“Il gres è ancora il futuro”: Domus ed Enrico Morteo a Cersaie 2023

Al Café della Stampa di Cersaie 2023, Domus ha affrontato il tema delle trasformazioni urbane legate ai materiali contemporanei, con una riflessione sul ruolo del progetto nella definizione delle città.

Alla quarantesima edizione del Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica a Bologna, Domus è stata protagonista di un incontro sulle trasformazioni dei luoghi della città in relazione ai materiali che oggi la costituiscono. La conversazione ha visto la partecipazione di Simona Bordone, progetti speciali Domus, e di Enrico Morteo, storico e critico di architettura e design che ha fatto parte della rivista durante la direzione di Mario Bellini, tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90.  Tra i materiali ceramici protagonisti della scena contemporanea è sicuramente da menzionare il gres: noto per resistenza ed efficienza, si è diffuso rapidamente negli ultimi quindici anni grazie all’avanzare delle tecniche di finitura e posa, che ne hanno permesso un uso versatile nella progettazione, spaziando dagli interni al disegno urbano. Ecco perché, spiega Morteo, è diventato il materiale perfetto per “assecondare una trasformazione che vedeva sfumare i confini tra luoghi diversi. Quello che per molto tempo era rimasto un chiaro segno tra dentro e fuori tendeva a svanire”.   Il primo progetto mostrato durante l’incontro è il Negozio Olivetti a New York, con un’immagine esplicativa del contrasto tra pavimentazione interna, con finitura lucida, ed esterna, più ruvida. Per Morteo, il progetto dei BBPR degli anni ’50 è il pretesto per una riflessione sulla distinzione netta tra pubblico e privato, e su un approccio al tema della soglia che oggi si fatica a vedere: “le piazze sono diventate le estensioni delle hall dei grandi alberghi o dei centri commerciali”.  

Enrico Morteo e Simona Bordone al Café della Stampa di Cersaie 2023

La crescente privatizzazione dello spazio pubblico ha avuto degli effetti significativi nelle città, nelle quali “gli spazi sono sempre più di pertinenza degli edifici. Non c’è più l’idea che lo spazio pubblico debba avere una vocazione. Nella città contemporanea è saltata la struttura di strade e piazze, si sta in questa sorta di ‘terreni connettivi’ che sono più difficili da disegnare”.  Concretamente, la pratica diffusa di utilizzare un materiale come il gres, impiegabile in continuità tra interno ed esterno, sembra rendere ancora più esplicita la volontà di appropriazione dello spazio collettivo da parte del privato. Perciò, la critica mossa da Morteo non è al gres, che al contrario considera un “materiale meraviglioso,” ma al suo impiego all’interno del progetto. In alcuni interventi contemporanei, presentati come esempi negativi, il materiale ceramico viene piegato all’esigenza di uniformare spazi per natura differenti, annullando il valore della diversità. In altri, che invece sono un modello positivo, il gres diventa “indicatore del presente”, come nel caso della Teahouse a Fuzhou di Neri & Hu: un edificio dall’antica struttura lignea è poggiato su un pavimento di lastre omogenee che segnalano con chiarezza il nuovo e il vecchio, l’uno a confronto con l’altro.

Neri & Hu, Fuzhou Teahouse, Fuzhou, Cina, 2021. Foto Hao Chen

Parlando di “onestà” nell’impiego del materiale, Bordone introduce il tema della “finzione” a cui spesso viene sottoposto il materiale ceramico e che, ormai, trova ampio utilizzo soprattutto nelle abitazioni. “Il gres” commenta Morteo “non ha un volto, non ha una faccia, non è come il legno o la pietra o il ferro che hanno un’identità. Acquisisce un’identità nel processo di finitura. Io non sono un fan dei materiali finti e non ho mai usato materiali che sono imitazioni, ma non sono assolutamente contrario. Le pietre e i marmi hanno un valore inestimabile e finiranno, quindi usare delle lastrine di marmo per il rivestimento del piano di una cucina mi fa un po’ male.” L’impiego del gres in alternativa a materiali più pregiati è un aspetto di notevole importanza considerando le risorse di cui disponiamo. Alla fine dell’incontro, un ospite dal pubblico interroga Enrico Morteo su quali potrebbero essere i materiali che in futuro sostituiranno il gres. La risposta arriva senza esitazione: “Il gres è ancora un materiale del futuro”.

Immagine di apertura: So – Il, Freaks Architecture Site Verrier, Meisenthal, Francia, 2021. Foto © David Foessel. Domus 1070, luglio 2022