Nonostante sia la più giovane tra le manifestazioni del colosso svizzero, Art Basel Paris è probabilmente quella che negli ultimi anni ha lasciato il segno più profondo sul mercato dell'arte. Nata appena nel 2022, si è affermata in tempi record come appuntamento imprescindibile per l'arte contemporanea internazionale in Europa. E se la fiera ha conquistato Parigi, è altrettanto vero che Parigi ha fatto sua la fiera. L'edizione 2025 si svolgerà dal 24 al 26 ottobre al Grand Palais, il monumentale edificio nato per l'Esposizione Universale del 1900 e oggi una delle sedi espositive più iconiche della capitale francese. Ma durante i giorni di Art Basel, l'energia artistica trabocca ben oltre le navate del Grand Palais: musei, gallerie e spazi indipendenti moltiplicano mostre ed eventi, con una concentrazione di proposte mai vista prima. Per muoversi in questo universo di possibilità, abbiamo preparato una guida ai luoghi imperdibili.
Se ti piace l’arte, non perdere Art Basel a Parigi: tutte le mostre a cui non puoi mancare
Guida breve (ma intensa) alle mostre ed eventi esterni alla fiera di arte contemporanea più attesa dell'anno.
Courtesy Art Basel
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Immagine: veduta dell’installazione della performance Kermit The Frog, Even di Alex Da Corte, Fridericianum, Kassel, 2024. Courtesy dell’artista e del Fridericianum, Kassel.
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Immagine: Stefan Rinck, Camarillo in Disguise, 2025. Courtesy Semiose, Parigi. Foto: Aurélien Mole
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Immagine: Joël Andrianomearisoa, Les Herbes Folles du Vieux Logis, 2020–2025. Courtesy dell’artista e di Almine Rech. © Studio Joël Andrianomearisoa. Foto di E. Sander. Il progetto sarà presentato all’Hôtel de la Marine di Parigi.
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Immagine: Julius von Bismarck, The Elephant in the Room (Otto von Bismarck), 2023. Courtesy dell’artista; Alexander Levy, Berlino; Sies + Höke, Düsseldorf. © L’artista, VG Bild-Kunst, Bonn 2025. Foto di Roman März. Il progetto sarà presentato al Petit Palais di Parigi.
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Courtesy the artist and Art Basel
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Courtesy the artist.
Immagine: Un’installazione di Ad Minoliti a Paris Internationale. Foto © Margot Montigny. Courtesy dell’artista e di Crèvecoeur, Parigi.
In foto: La Chapelle Saint-Louis de la Salpêtrière. Hôpital Pitié-Salpêtrière, AP-HP – Foto: Lympa Architectures.
Foto: Vincent Leroux. Courtesy Charles Zana.
Immagine: Gerhard Richter, KI. Badende (Small Bather), 1994. Olio su tela. © Gerhard Richter 2025 (20102025). Courtesy the artist and David Zwirner
In foto: Lygia Pape, Ttéia 1, C, 2003-2025. Filo dorato, legno, chiodi, luce. Dimensioni variabili. Collezione Pinault. Courtesy Projeto Lygia Pape. Veduta della mostra “Lygia Pape. Weaving Space”, Bourse de Commerce – Pinault Collection, Parigi, 2025. © Tadao Ando Architect & Associates, Niney et Marca Architectes, agence Pierre-Antoine Gatier. Foto: Nicolas Brasseur/Pinault Collection.
© Rirkrit Tiravanija, 2025.
Courtesy dell’artista e della Galerie Chantal Crousel, Parigi.
Immagine: Photo-souvenir: Daniel Buren, Fruits d’automne, Île-de-France, 2002. © DB-ADAGP, Parigi.
Crediti : Trevor Yeung.
Courtesy the artist and Galerie Allen, Paris.
Immagine: Paola Siri Renard, Midway Kin, 2025 (dettaglio). Courtesy Kunstverein Ludwigshafen. Foto: Marco Vedana
Immagine: Helene Appel, Soap Water, 2025. Acrilico e acquerello su lino. Foto: A. Mole. Courtesy Semiose, Parigi.
In foto: Lupa, 2025. H 198 × L 102 × P 40 cm. Cemento, pino, faggio, acciaio.
Informazioni aggiuntive sull’immagine: veduta della mostra “Chloroplast Machinery” al CAP Saint-Fons.
Courtesy gli artisti. Foto: Blaise Adilon.
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- Giorgia Aprosio
- 07 ottobre 2025
Gli eventi esterni alla fiera
Per prima cosa, la fiera si irradia nello spazio pubblico: le installazioni e gli eventi hors les murs del programma ufficiale disseminano la città, portando l'arte oltre i confini del Grand Palais e immergendola in piazze, giardini e architetture simboliche.
Tra gli appuntamenti imperdibili di quest'anno spicca 30 Blizzards, il progetto speciale firmato da Helen Marten, ex vincitrice del Turner Prize, reso possibile da Miu Miu, partner ufficiale del Public Program di Art Basel Paris. Scultura, video e performance dal vivo si intrecciano per esplorare temi come l'infanzia, la comunità, la sessualità e la perdita nella cornice magnifica del Palais d'Iéna. Altrettanto promettente e destinata a diventare iconica è l'installazione gonfiabile Kermit the Frog, Even' dell'artista Alex Da Corte, che troverà casa in Place Vendôme.
Gli interventi a ingresso libero proseguono nel cuore dell'8° arrondissement, lungo Avenue Winston Churchill, dove le opere di Thomas Houseago, Leiko Ikemura, Wang Keping, Vojtěch Kovařík, Muller Van Severen, Stefan Rinck e Arlene Shechet saranno esposte all'aperto, a disposizione dei passanti. Poco distante, al Petit Palais, si trova la mostra dedicata all'artista tedesco Julius von Bismarck: tra sculture meccanizzate, installazioni e video, il suo lavoro mette in tensione miti politici e fragilità ecologiche, giocando con l'apparenza del rischio per sovvertire certezze consolidate.
Alla Cour de l’Hôtel de la Marine, Joël Andrianomearisoa, che vive tra Parigi e il Madagascar, intreccia tessile, scultura in un'installazione per esplorare memoria, rituale e paesaggio immaginario. Sul parvis de l’Institut de France, Ugo Rondinone prosegue la sua celebre serie Stone Figures trasformando blocchi di pietra in figure totemiche che evocano l’universalità dell’esperienza umana. Alla Chapelle des Petits-Augustins des Beaux-Arts de Paris, Harry Nuriev, che a Parigi vive e lavora, mette in scena un’installazione partecipativa che riflette sul valore degli oggetti quotidiani attraverso la sua filosofia del “Transformism”.
Le “altre” fiere
Una costellazione di fiere collaterali intercetta pubblici diversi e completa l'offerta della capitale: dalle piattaforme dedicate all'arte emergente alle proposte più sperimentali, fino agli appuntamenti storici ormai consolidati, queste manifestazioni parallele moltiplicano i percorsi possibili e raccontano l'eterogeneità del mercato parigino.
The Salon by NADA & The Community (17–20 ottobre, 30 bis Rue de Paradis) nasce dall'incontro tra il network internazionale di NADA e la scena curatoriale parigina, con un focus su arte emergente e pratiche interdisciplinari. Offscreen (21–26 ottobre, La Chapelle Saint-Louis de la Salpêtrière) mette in dialogo installazioni e immagini, statiche o in movimento, attraverso un formato sperimentale. Paris Internationale (21–26 ottobre, Rond-point des Champs-Élysées) conferma la sua vocazione di fiera indipendente e nomade, capace di reinventarsi ogni anno negli spazi espositivi.
Da non perdere al museo
La mostra museale più attesa è senza dubbio quella di Gerhard Richter alla Fondation Louis Vuitton, che si presenta come un evento monumentale: una retrospettiva che ambisce a coprire l'intero arco della carriera dell'artista (1962–2024) e che lancia un forte segnale sul ruolo della Fondation come istituzione chiave nel panorama parigino. In contemporanea, il programma OPEN SPACE ospita la prima personale in Francia dedicata all'artista Jakob Kudsk Steensen, concepita come un'installazione immersiva intitolata "The Song Trapper".
Altrettanto attesa è Minimal alla Bourse de Commerce: la mostra esplora le radici e le declinazioni contemporanee del movimento minimalista ed è visitabile dall'8 ottobre 2025 al 19 gennaio 2026.
Occorrerà invece pazientare ancora qualche giorno per l'apertura della Fondation Cartier, prevista per il 25 ottobre 2025, che inaugurerà i suoi nuovi spazi al 2 Place du Palais-Royal, nel cuore di Parigi.
Nel frattempo, Charles Zana aprirà le porte dell’ex Circolo Svedese in rue de Rivoli con In Situ, una mostra che trasforma un appartamento haussmanniano in un percorso tra design, architettura e arte contemporanea. Curata da Paul Calligaro, la mostra presenterà oltre 30 nuove creazioni di Zana insieme a un gabinetto di curiosità personale che include, tra gli altri, Polaroid di Carlo Mollino, pezzi di Ettore Sottsass e opere di Eugène Carrière, rivelando le sue fonti di ispirazione e la sensibilità del collezionista.
Gli appuntamenti in galleria
Nell’olimpo della programmazione delle grandi gallerie, durante la fiera David Zwirner presenta un’importante mostra dedicata a Gerhard Richter, mentre Gagosian inaugura Albert Oehlen: Endless Summer. Perrotin propone due personali, di Jean-Michel Othoniel e Cristina BanBan, mentre Almine Rech punta sulle “prime volte” con Laurie Simmons: Black & White nella sede di Matignon e Moon Rising in Daylight, prima personale parigina di Christopher Le Brun. Thaddaeus Ropac riscopre invece Robert Rauschenberg, con la serie scultorea Glut mai esposta prima in Francia. Le gallerie francesi si difendono altrettanto bene: da Chantal Crousel con un nuovo progetto di Rirkrit Tiravanija, a Nathalie Obadia che porta Mickalene Thomas con Je t’adore deux, fino a Mennour che presenta la mostra di Daniel Buren intitolata Du Cercle aux carrés, travaux situés.
Nel circuito più sperimentale della città, Galerie Allen presenta Shells di Trevor Yeung, mentre Galerie Romero Paprocki ospita la prima personale parigina di Paola Siri Renard, che intreccia storia dell’arte e architettura con processi naturali come desquamazione e fossilizzazione. Brémond Capela propone due progetti distinti: una mostra di pittura di Blake Daniels e un lavoro di Louise Vo Tan, che attraverso media diversi sviluppa un percorso di investigazione e restituzione del reale. Nel segno della pittura anche la Bastian Gallery, che in coincidenza con la fiera presenta la prima personale in Francia dell’artista tedesca Simone Haack, nota per le sue scene sospese tra realismo magico, surrealismo e poesia del quotidiano. Un altro debutto tedesco è quello di Helen Appel, alla sua prima mostra con Semiose, mentre Galerie De Rouillon propone la collettiva PROPS. Da DS Galerie sarà possibile visitare la mostra del duo francese Xolo Cuintle.
L'edizione 2025 di Art Basel Paris è attesa dal 24 al 26 ottobre al Grand Palais, il monumentale edificio nato per l'Esposizione Universale del 1900 e oggi una delle sedi espositive più iconiche della capitale francese.
Il Palais d'Iéna, capolavoro progettato da Auguste Perret e simbolo parigino del modernismo, coniuga la solidità del cemento con l’eleganza del linguaggio neoclassico. In questo scenario prenderà forma 30 Blizzards, progetto speciale dell’artista Helen Marten. L’opera, di forte rilievo, attraversa discipline diverse e convoca esperienze legate all’infanzia, alla comunità, alla sessualità, all’interiorità e alla perdita. L’esposizione si sviluppa in un dialogo tra cinque sculture e cinque video, arricchito da una performance dal vivo ideata insieme al regista d’opera Fabio Cherstich e alla compositrice Beatrice Dillon: una coreografia immersiva che intreccia libretto, immagini, suoni e presenze.
Place Vendôme è una piazza neoclassica situata nel I arrondissement di Parigi, celebre per l’architettura elegante, la Colonna Vendôme al centro e i negozi di lusso, in particolare gioiellerie e boutique di alta moda. Si distingue per la regolarità e l’uniformità simmetrica degli edifici che la circondano. Fu voluta da Luigi XIV, con un decreto firmato nel 1686, per ospitare la Biblioteca Reale, le Accademie e una sua statua equestre. In occasione di Art Basel 2025 ospiterà l'installazione gonfiabile di Alex Da Corte.
L’installazione dell'artista Alex Da Corte riprenderà l’episodio della parata del Ringraziamento del 1991 a New York, quando il gigantesco pallone di Kermit la Rana si strappò e crollò mezzo sgonfio lungo la Fifth Avenue. Qui, ricreato come scultura gonfiabile, Kermit rimane sospeso in un eterno momento di caduta, tra ironia e malinconia, riflettendo su come le icone collettive assorbano e restituiscano le nostre fragilità.
L’Avenue Winston Churchill, che divide il Petit Palais dal Grand Palais, si trasformerà per l’occasione in un museo a cielo aperto, con installazioni di artisti contemporanei realizzate grazie al sostegno della fiera e delle gallerie che li rappresentano.
Il progetto di arte pubblica si terrà lungo Avenue Winston Churchill a Parigi, con opere di Thomas Houseago, Leiko Ikemura, Wang Keping, Vojtěch Kovařík, Muller Van Severen, Stefan Rinck e Arlene Shechet.
L’Hôtel de la Marine è uno dei luoghi simbolo del patrimonio francese. A pochi passi dai Giardini delle Tuileries, offre una vista spettacolare su Place de la Concorde. Progettato nel XVIII secolo da Ange-Jacques Gabriel, architetto di corte di Luigi XV, l’edificio fu inizialmente sede della Garde-meuble de la Couronne, l’ente incaricato di realizzare gli arredi per la reggia, per poi ospitare per oltre due secoli lo stato maggiore della Marina. Spazio carico di memoria, ha attraversato e testimoniato le grandi trasformazioni della Francia, dall’età monarchica fino alla contemporaneità.
Nella corte dell’Hôtel de la Marine, Joël Andrianomearisoa presenta una monumentale installazione tessile che intreccia storia, memoria e rituale. Con colori vividi e trame dense che evocano l’abbondanza del mondo naturale, l’opera si apre come un paesaggio immaginario, ispirato a una raccolta poetica di Maurice Ramarozaka. Un lavoro che porta a Parigi la forza simbolica delle fibre malgasce e che si inserisce in una serie già in parte custodita dal Metropolitan Museum di New York.
Il Petit Palais, situato tra gli Champs-Élysées e la Senna, fu costruito per l’Esposizione Universale del 1900 come padiglione delle Belle Arti, in coppia con il Grand Palais. Progettato dall’architetto Charles Girault, l’edificio combina elementi classici e moderni: un’imponente facciata scandita da colonne corinzie, il grande portale ad arco decorato da sculture allegoriche, e un elegante cortile interno con giardino che richiama i chiostri rinascimentali. Oggi il Petit Palais ospita il Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris, custodendo collezioni che spaziano dall’antichità al XX secolo e accogliendo mostre temporanee di respiro internazionale.
Julius von Bismarck gioca spesso con l’idea di rischio per mettere in discussione certezze consolidate. In The Elephant in the Room affianca una giraffa tassidermizzata a una statua equestre di Otto von Bismarck, entrambe destinate a crollare e ricomporsi in un loop asincrono: marionette meccaniche che interrogano il ruolo dei monumenti nella memoria collettiva, tra sfruttamento della natura e costruzione del mito politico. Con la serie OOOSB comprime flora, fauna e tracce della civiltà in pannelli stratificati, mentre il video Grenzen der Intelligenzen mostra insetti attratti dalle luci artificiali, metafora di una fragilità disorientata del vivente. Un percorso che ora prende forma nella straordinaria cornice del Petit Palais a Parigi.
La Chapelle des Petits-Augustins fa parte dell’École nationale supérieure des Beaux-Arts di Parigi. L’edificio, originariamente appartenente a un convento del XVII secolo, è stato trasformato nel XIX secolo in cappella dell’accademia e oggi rappresenta uno dei luoghi più suggestivi del complesso. Con le sue volte gotiche e la forte valenza storica, la cappella è spesso utilizzata come spazio espositivo, offrendo un contesto unico dove antico e contemporaneo si incontrano.
Harry Nuriev intreccia arte e design per reinventare il rapporto con gli oggetti quotidiani. La sua filosofia del “Transformism” parte dall’idea di trasformare ciò che esiste in qualcosa di inatteso. In Objets Trouvés, presenta scatole da supermercato colme di oggetti vari, invitando i visitatori a scambiare ciò di cui non hanno più bisogno. Ogni baratto è registrato e alla fine dell’esposizione l’intero processo diventa una pubblicazione. Così, ciò che è scarto si trasforma in reperto, mettendo in discussione il concetto stesso di valore e spingendo a riflettere su cosa scegliamo di conservare, abbandonare o condividere.
l Parvis, ampio sagrato antistante l’Institut de France, si affaccia sulla Senna con vista sul Pont des Arts e rappresenta uno degli scorci più suggestivi dell’architettura parigina del XVII secolo ospiterà un intervento dell'artista Ugo Rondinone.
Ugo Rondinone pone al centro della sua ricerca la pietra come simbolo delle origini umane. the innocent, parte della serie Stone Figures, raffigura un corpo totemico alto quattro metri composto da massi sovrapposti. Collocata sul Parvis de l’Institut de France, l’opera unisce arcaico e contemporaneo in una presenza imponente.
Nel corso degli anni, Paris Internationale si è affermata come un nuovo modello nel panorama delle fiere internazionali di arte contemporanea. Giunta alla sua undicesima edizione, sostiene una nuova generazione di gallerie. Fondata nel 2015, quest’anno si svolge al Rond-point des Champs-Élysées, nel 8° arrondissement di Parigi.
Quest’anno Offscreen Paris approda in una nuova sede, la Chapelle Saint-Louis de la Salpêtrière, con una selezione di artisti storici e contemporanei che lavorano con installazioni e pratiche sperimentali legate all’immagine.
Charles Zana aprirà le porte dell’ex Circolo Svedese in rue de Rivoli con In Situ, una mostra che trasforma un appartamento haussmanniano in un percorso tra design, architettura e arte contemporanea. Curata da Paul Calligaro, la mostra presenterà oltre 30 nuove creazioni di Zana insieme a un gabinetto di curiosità personale che include, tra gli altri, Polaroid di Carlo Mollino, pezzi di Ettore Sottsass e opere di Eugène Carrière, rivelando le sue fonti di ispirazione e la sensibilità del collezionista.
Durante le giornate della fiera, l’opera versatile e inafferrabile di uno dei grandi maestri del nostro tempo viene celebrata con una doppia mostra: da un lato la Fondation Louis Vuitton, che propone un evento monumentale con una retrospettiva capace di abbracciare l’intero arco della carriera dell’artista (1962–2024); dall’altro la sede parigina della galleria David Zwirner, che ne approfondisce ulteriormente la ricerca.
Nel contesto della Bourse de Commerce – Pinault Collection, la mostra Minimal esplora l’evoluzione globale e internazionale di un movimento che, dagli inizi degli anni Sessanta, ha radicalmente ridefinito lo statuto dell’opera d’arte.
Courtesy dell’artista e della Galerie Chantal Crousel, Parigi.
La Galerie Chantal Crousel presenta la nuova mostra di Rirkrit Tiravanija, IN ALIENS WE TRUST, che riunisce una selezione di opere recenti, comprese collaborazioni con artisti amici di lunga data. il risultato è una mostra personale in cui l’artista approfondisce la sua ricerca sulle nozioni di comunità e alterità attraverso diversi media: scultura, tele stratificate con giornali e foglia d’argento, e fotografia.
Attesissimo anche il ritorno di Daniel Buren a Parigi con la mostra Du Cercle aux carrés, travaux situés et in situ da Mennour
Courtesy the artist and Galerie Allen, Paris.
Galerie Allen punta tutto su Trevor Yeung. La sua nuova serie, Redundant Lovers (2025), è composta da dieci conchiglie di mitilo dipinte e montate a parete — volutamente sovradimensionate, quasi innaturali. Si tratta di scarti dell’industria della perlicoltura in acqua dolce della Cina sudorientale, che produce la grande maggioranza delle perle mondiali. Trevor Yeung le trasforma con inchiostro e pigmenti minerali, apprezzati perché, a differenza di acquerelli e oli, non mutano nel tempo. Al posto della perla preziosa che forse vi si sarebbe potuta formare, l’artista dipinge cerchi concentrici all’interno delle valve vuote — ciò che lui stesso definisce “resti di speranza e basse aspettative”.
Da Romero Paprocki va in scena la prima personale parigina di Paola Siri Renard. Tra scheletri di edifici o forse di animali, resti fossili e presenze meccanizzate, fratture ossee e protesi cyborg, l’artista mette in tensione il fragile confine tra natura e cultura, delineando nuove continuità tra immaginari e morfologie che hanno plasmato il nostro passato, presente e futuro collettivo.
La Galerie Semiose inaugura la collaborazione con la pittrice tedesca Helene Appel con la sua prima personale in Francia. Dal 2000 l’artista dipinge oggetti comuni — gusci, fari, grate, acqua saponata — con un realismo implacabile, riportandoli a grandezza naturale su tela grezza. La sua pratica trasforma la banalità quotidiana in una riflessione radicale sul rapporto tra arte e realtà.
Informazioni aggiuntive sull’immagine: veduta della mostra “Chloroplast Machinery” al CAP Saint-Fons.
Courtesy gli artisti. Foto: Blaise Adilon.
Alla DS Galerie, il duo Xolo Cuintle (Romy Texier e Valentin Vie Binet) presenta Pulses Within, trasformando lo spazio in una membrana vivente. Sculture e bassorilievi in cemento e gres evocano forme ibride e organiche, al confine tra biologico e meccanico. La mostra mette in scena un universo interconnesso, dove l’architettura stessa respira come un organismo.