Il dibattito globale sul futuro della mobilità

Il direttore editoriale presenta il secondo numero di DomusAir, un progetto di riflessione sulle infrastrutture e sugli assi cruciali nella costruzione del futuro.

Nel Novecento Domus ha guardato il mondo dall’Italia e portato l’Italia nel mondo. Continuiamo a farlo anche in questo inizio di XXI secolo, aggiungendo alla rivista madre nuovi progetti che rappresentano l’evoluzione di una visione, oltre che di un ruolo. Con DomusAir, che con questo secondo numero annuncia un programma triennale ben spiegato da Giulio De Carli nel suo editoriale di ultima pagina, riflettiamo sulle infrastrutture, uno degli assi cruciali nella costruzione del futuro. E qui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dal governo di Mario Draghi nel maggio scorso è un’occasione unica. Non solo per realizzare un’Italia sostenibile con una visione finalmente di medio-lungo periodo, ma soprattutto per contribuire a un dibatitto e un processo davvero sovranazionali, che come la ricerca dell’antidoto al Covid-19 prevedono sforzi concertati e investimenti senza precedenti di tutte le nazioni a salvaguardia della qualità della vita e di un’inedita idea di tutela dell’intero ecosistema terrestre.

Come nel numero d’esordio, anche questo secondo numero di DomusAir si concentra soprattutto sui progetti internazionali destinati a ridefinire gli standard infrastrutturali degli aeroporti, le stazioni, gli snodi intermodali. Ma questo approccio impone di considerare anche quei progetti realizzati in Italia che, come il ponte di Renzo Piano sul Polcevera, a Genova, sono destinati a rappresentare vere pietre miliari del dibattito globale sul futuro della mobilità e delle relazioni economiche e sociali. Progetti dunque che oltre allo sforzo di investimenti appaiono cruciali per accelerare il passaggio a una nuova fase della contemporaneità, che ancora non è del tutto chiara.

Il nostro intento invece lo è. Vogliamo continuare nella nostra mission quasi secolare ormai, offrendo un contributo critico alla trasformazione della società nella cifra innovativa che ci ha sempre contraddistinto. Vedendo cioè l’architettura, il design e la creatività come motori per il benessere delle persone, il rispetto dell’ambiente e l’evoluzione del sistema economico. Un modo per contribuire a diventare più consapevoli, più liberi e forse anche più resilienti davanti a eventuali, indesiderati, crack di sistema.

Foto Paolo Chiabrando via Unsplash
Foto Paolo Chiabrando via Unsplash

Immagine di apertura: Eero Saarinen, TWA Flight Center, New York, USA, 1962

DomusAir

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