A Singapore, nel silenzio industriale del Tanjong Pagar Distripark, un gruppo di tecnici testa gli ultimi visori VR. Intorno, le pareti del nuovo Padimai Art & Tech Studio si accendono di luci pulsanti: un’anticipazione di Your view matter, l’opera immersiva di Olafur Eliasson che inaugura il più ambizioso spazio culturale della città.
Padimai nasce da un’idea di Vignesh Sundaresan, meglio conosciuto come Metakovan – imprenditore blockchain, programmatore e collezionista visionario – che aveva già attirato l’attenzione internazionale per aver acquistato il primo Nft nella storia messo in vendita da una casa d’aste. Si trattava dell’opera di Beeple, Everydays: The First 5000 Days.
Messa all’asta da Christie’s nel 2021, Sundaresan l’aveva acquistata per 69,3 milioni di dollari, trasformandola in una delle opere d’arte più costose mai vendute da un artista vivente e dando avvio a un dibattito ancora aperto sul rapporto tra nuove tecnologie e arte.
Quattro anni dopo, con il Padimai Art & Tech Studio, Sundaresan continua a investire nell’istituzionalizzazione dell’arte digitale. Il museo di Singapore nasce come piattaforma sperimentale per ripensare il ruolo dell’arte nell’epoca della decentralizzazione. Il risultato è un laboratorio che fonde la fisicità dello spazio espositivo con la fluidità dei sistemi digitali.
L’apertura è affidata a un artista che da anni esplora la geometria della percezione. In Your view matter, Eliasson invita i visitatori a muoversi attraverso sei ambienti virtuali modellati sui solidi platonici e una sfera. Ogni forma è attraversata da motivi moiré in movimento, reattivi al corpo e allo sguardo, accompagnati da una colonna sonora minimale composta dallo stesso artista. L’esperienza, calibrata per sette visori di quattro metri di diametro, trasforma la visione in un atto corporeo, un dialogo sensoriale tra luce, spazio e movimento.
La realtà virtuale vuole essere un ritorno al corpo, una forma di autocoscienza sensoriale che ribalta il paradigma della visione passiva.
Ma ciò che distingue Your view matter non è solo la qualità percettiva: è la sua dimensione infrastrutturale. Ogni percorso individuale all’interno dell’opera genera un file di dati unico, registrando la traiettoria del visitatore e la sua relazione con lo spazio virtuale. Questi dati confluiscono in un archivio blockchain progettato da Sundaresan, un sistema decentralizzato che permette di riavvolgere o riprodurre ogni esperienza, conservandola come parte di una memoria condivisa.
Eliasson descrive il progetto come un “dispositivo di apprendimento visivo”, un invito a comprendere fisicamente come la tecnologia influenzi il nostro modo di osservare. La realtà virtuale, in questa prospettiva, vuole essere un ritorno al corpo, una forma di autocoscienza sensoriale che ribalta il paradigma della visione passiva. Your view matter si colloca così in una linea che da sempre attraversa la ricerca di Eliasson: la trasformazione della percezione in atto politico. Guardare diventa un gesto produttivo, un atto di scrittura nella memoria collettiva.
L’operazione di Padimai si inserisce in un dibattito più ampio sulla museologia digitale e sul ruolo delle istituzioni culturali nell’era post-materiale. Se il museo moderno è stato definito dal possesso e dalla conservazione, Padimai propone un modello basato sulla partecipazione e la distribuzione. La blockchain, qui, diventa un’estensione del museo stesso: un archivio dinamico che non custodisce oggetti, ma relazioni. Ogni esperienza di Your view matter si aggiunge alla rete come un nuovo nodo di memoria, un frammento di percezione che contribuisce a costruire l’opera collettivamente.
Sundaresan parla di “un archivio vivente della percezione umana”, sottolineando la necessità di ripensare la sovranità dei dati artistici. L’idea che un’opera possa esistere come processo decentralizzato, aperto e reiterabile, suggerisce una nuova economia della memoria culturale: non più basata sull’autorità istituzionale, ma sulla trasparenza e sulla cooperazione.
In questo senso, Padimai è meno un luogo e piu un protocollo di libertà creativa. Le sue infrastrutture tecnologiche – dai sistemi di archiviazione decentralizzati alle residenze per artisti e sviluppatori – nascono con un intento politico: restituire all’arte il controllo delle proprie condizioni di esistenza. Lontano dalla retorica delle “experience rooms” e delle estetiche immersive da intrattenimento, il progetto di Sundaresan e Eliasson invita a riflettere su come la tecnologia possa diventare strumento critico, non solo estetico.
Padimai propone un modello basato sulla partecipazione e la distribuzione: un archivio dinamico che non custodisce oggetti, ma relazioni.
L’interazione tra artista e collezionista, qui, è fertile: Sundaresan costruisce l’architettura concettuale, Eliasson ne disegna la grammatica percettiva. Insieme, articolano una visione del museo come ecosistema cognitivo, dove la conservazione si fonde con la produzione, e ogni esperienza genera conoscenza.
Nel panorama culturale di Singapore – laboratorio urbano dove arte, tecnologia e politica convergono in una visione futurista dell’abitare – il progetto segna l’avvio di una nuova fase. Padimai non si limita a esporre arte digitale: pensa digitalmente. È un museo-processo, distribuito, in cui l’esperienza del visitatore non è un ricordo effimero, ma una traccia persistente nella rete del tempo.
Dal prossimo 20 novembre al 31 marzo 2026, al Padimai Art & Tech Studio, ogni sguardo diventa materia di architettura, ogni passo un frammento di memoria decentralizzata.
- Mostra:
- Your view matter di Olafur Eliasson
- Dove :
- Padimai Art & Tech Studio, Tanjong Pagar Distripark, Singapore
- Date:
- 20 novembre 2025 – 31 marzo 2026
