“Se il serpente” (IF THE SNAKE) è il titolo della seconda edizione dell’Okayama Art Summit che, dopo la prima direzione di Liam Gillik nel 2016, chiama un altro artista nel ruolo di direttore. Questa volta è stato scelto Pierre Hyughe che utilizza la metafora del serpente sospendendone l’azione con un “se” e dichiarando un’interruzione del linguaggio come siamo abituati a usarlo. Infatti, nei suoi lavori, Huyghe, ci ha da qualche tempo avvertito che la condizione umana non è necessariamente privilegiata rispetto ad altre, ma è l’unica che possiamo concepire a livello esistenziale anche osservando diverse entità e forme di vita intelligenti. Il serpente sembra essere un’energia viscerale che muovendosi, sinuosamente, prenderà forma nella città di Okayama nel Giappone Occidentale. L’ex scuola elementare di Uchisange, il Tenjinyama Cultural Plaza, il Museo Orientale, il Castello di Okayama e il Museo d’arte Hayashibara sono alcune delle locations in cui il serpente si muoverà e muterà la propria pelle. Tra gli artisti chiamati a dar forma a questa trasformazione, l’anello di congiunzione sembra essere il rapporto tra la dimensione materiale e quella effimera della vita. Comportamento, cambiamento, relazioni, stati liminali, continuità e discontinuità, evoluzione, memoria, conoscenza sono alcune delle istanze messe in atto singolarmente da una quindicina di artisti, due coppie e una piattaforma editoriale di ricerca, chiamati dall’artista Pierre Huyghe a creare nuovi linguaggi in grado di completare l’azione misteriosa del serpente.