Le regioni del Sud Italia quest’anno offrono tante occasioni per trascorrere le vacanze di Natale all’insegna dell’arte, con un calendario di mostre che tocca diverse città, linguaggi e generazioni. Durante le feste di fine anno è più facile trovare il tempo per visitare musei, fondazioni e luoghi d’arte, magari anche regalando un biglietto d’ingresso a una mostra come dono originale da mettere sotto l’albero.
Le mostre da vedere nel Sud Italia durante le vacanze di Natale
Questo inverno le regioni del Sud Italia propongono un fitto calendario culturale. Da Napoli a Catania, passando per il Molise e la Basilicata, Domus ha selezionato le mostre da non perdere durante le vacanze di Natale.
Joan Miró, Litografo I, 1972 - Litografia originale a colori. Courtesy Lapis Museum
Jim Dine. Elysian Fields, Courtesy l’artista e Comune di Napoli
Roberto Cuoghi, A(XLVIIPs)t, 2021, 385 x 514 cm / 151.57 x 202.36 in, Foto: Sarah Muehlbauer
Pino Pinelli Pittura G.R.198218, elementi di legno e feltro dipinti, 31×23×4cm, XXVIII Premio Termoli 1983 © Gianluca Di Ioia
Andrea Pazienza Repubblica italiana, 1974 © Mariella Pazienza, Michele Pazienza
Maurizio Cattelan, «Sunday», 2024. © Gnamc. Foto: Alessandro Vasari
Superfici con: Pierre Ardouvin, Stanley Brouwn, Andrea Francolino, Andrea Fraser, That’s Painting Production, David Tremlett, Ger van Elk. Courtesy Fondazione Southeritage
Antonio Ligabue Leopardo nella foresta, s.d. (1956-1957) Olio su tavola di faesite, cm 54x54 Collezione privata
Veduta dell'installazione, Courtesy of the artist, Brunette Coleman, London and Casa Flash Art.
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- Carla Tozzi
- 13 dicembre 2025
Che siate fuori sede in rientro nelle città d’origine per le festività, viaggiatori in cerca di tappe da aggiungere al vostro un itinerario alla scoperta del Sud Italia, o più semplicemente appassionati d’arte che vogliono fare due passi tra un pranzo e l’altro, ci sono alcune mostre che vi consigliamo di non perdere, dalla Campania alla Sicilia, passando per Puglia e Molise.
A Napoli, ad esempio, spiccano due appuntamenti imperdibili con Joan Miró alla Basilica della Pietrasanta – Lapis Museum, e con Jim Dine a Castel Nuovo, dove le sculture in gesso dell’artista americano dialogano con l’architettura del Maschio Angioino creando un percorso tra storia e materia.
Sulla sponda dell’Adriatico, l’agenda delle mostre da vedere al Sud durante le feste include la personale di Roberto Cuoghi alla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, dedicata alle sue ricerche sulla metamorfosi, e il progetto Scollamenti al Macte di Termoli, che celebra i settant’anni del Premio Termoli rileggendo opere storiche e recenti del suo archivio.
Durante il periodo natalizio l’arte non si ferma, e per questo Domus ha stilato una lista di mostre da non perdere nelle regioni del Sud Italia durante le vacanze.
Immagine di apertura: Antonio Ligabue, Lotta di galli, s.d. (1958-1959) Olio su tavola di faesite, 57,5×67 cm Collezione privata
Nel pieno centro storico di Napoli, la Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, chiesa barocca tra le più importanti della città, da diversi anni è stata trasformata in una sede espositiva d’eccezione. Fino al 1° marzo 2026, è in corso la mostra Joan Mirò. Per poi arrivare all’anima, dedicata al legame profondo tra Joan Miró e la parola, elemento che l’artista considerava dotato di forza plastica pari al segno pittorico. Se già dagli anni Venti parola e immagine dialogano nelle sue Peinture-poème, è soprattutto nella grafica del dopoguerra che questo rapporto si intensifica, fino alla litografia Peinture = Poesie (1976). Curata da Achille Bonito Oliva e Vittoria Mainolti, l’esposizione presenta un corpo importante di opere grafiche di Joan Mirò, e si focalizza sull’uso innovativo delle tecniche di stampa, le collaborazioni con poeti e il ruolo centrale della grafica nella poetica del maestro catalano.
Parte del programma Napoli Contemporanea 2025, Jim Dine. Elysian Fields porta in città le opere di uno dei più importanti artisti americani contemporanei. Il percorso nasce dal dialogo tra ventinove sculture in gesso e gli ambienti monumentali di Castel Nuovo, instaurando un legame suggestivo tra passato e presente. Fulcro dell’esposizione è la Cappella Palatina, dove sono raccolte ventitré teste in gesso realizzate negli ultimi tre anni nello studio dell’artista a San Gallo: ritratti reali o immaginati, modellati in un materiale che Dine considera vivo, quasi umano per la sua fragilità e imperfezione. Il titolo della mostra, curata da Vincenzo Trione, rimanda ai Campi Elisi, luogo mitologico destinato a saggi ed eroi, evocando il carattere eroico e visionario di queste opere.
Roberto Cuoghi, vincitore della XXVII edizione del Premio Pino Pascali, è protagonista della mostra in corso alla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, fino alla primavera 2026. Il riconoscimento valorizza la centralità, nella sua ricerca, del rapporto tra individuo e società e del tema della metamorfosi, declinato attraverso scultura, pittura, suono e installazione, in una pratica multidisciplinare vicina allo spirito di Pascali. Negli ultimi vent’anni Cuoghi ha sviluppato tecniche e processi specifici per ogni serie, sperimentando nuovi linguaggi e passando con naturalezza da un medium all’altro. La mostra, realizzata in collaborazione con le gallerie Chantal Crousel e Hauser & Wirth, presenta le ricerche e le istanze che hanno guidato il suo lavoro nell’ultimo decennio.
Fino al 24 gennaio 2026 il MACTE di Termoli ospita Scollamenti: La collezione in circolo, a cura di Caterina Riva. La mostra nasce da una ricerca sulle opere premiate con il Premio Termoli dagli anni Sessanta, che oggi costituiscono il nucleo della collezione permanente, e celebra i settant’anni del premio, mettendo in luce come dal 1955, esso abbia registrato il dinamismo dei linguaggi artistici contemporanei. Accanto a lavori di artisti poi affermati, come Carla Accardi e Mario Schifano, l’esposizione riporta l’attenzione su opere recentemente esposte altrove, come quelle di Riccardo Lumaca e Tomaso Binga, e su lavori restaurati dalla Scuola di Restauro dell’Accademia di Belle Arti di Brera, senza dimenticare alcune opere in cattivo stato di conservazione, per sollecitarne il recupero. Schede storico-artistiche accompagnano ogni lavoro, approfondendo ricerche, traiettorie e biografie, tra cui quelle dei vincitori più recenti del Premio, come Riccardo Baruzzi.
Nel settantesimo anniversario della nascita di Andrea Pazienza, il MAXXI L’Aquila celebra il grande autore con un progetto espositivo diffuso tra Roma e il capoluogo abruzzese. La tappa aquilana indaga gli anni decisivi della formazione, quando Pazienza costruisce il proprio vocabolario visivo. Oltre trecento le opere in mostra, molte delle quali inedite, come disegni d’infanzia, chine, acquerelli, esperimenti a pennarello, testimonianze di una pratica in cui convivono tradizione e linguaggio pop. Organizzata per nuclei cronologici e tematici, l’esposizione racconta anche il legame di Paz con l’Abruzzo, con un focus su Convergenze, la galleria pescarese che nel 1973 accolse la sua prima personale.
La Fondazione Puglisi Cosentino di Catania ospita fino al 29 marzo 2026 un nucleo di opere – per la prima volta in trasferta –proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, che custodisce la più vasta collezione di arte italiana degli ultimi due secoli. Cinquantatré opere selezionate tra oltre ventimila nel catalogo della GNAMC, allestite nel barocco Palazzo Valle, instaurano nuovi dialoghi con la collezione permanente della Fondazione. La selezione, curata da Renata Cristina Mazzantini e Gabriele Simongini, offre una sintesi delle principali direzioni dell’arte italiana dagli anni Settanta a oggi, affiancata da lavori di artisti internazionali legati all’Italia, tra cui Calder, Chin, Güneştekin, Kapoor, Kostabi, LeWitt, Rondinone, Kiki Smith.
La Fondazione SoutHeritage di Matera presenta SUPERFICI CON:, una mostra attiva, che trasforma la propria sede espositiva – la Cappella dei Sette Dolori, cappella gentilizia del XVI secolo restaurata e parte di Palazzo Viceconte nello storico quartiere dei Sassi. Il patrimonio visivo delle pareti, segnate da affreschi, stemmi, iscrizioni e tracce del tempo, diventa parte del percorso espositivo in relazione con le opere site-specific di Pierre Ardouvin, Stanley Brouwn, Andrea Francolino, Andrea Fraser, That’s Painting Production, David Tremlett e Ger van Elk, autori che interagiscono con le superfici murarie come luoghi di accoglienza dell’immagine e membrane di scambio tra opera e spettatore. Parte della BIENALSUR 2025 – la biennale d’arte contemporanea diffusa e decentralizzata nata in America Latina, attiva su più continenti e dedicata alle urgenze culturali del presente – l’esposizione presenta pittura, fotografia e installazioni in una mostra che non avviene “in un luogo” ma “con un luogo”, invitando il pubblico a leggere i muri come archivi di memoria.
La grande retrospettiva dedicata ad Antonio Ligabue approda al Palazzo di Città di Cagliari, che fino al 7 giugno 2026 ospita Antonio Ligabue. La Grande Mostra. Curata da Francesco Negri e Francesca Villanti, il progetto espositivo costruisce una narrazione cronologica dell’evoluzione del linguaggio di questo grande artista italiano. Con sessanta lavori, tra dipinti a olio e disegni, restituisce la potenza di un artista capace di trasformare inquietudine e vulnerabilità in immagini dalla straordinaria forza. Il percorso segue i tre periodi definiti da Sergio Negri: dagli esordi naïf, alla maturità più densa e articolata, fino alla fase finale degli anni Cinquanta e Sessanta, segnata da segni decisi e cromie accese. Tra scene rurali, lotte tra animali e autoritratti, emerge un Ligabue lontano dai cliché: un autore lucidissimo, complesso, che attraverso la pittura ha costruito una verità umana e artistica profondamente sua.
Casa Flash Art nasce da un’ex autofficina nella Valle d’Itria, a pochi chilometri da Ostuni, trasformata nel 2024 in un laboratorio per l’arte contemporanea da Gea Politi e Cristiano Seganfreddo, editori della storica rivista Flash Art. In questo contesto, la mostra BedRock di Zazou Roddam introduce il lavoro dell’artista londinese – che ha partecipato al programma di residenza di Casa Flash Art – con sculture-colonna che custodiscono migliaia di negativi fotografici. Destinate a scomparire nel tempo per compressione, luce e calore, queste strutture riprendono le proporzioni delle diapositive, trasformandole in un archivio anonimo in cui le immagini tornano private. Classe 2000, Roddam utilizza materiali recuperati da aste e depositi, adottando pratiche di conservazione insolite per mettere in discussione ciò a cui scegliamo di dare valore.