Il Centre Pompidou ha chiuso, per cinque anni avrà solo sedi temporanee

Il Centre Pompidou di Parigi chiude per restauro fino al 2030, ma le sue attività si spostano in una rete di sedi temporanee tra Francia, Europa, Asia e America Latina. Domus vi racconta dove visitare le mostre e i progetti del museo, in attesa della sua riapertura. 

Il Centre Pompidou di Parigi ha chiuso per un intervento di ristrutturazione che durerà cinque anni, e di cui vi avevamo già anticipato qualcosa su Domus. La riapertura è attesa nel 2030, ma non c’è da disperare: nel frattempo, le attività del museo continueranno attraverso una serie di sedi temporanee in Francia e nel mondo. Le raccontiamo tutte su Domus.

Centre Pompidou. Foto: Sergio Grazia © Centre Pompidou, 2024

"Métamorphose" è il titolo scelto per questa fase di transizione, una parola che ben riassume la nuova visione: sparisce l'icona, resta il programma (o forse sarebbe meglio dire: l'icona si trasforma, il programma si moltiplica). Quello che poteva ridursi a un semplice trasloco temporaneo sembra in questo caso essersi rivelato un'occasione di profonda riflessione sul ruolo dei musei. Al centro, una consapevolezza: l'idea di centralità culturale ha bisogno di aggiornarsi. La stagione dei grandi edifici identitari, delle architetture-monumento firmate da archistar, cede il passo a un nuovo paradigma. Le istituzioni si ripensano come reti, non più come contenitori.

Nuove consapevolezza che danno vita a un curioso paradosso: mentre il Beaubourg si svuota, il Pompidou si espande. 

Domus 566, gennaio 1977

Non si tratta più di accentrare, semmai di distribuire. Sperimentare un modello culturale capace di raggiungere pubblici diversi in contesti diversi – anche lontano dai centri della metropoli. Il nuovo programma si articola in una fitta costellazione di collaborazioni, tra nuove aperture, progetti itineranti e presenze strategiche, entra in dialogo con altri luoghi, li abita temporaneamente con una logica ben lontana da quella espansiva di altri tempi, fatta di brand globali e sedi permanenti all'estero.

Ma dove si materializza concretamente questa metamorfosi? Scopriamolo insieme, sede per sede, in un viaggio che ci porta dalle banlieue parigine alle capitali europee, dai musei di provincia ai nuovi spazi sperimentali tra Parigi, Île-de-France, Europa, Asia e America Latina.

Grand Palais, il flagship parigino per le mostre di punta del Pompidou


Durante la chiusura del Beaubourg, gli spazi monumentali del Grand Palais accoglieranno parte della programmazione di punta del Centre Pompidou, in una collaborazione strategica tra due pilastri della cultura francese. Già a giugno è andata in scena la retrospettiva dedicata a Mohamed El Khatib; fino a luglio era visitabile Fun Palace, collettiva ispirata all’utopia architettonica di Cedric Price, realizzata con il sostegno del Chanel Culture Fund. In calendario anche mostre dedicate all’Art Brut, a Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely, e una grande esposizione su Henri Matisse 1941–1954, che racconterà l’ultima, travolgente stagione creativa del pittore. All’orizzonte, una mostra monografica su Francis Bacon, attesa per il 2027.

Lumière, l'indirizzo temporaneo della Bibliothèque publique d'information

Lumière (Parigi 12°), Bercy. Courtesy Bpi

A partire da agosto, la Bibliothèque publique d'information — la storica Bpi che occupava i piani bassi del Beaubourg — si è trasferita nel complesso Lumière, nell’ex centro commerciale di Bercy. Un trasloco che ridisegna la geografia della lettura pubblica e della mediazione culturale a Parigi, spostandola in un quartiere meno centrale ma in piena trasformazione.

Laboratorio aperto e Musée Picasso fuori città: il Centre Pompidou Francilien a Massy

Centre Pompidou Francilien – Fabrique de l’Art (Massy) © PCA-STREAM

La sede di Massy, a sud di Parigi, è il progetto più ambizioso di questa fase. Non solo un deposito, ma un laboratorio aperto al pubblico. Progettato dallo studio francese PCA-Stream, lo spazio ospita 120.000 opere, inclusa parte della collezione del Musée Picasso. Oltre alle funzioni logistiche e conservative, sarà un luogo di trasparenza museale: il pubblico potrà seguire restauri, spostamenti, processi archivistici. Tra i partner tecnici, anche l’italiana Sintra, responsabile della climatizzazione.

Constellation: il Pompidou, ma non a Parigi


Il programma Constellation è il cuore di questa stagione: una rete di mostre, eventi e collaborazioni che porta la collezione del Pompidou in luoghi inaspettati. Pom Pom Pidou a Lille, Couleurs! a Monaco, Maurizio Cattelan: Dimanche sans fin a Metz, Kandinsky alla Philharmonie, e ancora Hors Champs, nuova declinazione itinerante del festival Hors Pistes. Una costellazione che decostruisce l'idea di museo centralizzato, e si accende in tutta la Francia.

Il Pompidou ma non in Francia: le sedi all'estero


Ma la geografia temporanea del Pompidou si estende ben oltre la Francia. A Shanghai prosegue la partnership con il West Bund Museum, attiva dal 2019, mentre a Bruxelles, dopo anni di collaborazione e preparazione, aprirà nel 2026 KANAL – Centre Pompidou, un nuovo centro culturale multidisciplinare all’interno dell’ex garage Citroën. Nel 2027 è previsto anche un nuovo centro a Foz do Iguaçu, in Brasile, simbolicamente posizionato tra tre nazioni, a conferma dell’ambizione diplomatica e globale dell’istituzione.

Anche l’Italia rientra in questa costellazione internazionale: tra il 2026 e il 2027, il Pompidou sarà presente con progetti espositivi tra Roma e Rovigo, segnando l’inizio di collaborazioni inedite con il sistema museale italiano.

Scopri le mostre e gli appuntamenti da non perdere nella gallery.

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