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Il numero di maggio di Domus, il quinto curato da Bjarke Ingels, indaga il vetro come elemento chiave della progettualità contemporanea.

Materiale dalle infinite metamorfosi, il vetro è il protagonista del numero di Maggio di Domus. L’editoriale, curato dal Guest Editor 2025, Bjarke Ingles, introduce il tema riflettendo sull’evoluzione del vetro da lusso a ubiquità e sulla sua attuale rinascita all'insegna della sperimentazione nell'architettura e nel design. Ingels sottolinea così l’adattabilità del materiale, capace di trasformarsi da trasparente a opaco, da assente a presente, da flessibile a intransigente. Nuove frontiere creative di un antichissima materia.

Arrivati alla sezione dei saggi si aprono diverse. Sophie Wolf, in “Simbolo del possibile”, traccia una linea storica che dalle prime applicazioni del vetro conduce alle sorprendenti innovazioni del XIX e XX secolo, svelandone il ruolo cruciale nell'evoluzione dell'architettura luminosa e aperta. James O’Callaghan, con “Verso nuove possibilità di vetratura”, offre la visione di un ingegnere strutturista, esplorando come la ricerca della trasparenza abbia spinto l'ingegneria del vetro verso soluzioni sempre più audaci e leggere, pur affrontando le sfide della sostenibilità. Infine, Niklas Dahlström e Anders Solvarm, in “Il futuro degli edifici”, presentano la filosofia di Naturvillan, dove il vetro diviene elemento chiave per integrare natura e spazio abitativo in un ciclo virtuoso di sostenibilità e benessere.

Domus 1101, maggio 2025

Le tavole, curate da Filippo Cartapani e Shane Dalke, architetti dello studio Big che collaborano con il guest editor, offrono un'analisi concisa ma esaustiva di un materiale potente. I flussi del vetro ne delineano la complessa filiera produttiva e le sfide legate al riciclo. Tipi di vetro fornisce una panoramica tecnica delle diverse tecniche di produzione e delle relative proprietà. La visita in studio ci conduce nell'universo creativo di Sanaa, attraverso un dialogo tra Bjarke Ingels e Kazuyo Sejima: un’incontro d’eccezione tra dueprotagonisti assoluti della scena architettonicaa cavalo del XX e XXI secolo. L'intervista svela come lo studio giapponese abbia esplorato il vetro non solo come diaframma trasparente ma come materiale con una propria identità, plasmando spazi fluidi e inattesi in progetti iconici come il Toledo Museum of Art Glass Pavilion e il Rolex Learning Center.

Un'esplorazione a 360 gradi del vetro, un materiale che continua a ispirare e sfidare i confini della creatività umana, plasmando il nostro ambiente costruito e la nostra percezione dello spazio.

La sezione architettura presenta una serie di progetti che testimoniano la versatilità del vetro. Shohei Shigematsu di Oma, insieme a Olafur Eliasson e Sebastian Behmann di Studio Other Spaces, illustrano il Gundlach Building e l'installazione Common Sky al Buffalo AKG Art Museum, dove la trasparenza diviene elemento di connessione e inclusività. Qiang Zou e Mathieu Forest di Zone Of Utopia ci portano nel centro culturale Ice Cubes in Cina, un'architettura scultorea di vetro traslucido che evoca la purezza del ghiaccio. Jean Verville presenta il suo laboratorio creativo Bruj, Cabinet de curiosités, un esempio di flessibilità spaziale ottenuta grazie a pareti scorrevoli di vetro. Makoto Takei e Chie Nabeshima di TNA descrivono la Fukutake Tres F Gallery in Giappone, dove il vetro sottile dissolve i confini tra interno ed esterno, integrando l'arte con la natura circostante. Christoph Zeller, Ingrid Moye e Katie Paterson firmano Mirage, un'installazione poetica di cilindri di vetro fuso con sabbie desertiche, che riflette la luce nell'uliveto di Apple Park. Infine, Masoud Akbarzadeh, Joseph Robert Yost, Damon Bolhassani, Jens Schneider e Romain Crelier presentano il Penn Monument for Hope, un ponte di vetro ad alte prestazioni che sfida le convenzioni costruttive.

Il portfolio di Christopher Payne ci accompagna dietro le quinte della produzione del vetro, rivelandone la bellezza intrinseca nei processi industriali e scientifici. La sezione design esplora le potenzialità espressive del vetro attraverso l'opera di diversi creatori. Paul Cocksedge presenta la collezione Slump, dove il vetro piano assume forme organiche sotto l'azione del calore e della gravità. Germans Ermičs indaga le interazioni tra luce, colore e trasparenza nel vetro laminato, culminando nella sua iconica Ombré Glass Chair. Yuki Akari scolpisce delicate forme effimere in vetro borosilicato, catturando la transitorietà dell'acqua.

Domus 1101, maggio 2025

Conclude il numero la sezione arte introducendoci alle opere di Robert Comploj, che attraverso la soffiatura veneziana e boema incorpora oggetti urbani nel vetro, e Dustin Yellin, il cui testo Ossimoro è una riflessione poetica sulla natura paradossale del vetro, accompagnata dalle sue sculture stratificate che racchiudono narrazioni complesse.La storia di copertina celebra il vetro fuso, un materiale che Lasvit ha sapientemente lavorato per esprimere la matericità e l'imperfezione intrinseca del vetro, in un omaggio alla sua natura di liquido solidificato.

Questo numero di Domus si configura così come un'esplorazione a 360 gradi del vetro, un materiale che continua a ispirare e sfidare i confini della creatività umana, plasmando il nostro ambiente costruito e la nostra percezione dello spazio.

Il Diario apre le sue pagine con Il fatto del mese, a cura questa volta del Direttore Editoriale Walter Mariotti. La destinazione è Osaka, dove si è inaugurato il Padiglione Italia per Expo 2025. L'architettura visionaria di Mario Cucinella Architects si offre come una celebrazione di una nazione che sa coniugare mirabilmente bellezza, innovazione e sostenibilità, un racconto reso possibile anche dalla guida illuminata del Commissario Generale Mario Vattani. Il padiglione diviene così una raffinata vetrina del talento italiano, un ponte culturale che idealmente unisce l'Italia al Giappone.

Con una sensibilità squisitamente intima, Paul Smith, nella sua consueta rubrica Luoghi Comuni, eleva la riparazione e il riuso a gesti di profonda eleganza etica, intessendo aneddoti personali che risuonano con un'ammirevole coscienza del valore intrinseco degli oggetti e della nostra responsabilità nei confronti del mondo che ci circonda. Ancora Walter Mariotti che si sofferma sulla recensione del volume Compasso d’Oro. ADI Design Museum Collezione storica, un'opera che si disvela come un sofisticato autoritratto dell'identità italiana nel design, un dialogo corale che trascende la mera forma per abbracciare la cultura e il pensiero che la sottendono.

Domus 1101, maggio 2025

Un'originale prospettiva storiografica emerge dalla recensione dedicata a Architecture Follows Fish di André Tavares, un'indagine che con singolare acume adotta lo sguardo inatteso di una creatura marina per illuminare inediti nessi tra architettura e ambiente. La riflessione sul design contemporaneo si arricchisce con la presentazione di Not Here, Not Now di Anthony Dunne e Fiona Raby, un'esplorazione che, con ironica profondità, dischiude le inattese potenzialità del design speculativo in un'epoca segnata dall'incertezza.

Valentina Petrucci raccoglie le osservazioni di Andrea Margaritelli sul progressivo svilimento dello spazio pubblico milanese, una denuncia garbata ma incisiva di una tendenza che rischia di offuscare il valore collettivo a favore di un'estetica elitaria. L'innovazione nel design grafico si manifesta con il progetto QuantoRiso, presentato da Francesco Franchi, dove il packaging di riso si trasforma in un elegante veicolo di divulgazione scientifica, un'idea ingegnosa concepita da Anna Cecilia Rosso e magistralmente resa in forma visiva dallo studio Atto e dall'illustratrice Sofia Figliè.

La complessa figura di Pietrangelo Buttafuoco è tratteggiata dal Direttore Editoriale svelandone il pensiero non convenzionale e la visione stimolante per la Biennale di Venezia, un intellettuale che con singolare eleganza dialettica sfida i luoghi comuni del dibattito culturale.

Le Recensioni offrono ulteriori spunti di riflessione con l'analisi di Alessandro Benetti sulla mostra Soleil.s alla Solar Biennale, un'elegante esplorazione delle molteplici dimensioni dell'energia solare come motore di una transizione ecologica auspicabile. Alberto Mingardi disquisisce sul peso del commercio internazionale, svelando le intricate dinamiche che sottendono la crescita economica globale.

Paola Carimati celebra l'iniziativa Go! Borderless, un inno alla libertà di movimento tra Gorizia e Nova Gorica, e illumina il fertile terreno creativo di ITS Arcademy a Trieste, un crocevia di talenti e contaminazioni culturali. Il minimalismo nel design trova una sofisticata espressione nell'opera di Muller Van Severen, presentata da Loredana Mascheroni, un dialogo armonioso tra scultura e funzione che si traduce in oggetti di squisita semplicità.

Domus 1101, maggio 2025

La rubrica dedicata ai più giovani, curata con delicata attenzione da Elena Sommariva, introduce la Rainbow Chair di Mitten Studio, un esempio di design evolutivo che unisce funzionalità ed estetica raffinata con un occhio al futuro. I Talenti emergono con la forza evocativa delle creazioni di Furn Object, il brand di Anna e Sergii Baierzdorf, descritti da Silvana Annicchiarico. I loro arredi scultorei si ergono come silenziose testimonianze di resilienza e bellezza in un'epoca spesso segnata dalla turbolenza.

Le Aziende vedono protagonista Gibus, la cui evoluzione nel settore delle pergole bioclimatiche è narrata con competenza da Antonio Armano, svelando un connubio di innovazione tecnica, design ricercato e un crescente impegno per la sostenibilità. Infine, le Riedizioni curate con finezza da Valeria Casali presentano la Castiglioni Collection di Mamoli, un omaggio all'eleganza funzionale del maestro Achille Castiglioni attraverso rubinetti che trascendono la loro mera utilità per divenire icone di un design senza tempo.

Speriamo che queste pagine vi offrano non solo uno sguardo sul vetro, ma una lente attraverso cui osservare l'incessante metamorfosi della creatività umana. Buona lettura.

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