Nell’editoriale del nuovo numero di Domus, il guest editor Tadao Ando spiega come la conservazione di opere architettoniche non sia soltanto una necessità, ma anche un mezzo creativo. Al testo dell’architetto giapponese seguono come da consuetudine due saggi, entrambi dedicati al tema principale di questo Domus 1059: nel suo articolo, Pierre-Antoine Gatier illustra la prassi del restauro nel rispetto dell'originalità delle opere. Massimo Faiferri racconta i lavori dello studio Lacaton & Vassal Architectes, noti per le loro ristrutturazioni sensibili all'autenticità degli spazi, e premiati quest’anno con il Premio Pritzker.
Domus 1059 è in edicola. Un doppio numero dedicato al restauro e alla conservazione
Nel numero di luglio e agosto esploriamo le sfide, le modalità ed i processi dietro alle opere di riqualificazione degli spazi architettonici, e non solo di quelli. Sfoglia le foto per scoprire la rivista.
Testo Tadao Ando. Nella foto la Great Court del British Museum, Foster + Partners. Photo Nigel Young / Foster + Partners
Testo Pierre-Antoine Gatier. Nella foto la Fondazione Vasarely, Aix-en-Provence, Francia. Courtesy Wikimedia Commons
Testo Massimo Faiferri. Nella foto il Palais de Tokyo, a Parigi. Foto Jean-Pierre Dalbéra su Flickr
Testo dalla relazione di progetto. Courtesy of Cecilia Puga, Paula Velasco, Alberto Moletto. Photos Felipe Fontecilla
Testo dalla relazione di progetto. Courtesy Atelier Masōmī, Yasaman Esmaili. Foto James Wang
Testo dalla relazione di progetto. Courtesy Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa / SANAA. Foto Pierre-Olivier Deschamps, Agence VU’
Testo dalla relazione di progetto. Courtesy Gambardellarchitetti. Foto Andrea Martiradonna
Testo dalla relazione di progetto. Courtesy Herzog & de Meuron. Foto Photos Nacása & Partners
Testo dalla relazione di progetto. Courtesy Kokaistudios. Foto Terrence Zhang
Testo Caroline Corbetta. Nella foto Mega Death, Tatsuo Miyajima, MCA Australia, 1999-2016 . Foto Alex Davis
Testo Annarita Aversa. Foto Omar Golli
Nella foto Steven Holl Architects, Obolin, Art Omi, Ghent, New York 2020.
Testo Carlo D'Ercole. Foto Valentina Petrucci
Testo Valentina Petrucci. Foto Suicoke
Testo Elena Sommariva. Foto Tian Fang Fang
Testo Fulvio Irace. Foto Giulia Di Lenarda
Testo Cristina Moro. Disegno courtesy Gio Ponti Archives
Testo Walter Mariotti. Nella foto il laboratorio artigianale Studi Nicoli a Carrara. Foto Michele Ambrogi
Nella foto Eero Saarinen, TWA Flight Center, New York, USA, 1962.
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- 09 luglio 2021
Nella sezione Architettura entriamo nel merito dei restauri con 6 progetti sparsi per il mondo; in Cile un palazzo in stile neoclassico dell’800 viene convertito per fare spazio all’Assemblea Costituente cilena; Atelier Masōmī restaura in Niger un’antica moschea trasformandola in una biblioteca; esploriamo nel dettaglio la tanto attesa riqualificazione del grande magazzino parigino Le Samaritaine per mano degli architetti Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa / SANAA; in Italia Gambardellarchitetti interviene sulla Casa del Fascio di Lissone, riportando questa struttura razionalista alla comunità locale. A Tokyo Herzog & de Meuron per Uniqlo reinterpretano la facciata di un edificio degli anni ’80 pur mantenendo la sua struttura originale intatta; in Cina, gli architetti di Kokaistudios recuperano una fatiscente acciaieria e al suo interno ne integrano spazi espositivi (e lavorativi) con una facciata luminescente.
Nella sezione Arte incontriamo i due artisti Tatsuo Miyajima ed Es Devlin, che mediante installazioni fatte di luci, forme e colori catturano le diverse sfumature del concetto di “tempo”.
Scopriamo una collezione di pezzi di arredo ispirata alle case vernacolari del Mediterraneo nella sezione Design.
La rubrica Creators pone la domanda “Come possiamo cavalcare il tempo?” a celebri artisti e progettisti: Manuel Aires Mateus, Paul Smith, Balkrishna Doshi, Jean Nouvel, Neri Oxman, Thom Mayne, Sou Fujimoto, Dominique Perrault, Steven Holl e John Pawson, i quali elaborano le loro idee tramite disegni, fotografie e parole.
Nella sezione Attorno al Progetto sono protagonisti il design e la storia della Citroën DS, la storica autovettura frutto della collaborazione tra tecnici francesi e designer italiani; e torniamo a Milano a visitare lo Studio Albori, noto per i progetti di conservazione e restauro.
Nel Diario di questo mese: alla Tavola Rotonda con Nicola Russi, Angelica Sylos Labini, Jonathan Olivares e Marianna Fantoni si parla del futuro dei luoghi di lavoro e di come stanno cambiando, partendo dalla domanda “Dopo la pandemia, l’ufficio del futuro sarà all’aria aperta?”.
Nella rubrica Casa come me entriamo nella dimora bolognese del trombettista italiano Paolo Fresu, tra arredi di design e opere d’arte degli amici Pilar Gómez Cossío, Salvatore Ravo e Greta Frau. Segue un’intervista con Enrico Pasi, direttore generale di Suicoke, il noto brand di calzature giapponese, sulla reinterpretazione del sandalo e il ruolo della cultura visiva del Sol levante sull’arte occidentale.
In Punti di Vista la Biennale di Venezia 2021 è al centro del dibattito. I temi principali sono la sostenibilità e le scelte del curatore Hashim Sarkis, e il suo “dispositivo curatoriale basato sulla paradossale scomparsa dell’architettura stessa”. Seguono le pagine dedicate all’architettura per bambini, ai nuovi (e vecchi) talenti nell’ambito del design e dall’artigianato, ai materiali riciclati e una riflessione sulla famosa lampada De-lux di Gio Ponti. Il Diario si chiude con una conversazione tra il direttore editoriale di Domus Walter Mariotti e Irene Tinagli, Europarlamentare italiana ed economista urbana, sulle città post-Covid, la macroeconomia e “l’opportunità di non ripetere gli errori fatti nel passato”.
In allegato a questo doppio numero, la seconda uscita di DomusAir, uno speciale dedicato interamente a trasporti e le connessioni dell’era post-covid. Il focus del numero è “Il dibattito globale sul futuro della mobilità” e si suddivide in 5 sezioni: Hot Tips, temi, idee e persone in prima linea sul campo dei trasporti e dell’aviazione; Projects, i progetti in corso di stazioni, aeroporti e ponti nel mondo; Technology, ovvero l’innovazione digitale come motore del cambiamento, tra droni e treni alimentati ad idrogeno; Sustainability, sull’impatto globale delle interconnessioni; e infine Take Off, un saggio di Giulio De Carli sulla realizzazione delle infrastrutture del futuro.
“Nel mondo spirituale non esistono suddivisioni del tempo come passato, presente e futuro: queste fasi si sono contratte in un unico momento presente nel quale la vita freme nel suo senso pieno. Passato e futuro sono assorbiti in questo momento presente d’illuminazione e tale momento presente non è immobile, bloccato insieme a tutto ciò che contiene, ma evolve in continuazione”. D.T. Suzuki, On Indian Mahayana Buddhism, Harper & Row, 1968.
La prassi del restauro dispone di importanti modelli divergenti, tutti validi, ai quali ispirarsi per trovare la propria via. Quel che conta è conservare il dono della storia e sforzarsi di limitare l’impatto dell’intervento, per tramandare l’autenticità dell'edificio.
Caratterizzate da un forte senso di appartenenza alla realtà urbana, le opere di Lacaton & Vassal Architectes celebrano il carattere relativo della progettazione architettonica, antiautoritaria e aperta a forme e usi diversi.
Il palazzo privato è stato convertito in una delle sedi dell’Assemblea costituente: all’attuale funzione pubblica sono ispirate le scelte materiche e formali dell’intervento.
La moschea trasformata in biblioteca condivide il sito con un nuovo edificio di culto e offre un interno per lo studio costellato da elementi contemporanei.
Dopo un lungo restauro riapre il grand magasin simbolo del lusso francese. Le diverse parti del complesso storico sono state raccordate attraverso una serie di innesti contemporanei.
L’intervento è l’occasione per rileggere le scelte progettuali di Giuseppe Terragni e la stratigrafia ‘verosimile’ dell’edificio, nonché di restituire la struttura alla sua dimensione pubblica.
L’intervento riporta in primo piano la griglia strutturale dell’edificio originale degli anni Ottanta che si apre così alla città portandola al suo interno.
Il nuovo centro espositivo recupera un frammento di storia industriale della città, enfatizzando attraverso la luce la compenetrazione del volume di policarbonato con la preesistenza.
Flusso universale dentro cui ogni essere vivente è immerso con una consapevolezza diversa, il tempo è al centro del lavoro di due artisti lontani per cultura e background.
La collezione disegnata per la galleria Giustini / Stagetti nasce dallo studio delle case vernacolari della costadi Amalfi. Gli arredi sono pensati come “parti mobili di un’architettura”, un’estensione naturale dello spazio storico, che lo rispetta e lo completa.
Steven Holl: "Tre aperture sottratte a una geografia sferica segnano il punto esatto del vettore solare in base alla sua collocazione nella valle dell’Hudson, a mezzogiorno nei solstizi d’estate e d’inverno, alle 14 negli equinozi."
Nella casa bolognese del trombettista nulla è fuori posto e l’ordine regna sovrano, tra le opere dell’amica cantabrica Pilar Gómez Cossío e del napoletano Salvatore Ravo, degli artisti sardi Primo Pantoli e Greta Frau.
Ripensare un oggetto carico di storia: Enrico Pasi e i sandali Suicoke.
Un parco-giochi retrofuturista nella periferia di Pechino.
La Biennale di Venezia e la scomparsa dell’architettura.
Gio Ponti, riflessioni intorno a una lampada.
Conversazione con Irene Tinagli sulle città e il loro sviluppo. E, ancora, sul territorio italiano, un generatore di bellezza e ricchezza che tutto il mondo ammira.
Progetti, tecnologia e sostenibilità: Domus presenta un numero speciale dedicato all’aviazione, alle infrastrutture e alle connessioni nell’era post-Covid.