Tra le nuove aziende del tech, Nothing è senza dubbio quella che usa il design in maniera più furba e riconoscibile. Nel giro di pochi anni ha creato un linguaggio che può piacere o meno, ma difficilmente lascia indifferenti. L’apice lo raggiunge negli smartphone, con codici estetici ispirati a una nuova Space Age e funzioni luminose che trasformano il retro in un display parallelo. Un’identità che si ritrova anche negli auricolari e nelle recenti Headphone (1): ridondanti, barocche, eccessive, kubrikiane eppure uniche. Ma Nothing è anche CMF, il suo sottobrand più accessibile, che sceglie la strada opposta. Già dal nome – Color, Material, Finish – punta su semplicità e modularità. E su un chiaro riferimento al design. Le nuove Headphone Pro incarnano questa filosofia: forme morbide e pop, tre colori base (verde pastello, grigio chiaro e grigio scuro) e cuscinetti intercambiabili che permettono di giocare con diverse tonalità, come avevamo già visto nelle Ontrac di Dyson – del resto, proprio da Dyson arriva Adam Bates, a capo del design di Nothing, che all’inizio si appoggiava a Teenage Engineering.
Le prime cuffie di Cmf dimostrano che la semplicità nel design funziona ancora
Il sottobrand di Nothing lancia le Headphone Pro, cuffie over-ear leggere e personalizzabili: design pop, 100 ore di autonomia e controlli fisici, più una caterva di personalizzazioni via app.
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- Alessandro Scarano
- 06 ottobre 2025
L’esperienza d’uso: leggere, morbide, accoglienti
Le Headphone Pro sono, visualmente e per praticità d’uso, una perfetta incarnazione di quelle estetiche che associamo con la Gen Z. Sono bold senza essere aggressive, colorate senza affaticare, espressione di una sorta di coziness perpetua come se facessero parte della collezione di Gustaf Westman per Ikea; sono belle e allegre senza l’ansia di essere performative. Usandole per alcuni giorni, la prima cosa che colpisce delle Headphone Pro è la leggerezza: indossate non affaticano e al collo non ingombrano. I cuscinetti sono soffici, l’archetto ben imbottito: danno quasi un’impressione “accogliente”. Sono comode sia durante lunghe sessioni di ascolto sia in pausa, appoggiate al collo.
Rappresentano un approccio diverso: non nascono cuffie ‘statement’, ma cuffie da essere utilizzate con leggerezza, tanto da diventare uno statement al contrario.
Il design è essenziale: se la modularità dei colori ricorda le cuffie di Dyson, tutto il resto è lontano dalla pesantezza delle Ontrac. Tutto è stondato e leggero, le linee non sono mai spezzate o segmentate, quasi a scomparire nel quotidiano: un oggetto che non vuole stupire, ma accompagnare. Le cuffie non si “foldano”, ma sono abbastanza piatte da entrare facilmente in uno zaino insieme a un computer portatile, un tablet o un libro.
Controlli fisici, non touch
Altro punto distintivo è la gestione dei comandi. Dove la maggior parte dei concorrenti punta sul touch, con queste cuffie, già come nelle Headphone (1), Nothing non cambia idea e le cuffie di Cmf propongono tanti pulsanti concreti. C’è la rotella Roller per volume, play/pausa e ANC, e il nuovo Energy Slider: spostandolo si regola il peso dei bassi o degli alti in tempo reale. A questo si aggiunge un bottone personalizzabile per funzioni extra, come lo Spatial Audio. All’inizio i comandi possono sembrare “troppi”, ma dopo un paio di giorni risultano naturali: la fisicità del gesto è comoda e intuitiva, soprattutto se non si vuole toccare continuamente lo smartphone. Certo, per alcune mani i pulsanti risulteranno forse piccoli.
L’app come estensione della modularità
La semplicità progettuale delle Headphone Pro non si ferma all’oggetto fisico. Con l’app Nothing X si apre infatti un ulteriore livello di personalizzazione: dall’assegnazione dei comandi ai singoli pulsanti, fino all’equalizzazione e alla calibrazione del suono con Personal Sound, che adatta le frequenze al proprio udito. È qui che la filosofia di CMF — semplicità fuori, modularità dentro — trova una delle sue espressioni più convincenti: un’interfaccia chiara che rende accessibili funzioni normalmente riservate a cuffie ben più costose.
Microfoni e resistenza
Le Headphone Pro montano tre microfoni HD, accompagnati da un sistema di Environmental Noise Cancellation che mira a isolare la voce durante le chiamate anche in ambienti complessi. Come scrive Stuff: “The onboard mics do a decent enough job for voice calls, even if wind noise is more noticeable here than on more expensive pairs of headphones.” Nonostante la leggerezza e la scelta di materiali morbidi, le cuffie sono progettate per resistere: CMF le ha sottoposte a oltre 60 test di affidabilità, dalle cadute alla torsione, fino alle condizioni ambientali estreme. È un dettaglio che completa la narrativa di un design che non è solo estetica, ma anche robustezza e durata.
Cmf Headphone Pro. Video courtesy Nothing
La bellezza dell’entry level
Il prezzo è da entry-level, 99 euro, ma le specifiche sono da gamma superiore. I driver personalizzati da 40 mm placcati in nichel garantiscono audio Hi-Res con LDAC fino a 990 kbps, con chiarezza e distorsione ridotta. La funzione Personal Sound calibra il profilo in base al proprio udito, e lo Spatial Audio offre modalità Cinema e Concert per film e musica. Come sottolinea CreativeBloq, “The result is audio that’s robust, punchy, and clear … the personalised Audiodo sound profile … adds a premium touch, adapting playback to your ears.” Il suono è equilibrato, con un buon dettaglio sugli alti e una gamma bassa regolabile a piacere con la leva, anche se mai eccessivo – scordatevi le Beats di qualche anno fa. Il risultato è decisamente buono per la fascia di prezzo.
La cancellazione attiva del rumore arriva fino a 40 dB e si adatta in automatico al rumore ambientale: in metro o in un bar affollato isola bene, pur senza la perfezione dei modelli premium.
L’autonomia è il vero punto di forza: circa 100 ore di ascolto, che diventano 50 con ANC attivo. In pratica significa dimenticarsi il cavo per giorni. E con 5 minuti di ricarica si ottengono 4 ore di musica: durante la prova è stata una delle feature più apprezzate.
Le Headphone Pro non cercano di stupire, sono un oggetto semplice, pop e accessibile che porta in basso — a 99 euro — funzioni da gamma alta. Morbide, colorate, modulari, con comandi fisici che restituiscono piacere tattile, rappresentano un approccio diverso: non nascono cuffie “statement”, ma cuffie da essere utilizzate con leggerezza, tanto da diventare uno statement al contrario.