Parsimonioso, filo-nazista, sognatore? Il libro di Nanni Delbecchi racconta il signor IKEA

L’unico giornalista italiano ad avere intervistato Ingvar Kamprad fa luce sulle vicende del quarto uomo più ricco del mondo, che ha cominciato vendendo fiammiferi e ha finito per arredare il mondo.

Il 27 gennaio scorso scompare a 91 anni Ingvar Kamprad il fondatore dell’IKEA. La sua storia rimbalza sui telegiornali, i quotidiani, i siti di tutto il mondo. Si parla delle sue geniali intuizioni e capacità imprenditoriali, che ne hanno fatto il quarto uomo più ricco del mondo. Si torna a parlare però anche delle sue simpatie naziste e della sua proverbiale parsimonia.

Chi era dunque davvero il signor IKEA? Tra i tanti ad averlo raccontato, c’è Nanni Delbecchi: lucchese classe 1957, Delbecchi è l’unico giornalista italiano ad averlo intervistato nel 2001. E il suo libro “Il signor IKEA. Una favola democratica”, pubblicato da Marsilio nel 2007 e ora alla terza edizione, resta a distanza di anni un ritratto nitido, accurato e al tempo stesso coinvolgente e confidenziale.

Copertina del catalogo IKEA del 1973. Il catalogo Ikea è distribuito in 30 Paesi e stampato in 174 milioni di copie ogni anno, quasi il doppio della Bibbia. © Inter IKEA Systems B.V. 2016
Copertina del catalogo IKEA del 1970. © Inter IKEA Systems B.V. 2016
Vista esterna del primo negoio IKEA di Älmhult, Svezia. © Inter IKEA Systems B.V. 2016
Foto storica del primo negoio IKEA di Älmhult, Svezia. © Inter IKEA Systems B.V. 2016
Foto storica del primo negoio IKEA aperto ad Älmhult, Svezia, nel 1953. © Inter IKEA Systems B.V. 2016

Il libro non è solo una fotografia né solo un’intervista – che, anzi, per la verità comincia dopo più di 100 pagine; è anche e piuttosto l’ironico racconto (sospeso in un’atmosfera a metà tra romanzo e reportage) di un giornalista al rocambolesco inseguimento del signor Ikea “tra notti bianche, coincidenze e colpi di fulmine”. Da leggere per rivivere l’incontro con uno dei più straordinari self-made-man del nostro tempo. Un uomo, come scrive Delbecchi, che “si è fatto da solo, pezzo per pezzo, montante dopo montante, vitina dopo vitina”.

Un giovane Ingvar Kamprad con le sedie ÖGLA, SAMPO, e IDUN, e con la cassettiera TORE. © Inter IKEA Systems B.V. 2016

Delbecchi incontra Ingvar Kamprad ad Älmhult, il piccolo villaggio dello Småland dove il signor IKEA è nato e cresciuto e dove, nel 1953, ha aperto il suo primo negozio. Kamprad, allora 73enne – “Il viso da pastore protestante di quel sognatore così concreto, che aveva cominciato vendendo fiammiferi e aveva finito per arredare il mondo”, scrive Delbecchi –, è un uomo appassionato e schietto, parsimonioso e idealista. Confessa che tutto è cominciato in Italia: “Ho visto che tra i mobili che erano nelle case e quelli che venivano esposti nelle fiere c’era un abisso. E in fondo cos’è un abisso? È un grande spazio di mercato da occupare”.

Per 35 anni Ingvar Kamprad ha vissuto nel villagio di Epalinges in Svizzera, dove aveva un piccolo ufficio, ora ricostruito nel museo
Il Museo IKEA Museum racconta la storia di Ingvar Kamprad in due parti. La prima parte è dedicata all’attività fino al 1957
All’ingresso del museo, un ritratto di Ingvar Kamprad accoglie i visitatori con la visione di IKEA: migliorare la vita quotidiana delle persone. Il ritratto è formato da un mosaico di piccoli ritratti degli impiegati e operai di IKEA
Sezione Introduttiva della esposizione principale al Museo IKEA
”A pipe to enjoy”. Serie di pipe della collezione IKEA, 1940–1950, esposte al Museo IKEA
Cucina degli anni Quaranta con frigo elettrico, rubinetto per acqua calda e fredda, lavello in acciaio inox, top laminato e pavimento in linoleum.
Cassetta degli incassi. Ingvar Kamprad vendeva pesce ai contadini vicini usando la bicicletta della madre. Gli incassi delle prime attività erano conservati in questa cassetta
Nel 1943 Ingvar Kamprad registra la società IKEA. Il nome è il risultato delle due iniziali a cui aggiunge la prima lettera di Elmtaryd, dove si trova la fattoria di famiglia, e la prima lettera della parrocchia di appartenenza, Agunnaryd – IKEA = Ingvar Kamprad Elmtaryd Agunnaryd

“Le migliori occasioni della mia vita sono arrivate nei momenti di crisi”, prosegue. Come quando i concorrenti svedesi lo boicottavano e lui, nel 1961, è andato in Polonia, oltre la cortina di ferro. Ecco, forse non tutti sanno che la libreria Billy è nata proprio in un Paese comunista e in piena guerra fredda. Pragmatico e onesto, Kamprad parla dell’invenzione dei “pacchi piatti per evitare di trasportare l’aria” e, naturalmente, del suo design democratico: “Mobili funzionali e sobri, secondo la tradizione scandinava, ma accessibili a tutti”.

Un ritratto recente di Ingvar Kamprad (1926-2018), fondatore di IKEA, che qualche anno fa aveva lasciato ai tre figli (Peter, Jonas e Matthias) la guida dell’azienda

Le risposte alle domande-chiave vengono quasi da sole. Parsimonioso? “Con IKEA penso di avere venduto anche il mio stile di vita, e quando si vende quello in cui si crede è più facile avere successo”. La politica? “La mia politica è il prodotto: il resto non fa per me. Di politica mi sono occupato una sola volta ed è stata la più grossa cantonata della mia vita”.

  • Il signor Ikea. Una favola democratica
  • Nanni Delbecchi
  • Marsilio
  • 2007
  • 153
  • 12 €