Pablo Bronstein porta danza, architettura e zootropi a Venezia

A cura di Catherine Wood e in collaborazione con la coreografa Rosalie Wahlfrid, l’artista argentino porta in scena Carousel de Crystal alle OGR di Torino e all’Ospedaletto a Venezia.

Uno degli elementi più sorprendenti dei video, delle performance e delle coreografie di Pablo Bronstein è la sua capacità di creare uno spazio a partire dalla minuzia del disegno architettonico e utilizzarne le simbologie per parlare attraverso il linguaggio del corpo del voyerismo, narcisismo, valore ed effetti politici ed economici dell’architettura stessa.

Nato a Buenos Aires nel 1977 e cresciuto a Londra, l’artista, spesso interprete dei suoi lavori, si muove tra la figura del conosseur erudito tardo settecentesco e del visionario radicale. Combina con sofisticata abilità frammenti di Barocco e Post-moderno (bellissima e ancora attuale la sua A Guide to Post-Modern Architecture in London, 2008), che a ben guardare sono entrambi momenti della storia dell’architettura segnati da idee di trionfo, vuoto, glamour, finanza, movimento, rovina.

Pablo Bronstein, Carousel de Crystal, 2019

Foto Andrea Rossetti

Pablo Bronstein, Carousel de Crystal, 2019

Foto Andrea Rossetti

Pablo Bronstein, Carousel de Crystal, 2019

Foto Andrea Rossetti

Pablo Bronstein, Carousel de Crystal, 2019

Foto Andrea Rossetti

Pablo Bronstein, Carousel de Crystal, 2019

Foto Andrea Rossetti

Pablo Bronstein, Carousel de Crystal, 2019

Foto Will Hazell

Ogni progetto è il risultato di un lungo lavoro di analisi, di rilievo dello spazio, attraverso la produzione di disegni ad acquerello e inchiostro dai quali le scenografie e i set prendono forma. Bronstein prosegue così la sua indagine meticolosa sul rapporto tra corpo e spazio unendo con abile sprezzatura storia della danza e storia dell’architettura.

Succede anche alle OGR di Torino dove l’artista presenta Carousel de Crystal, il suo nuovo lavoro curato da Catherine Wood e realizzato in collaborazione con la coreografa Rosalie Wahlfrid. Il punto di partenza questa volta è un dispositivo ottico, lo zootropio, creato nel 1834 dal matematico inglese William George Horner. Altro non è che un primo sistema di visione delle immagini in movimento, riprodotte su una striscia di carta posta all’interno di un cilindro che, se messo in moto, le anima riproducendo l’illusione del moto sulla retina, proprio come succede in una giostra che gira.

Pablo Bronstein, Grey Witch, OGR Torino, 2019. Foto Andrea Rossetti

Bronstein parte dal movimento in loop, l’illusione ottica, le dinamiche del guardare e dell’essere guardato per costruire una grande ambientazione nello spazio del Binario 1 delle ex Officine Torinesi dove coreografia, danza, architettura, disegno e immagini in movimento trovano una sintesi efficace. Il progetto prosegue anche a Venezia, in occasione della 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia dove, sempre sotto la direzione dell’istituzione torinese, Bronstein propone un secondo atto del lavoro, ambientato questa volta nella Sala della Musica del Complesso dell’Ospedaletto di Venezia (inaugurazione 8 maggio).

  • Carousel de Crystal
  • Pablo Bronstein
  • fino al 9 giugno 2019
  • Binario 1, OGR – Officine Grandi Riparazioni
  • corso Castelfidardo 22, Torino
  • 8 – 12 maggio 2019
  • 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
  • Sala della Musica del Complesso dell’Ospedaletto
  • Barbaria delle Tole, 6691, Venezia