didattiche e comunitarie, una biblioteca, una caffetteria, un ristorante e un negozio. Gli accessi principali sono posizionati in corrispondenza di una piazza coperta, che il solido architettonico scavalca con una luce di 56 metri. Un oculo ellittico attraversa il ponte sovrastante e la inonda di luce naturale zenitale.
“Ci siamo ispirati ai grandi alberi di Exposition Park, che sono ripari e luoghi di ritrovo”, spiegano i progettisti di Mad, “e abbiamo modellato l’edificio come una sorta di estensione delle loro chiome, sollevandone la parte centrale per accogliere uno spazio d’incontro”.
La formosità scultorea del Lucas Museum sembra evocare l’immaginario fantascientifico-spaziale che George Lucas ha contribuito a popolarizzare. A livello tecnico, l’edificio-astronave è rivestito da 1.500 pannelli di Frp, un polimero rinforzato con fibra di vetro, tutti differenti, come spesso accade per le più esuberanti architetture parametriche contemporanee. La complessità dei volumi costruiti prosegue nel parco.
Mia Lehrer, del losangelino Studio-Mla, la concepisce come una superficie biodiversa, sostenibile e decisamente attrezzata – di sentieri, specchi d’acqua e dispositivi paesaggistici vari – in dialogo con il giardino pensile che si estende sul dorso nerboruto del museo stesso.
