"La fotografia è un'affermazione sociopolitica" potrebbe essere il titolo alternativo di questa mostra. Josep Brangulí è stato definito uno dei pionieri e il più grande esponente del fotogiornalismo del XX secolo, grazie alla sua capacità di registrare con la macchina fotografica alcuni dei momenti più importanti della storia spagnola. Il suo lavoro era focalizzato sul contesto della città, della società e della politica, e la sua opera è diventata parte importante dell'archivio storico di Barcellona nonché, tra l'altro, una ricca fonte di informazioni sulle trasformazioni industriali della città, sulla guerra civile e sulla Repubblica.
La storia di Barcellona nel XX secolo è piena di vicissitudini e di conflitti e, contemporaneamente, estremamente significativa negli anni che vanno dal 1909 al 1945. Le occasioni di scoprirla attraverso le stampe delle immagini scattate da Brangulí è in realtà un viaggio nella macchina del tempo. Quando si parla di una città e si cerca di capirla è molto importante poter accedere alle immagini nascoste che creano la poesia della quotidianità, della vita comune e la bellezza dell'ordinario che circonda la storia di un luogo. Secondo i curatori della mostra "Brangulí, sopravvissuto a tutte le vicissitudini politiche del suo tempo, accompagnò la città in cui viveva con l'attenzione ai cambiamenti in corso, alle trasformazioni, alla gente e a ciò che faceva. Usò la sua professione per restare al passo della metamorfosi della città, trasformando il suo lavoro di fotografo – un po' come un cospiratore – in un'agenzia, in un archivio e in qualunque cosa occorresse per realizzarne la magia".
Josep Brangulí
Con gli scatti di uno dei più grandi esponenti del fotogiornalismo del XX secolo, il CCCB accompagna il visitatore in una macchina per viaggiare nel tempo.

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- Ethel Baraona Pohl
- 06 settembre 2011
- Barcellona

Scrive Bogdan Bogdanovic nel suo The City and Death[1] che "ogni grande romanzo parla di una grande città e ogni grande città contiene in sé almeno un grande romanzo", e questa citazione mi fa pensare che anche ogni foto scattata da Brangulí ha in sé una grande città, una grande città che si chiama Barcellona. Dagli scontri politici che ebbero luogo a Barcellona nel 1909, noti come la "Settimana tragica"[2], alla seconda grande esposizione internazionale del 1929, queste immagini illustrano la vita politica di quegli anni, ritraendone i leader, le mobilitazioni popolari e perfino lo scambio dei prigionieri della seconda guerra mondiale avvenuto nel porto di Barcellona nel 1944. Un altro tema che appare importante per Brangulí era l'urbanizzazione. A quei tempi il paesaggio urbano cambiava continuamente. Quando dal 16 al 19 marzo 1938 Barcellona venne bombardata per tre giorni[3] la città fu ridotta in macerie e richiese una massiccia ricostruzione. In questo contesto la documentazione costituita da queste fotografie è una fonte di informazioni su un periodo cruciale per la Catalogna.

Brangulí era un flâneur. Passava gran parte del tempo passeggiando per l'Eixample, per il Barrio Gótico e per la Riviera, e anche nelle zone periferiche come il Tibidabo, Montjuic, il Sorromostro e le rive del Llobregat. In queste località si trovavano gran parte delle industrie e degli edifici fotografati da Josep Brangulí. Il suo scopo era documentare la transizione rappresentata dalla costruzione industriale della città e i suoi effetti sociali, il modo in cui questa industria andava disegnando la città e le sue dinamiche in architettura. La diversità dell'opera di Brangulí costituisce un panorama completo della Barcellona della prima metà del XX secolo. Con temi come – tra molti altri – "La società prima della repubblica", "La società dal 1931 al 1936", "I cantieri delle navi di ferrocemento", "Lo scambio dei prigionieri della seconda guerra mondiale" e "I tram, la guerra e il dopoguerra", Brangulí non accompagna il visitatore in un museo o in una mostra, ma in una macchina per viaggiare nel tempo.
Visitare questa mostra rende facile capire come la gente viveva, agiva, lavorava e si divertiva a Barcellona in quegli anni, e di colpo ogni fotografia diventa un documento sociologico della città.
Visitare questa mostra rende facile capire come la gente viveva, agiva, lavorava e si divertiva a Barcellona in quegli anni, e di colpo ogni fotografia diventa un documento sociologico della città. Scrive Susan Sontag in Sulla fotografia[4] che la fotografia, pur non essendo di per sé un'arte, ha la peculiare capacità di trasformare i suoi soggetti in opere d'arte. E descrive così la sensazione che si prova osservando le immagini di Brangulí: la macchina del tempo trasformata in opera d'arte. Ethel Baraona Pohl
Note:
1. Bogdan Bogdanovic, The City and Death, in Joanna Labon, Balkan Blues: writing out of Yugoslavia, Northwestern University Press, 1994.
2. Carolyn P. Boyd, Praetorian Politics in Liberal Spain.
3. Barcellona fu bombardata nel corso della guerra civile nel marzo del 1938. Ulteriori informazioni su barcelonabombardejada.
4. Susan Sontag, On Photography, New York, Farrar, Straus and Giroux, 1977 (trad. it. di Ettore Capriolo, Sulla fotografia, Torino, Einaudi, 2004).