Maria Eichhorn. Dietro quel che non esiste

L’artista concettuale tedesca inaugura a Zurigo una mostra monografica che comprende dodici prove fondanti della propria pratica documentale.

Maria Eichhorn, 72 Bilder (1992–93), 72 monochrome painted canvases, name tags, labeling on the reverse side of the canvases, each 123 x 93 cm, vitrine, Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst, photo: Lorenzo Pusterla © ProLitteris, Zürich

A Zurigo, Maria Eichhorn (Bamberg, Germania, 1962) ha da poco inaugurato una fra le sue mostre più sincretiche, installata con saggezza nel Migros Museum für Gegenwartskunst e intitolata Zwölf Arbeiten / Twelve Works (1988–2018). Tautologicamente, dodici lavori selezionati, che ripercorrono i suoi trent’anni di ricerca, incoraggiano il visitatore a riflettere su diverse prove, indizi, che innescano un meticoloso dialogo tra coalescenze speculative e filoni narrativi di natura materiale. I dodici lavori rappresentano dodici pietre miliari, dodici segni nel paesaggio estetico costruito dall’immaginario e dalla carriera di Eichhorn: Κτίριο ως περιουσία άνευ ιδιοκτήτη / Building as Unowned Property (2017); Limmatstrasse 270, 8005 Zürich (2011/2018); Hall Broom (2011); Militant (2010); Paper Bags (2009/2018); l’acédie, l’orgueil […] (2009/2018); 輸入禁制品 / Prohibited Imports (2003); Cart / 90 Posters (1995/2018); 72 Paintings (1992–93); Four Corners of a Removed Sheet of Paper (1992); Curtain (Orange) (1989/2001/2018); e il più recente Rolled up Banner (1988/2018).

I suoi lavori sono il risultato di un’accurata e misuratissima pratica artistica nella quale l’artista spezza i nostri schemi percettivi ormai familiari. Spesso, semplicemente con apporti e interventi minimi, oppure attraverso l’uso di semplici e a volte antichissime tecniche interattive, Eichhorn mostra come portare a nuova vita contenuti di oggetti e fenomeni del quotidiano apparentemente inequivocabili, spalancando interstizi insospettabili, per la mente e l’interpretazione. Nell’incarnare pienamente la sua opera, Migros Museum für Gegenwartskunst si focalizza su produzioni di larga scala, realizzate in stretta collaborazione con l’artista. Poco distante dal centro di Zurigo, l’arte contemporanea è concepita come una classificazione temporale dinamica che comprende un’esplorazione in divenire, tra uno sguardo verso il futuro e uno verso il passato. Allo stesso tempo, per il museo, l’arte contemporanea implica l’integrazione tanto in un contesto sociale quanto in un ambiente che si presenta come uno scambio continuo tra idee e produzioni artistiche. Le mostre al Migros Museum für Gegenwartskunst inquadrano la storia dell’arte come un processo dinamico che è aperto all’indagine, alla revisione e alla variazione. Inglobando l’importante collezione in un vero e proprio scenario vitale che è in contatti con, e che promuove, l’arte contemporanea di recente produzione, dopo aver indirizzato un pubblico sensibile, e costante, a stabilire obiettivi di conoscenza approfondita degli spazi, così come delle loro trasformazioni continue.

Maria Eichhorn, Installation view, Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst, Foto: Stefan Altenburger Photography, Zurich © ProLitteris, Zürich
Maria Eichhorn, Installazione di 72 Paintings al Migros Museum für Gegenwartskunst, Foto: Stefan Altenburger Photography, Zurigo © ProLitteris, Zurigo

L’installazione più estesa, attualmente presente negli spazi del museo, Zwölf Arbeiten / Twelve Works è 72 Paintings (1992–93), che appartiene ufficialmente alla collezione Migros Museum für Gegenwartskunst. Questa mostra è il primo percorso che esposte tutti i 72 Paintings in una singola fila, occupando tutta la galleria al piano superiore. La presentazione è completata da una teca contenente materiali documentari legati strettamente alla processualità di fare arte. L’installazione pittorica era parte del progetto Toile / Pinceau / Peinture all’interno della mostra Qui, Quoi, Où (22.10.1992 – 17.1.1993) inaugurata al Musée d’Art moderne de la Ville di Parigi. Quando la mostra, aperta per 72 giorni, ha inaugurato, 72 tele preparate per essere dipinte (della grandezza di 123x93 cm)  sono state esposte alle pareti in tre gruppi, mentre una sedia era stata affiancata ad un tavolo sul quale tre scatole di cartone erano state riempite con: 72 differenti pitture ad olio, provenienti dalla scala colore del raffinato Lukas Studio, 72 pennelli, e vari altri strumenti di lavoro, inclusa una copia del libro Fragranze e Chimica. Il Mondo Molecolare delle Essenze è stato poi in seguito rielaborato, attraverso un calendario che mostrava, lungo ogni giorno della mostra, come 36 impiegati del museo, segnati regolarmente in turni di lavoro, dovessero appropriarsi di un colore e dipingere una tela monocroma, ispirati dai profumi.

Maria Eichhorn, 輸入禁制品 / Prohibited Imports, 2003, wall-mounted vitrine (wood, glass), books, magazines, 47.5 x 76.5 x 38 cm, Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst, Foto: Stefan Altenburger Photography, Zurich © ProLitteris, Zürich
Maria Eichhorn, 輸入禁制品 / Importazioni private, 2003, Migros Museum für Gegenwartskunst, Foto: Stefan Altenburger Photography, Zurigo © ProLitteris, Zürigo

Al Migros Museum für Gegenwartskunst, tra rotoli di carta accatastata, fogli ripiegati e poster originati da diversi programmi di attivismo, lo statuto effimero dell’opera d’arte sfida il tempo: Eichhorn raggiunge effetti illusionistici, seguendo una grande tradizione storico-concettuale ben solcata. Ma, al contrario rispetto alla tradizione lei rivela i fondamenti di ogni sua ricerca in un momento di poco successivo all’esposizione dell’opera d’arte, di modo che l’illusione davanti a quel che c’è sia quasi subitanea. Nei lavori di Eichhorn, la magia che soggiace alla sorpresa iniziale e innesca riflessioni che risiedono precisamente in una sorta di zona d’ombra, tra aspettativa e disillusione, come in Κτίριο ως περιουσία άνευ ιδιοκτήτη / Edificio come Proprietà sconosciuta (2017). Il lavoro include tutti i processi e gli atti legati alla riconversione di una proprietà immobiliare ad Atene in un edificio sconosciuto, così come i documenti che sono stati conservati nel processo di riconversione del titolo di proprietà.

Concepito in occasione di documenta 14, il lavoro si focalizza sulla capacità del tessuto urbano di generare non-informazione, proprio in centro città, dove indici di alto abbandono degli stabili sono un segnale forte della crisi sociale e economica in Grecia. Nel convertire un edificio vacante di Atene, in una proprietà sconosciuta, l’artista crea una scultura, proprio nel fulcro dello spazio cittadino, che non appartiene a nessuno, nemmeno alla vita pubblica.

Titolo mostra:
Maria Eichhorn Zwölf Arbeiten / Twelve Works (1988–2018)
Date di apertura:
Dal 20 novembre, 2018 al 3 febbraio 2019
Curata da:
Dr. Raphael Gygax
Sede:
Migros Museum für Gegenwartskunst
Indirizzo:
Limmatstrasse 270, CH–8005 Zurigo

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