Per Natale, regala un’opera d’arte low-cost: Richter, Pomodoro o Martin Parr?

Guida ragionata al collezionismo per tutti, tra fotografie, stampe e opere originali, con tanti nomi che hanno fatto la storia e altri che la faranno, spendendo al massimo 1000 euro o poco più.

Natale si avvicina e, puntuale, arriva il dilemma dei regali. Possiamo anche raccontarci che quest’anno ci organizzeremo prima, ma alla fine ci riduciamo sempre al pigiama, ai calzini, oppure — per quella persona particolarmente speciale — al maglioncino d’alpaca cresciuta a fili d’erba selezionati a mano. E mentre il malcapitato lo scarta, ci sentiamo in dovere di partire con la storia della fibra rarissima e del pascolo in quota, certificandone il destino: resterà chiuso nell’armadio per sempre.

Con uno sforzo simile avremmo potuto scegliere qualcosa con un valore culturale. Per esempio un’opera d’arte, che è anche un modo per sostenere chi l’arte la fa e chi ci lavora. 
Per questo Natale abbiamo deciso di mettere da parte l’idea che l’arte significhi automaticamente cifre astronomiche, un mito alimentato da titoli che parlano solo di record d’asta. Abbiamo raccolto per voi una selezione di opere sotto — o al massimo appena sopra — i mille euro.

Mattia Ragni, Drift, 2025. Courtesy Limbo Contemporary

L’invito è a scoprire, conoscere, collezionare. E magari a regalare qualcosa che non finisca chiuso nell’armadio, ma apra uno sguardo. 
La selezione completa nella gallery.

Fotografia

La fotografia resta uno dei modi più accessibili per avvicinarsi all’arte contemporanea: un medium che consente di entrare nel mondo dei grandi autori senza dover oltrepassare cifre proibitive. Stampe in edizione, Polaroid, poster firmati o multipli fotografici mantengono intatto il valore dello sguardo dell’artista, pur collocandosi in fasce di prezzo ancora alla portata di molti collezionisti.

È il caso di due giganti come Nobuyoshi Araki e Daidō Moriyama, le cui Polaroid—intime, immediate, spesso sperimentali—rappresentano un punto di ingresso sorprendentemente accessibile nel loro universo visivo. Allo stesso modo, alcuni fotografi storici offrono edizioni che permettono di avvicinarsi a un’eredità iconica senza superare il budget: Duane Michals, con le sue sequenze poetiche e concettuali spesso disponibili in edizioni firmate, o Joel Meyerowitz, tra i padri della fotografia a colori contemporanea, con print ampie e accessibili.

Sophie Calle, Des journées entières sous le signe du B, du C, du W ANG, 2013. Courtesy Perrotin

Anche artisti contemporanei di fama internazionale mantengono una forte presenza nel mercato delle edizioni: Wolfgang Tillmans, con poster e open editions molto collezionati, o Sophie Calle, che attraverso i suoi lavori narrativi offre piccole edizioni e materiali d’artista che permettono di entrare nella sua pratica concettuale senza investimenti elevati.

In Italia, le Polaroid di Maurizio Galimberti restano un classico: opere immediate e riconoscibili, capaci di trasformare il volto o la città in un mosaico dinamico. Accanto a lui, una generazione intermedia di autori con importanti riconoscimenti internazionali — come Paola Di Bello, che indaga da anni il rapporto tra comunità e architettura come specchio del vivere urbano — propone lavori rigorosi, collezionabili e ancora accessibili nelle edizioni.

Paola Di Bello, La finestra sul cortile, New York, casa Lynne, ovest (dett.1), 2012/2025. Courtesy l'artista

E vale la pena guardare anche ai fotografi più giovani, spesso presenti con stampe in tirature limitate e progetti editoriali d’artista: un terreno fertile per chi desidera iniziare una piccola collezione, sostenere nuove ricerche e scoprire sguardi ancora in formazione.

Stampe e multipli

Nel campo delle stampe d’artista, il secondo Novecento italiano offre un repertorio particolarmente interessante per chi vuole collezionare con budget contenuti. La generazione attiva tra gli anni Sessanta e Ottanta — da Emilio Tadini a Valerio Adami, Enrico Baj, Lucio Del Pezzo, Bruno Di Bello, Piero Dorazio e Gianfranco Pardi — ha infatti considerato la grafica come un’estensione naturale del proprio lavoro.

La diffusione di laboratori specializzati e l’assenza di tecniche digitali rendevano litografia, serigrafia e acquaforte non semplici riproduzioni, ma processi progettuali veri e propri: opere concepite per la stampa, dove l’artista interveniva sulle matrici, sulle sovrapposizioni cromatiche, sulla qualità tattile della superficie. 

Valerio Adami, Aeroporto, 1967. Edizioni ED912 Milano. Courtesy Gio Marconi Gallery

Il discorso si amplia con i multipli, che permettono di avvicinare la dimensione scultorea in formati ridotti. Piccoli lavori di Arnaldo Pomodoro mantengono la stessa tensione formale delle opere monumentali, traducendo la sua ricerca plastica in oggetti seriali ad alta definizione materica. Lo stesso vale per Sol LeWitt, la cui pratica modulare si presta a edizioni numerate e ceramiche che trasferiscono il linguaggio concettuale in una dimensione tridimensionale essenziale.

La ceramica d’autore rappresenta infatti un ambito in crescente attenzione, dove la componente manuale diventa parte integrante del valore dell’opera. Figure storiche come Pietro Melandri (1885–1976), protagonista della stagione modernista faentina, hanno sviluppato oggetti modellati e smaltati a mano che uniscono artigianato e ricerca formale, offrendo oggi un’alternativa collezionistica tangibile e accessibile, lontana dalla riproducibilità dell’immagine e più vicina alla dimensione sensoriale del fare.

Arnaldo Pomodoro, Medaglione in bronzo, 1970

Early career

C’è poi la strada degli artisti early career, autori molto giovani la cui produzione è ancora nella fase iniziale. In questo caso non si tratta di stampe o multipli, ma di opere originali, spesso tra le prime realizzate, in cui il linguaggio dell’artista si sta definendo. Scegliere un lavoro di questa fase significa investire nel potenziale futuro di una ricerca e sostenere chi ha appena intrapreso un percorso professionale che richiede decisione, continuità e, perché no, anche una buona dose di coraggio. Regalare un’opera di un giovane artista può assumere così anche un valore simbolico: un gesto che riconosce l’impegno di chi sta costruendo il proprio cammino e incoraggia chi sente il dovere, o la necessità, di far ascoltare la propria voce.

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