Second Deviation. Il valore dell’accidentale robotizzato

Una “performance robotique” concepita da Edouard Cabay a Parigi esplora le interazioni tra la programmazione e le forze presenti nell’ambiente abitato.

cabay - second deviation - area paris

Nella prima deviazione, l’inchiostro cadeva un’altezza di dieci metri su una tela in regolare movimento, incorniciata dalle masse di un’architettura gotica.
Lo spazio di Area, invece, è differente: lungo sei metri per tre di altezza, inscrive un semicerchio che Edouard Cabay ha sintetizzato e attivato nella figura del pendolo.
Cabay, architetto fondatore dello studio e membro dello IAAC di Barcellona, descrive la sua Second Deviation come “un ambiente completamente automatizzato, ma influenzato dalle forze della fisica”. In una “performance robotique” senza arresto, si susseguono cicli di due minuti in cui un robot solleva la sfera di un pendolo, la intinge in inchiostri colorati, la rilascia per un solo secco colpo contro una tela su cui si viene disegnando una griglia, un pattern punti a matrice quadrata di quattro centimetri. 

Ma questa griglia non è regolare. Tutto è controllato: il movimento, la misura della sfera, gli inchiostri, lo script su Arduino, i tempi, la posizione della sala . Solo la traiettoria del pendolo rimane soggetta alle vibrazioni dell’edificio, agli spifferi, ai movimenti delle persone; in sintesi:: allo spazio reale. L’imperfezione diventa la ricchezza dell’opera e del processo.
Second Deviation, curata da Emmanuelle Chiappone-Piriou, si inserisce da un lato nei Machinic Protochols, la ricerca di Cabay sul ruolo dell’accidentale e dell’indeterminato nei processi creativi, dall’altro nell’analogo percorso sviluppato presso Area col programma Drawbot, sull’interazione tra il robotico, il programmato e il disegnato, nella valorizzazione del margine e dell’errore come terreno di creazione e di indagine.

La "performance robotique" esplora, nelle parole di Cabay, il valore dell’accident in architettura come nel cinema, nella musica e in quelle arti dove ad un’automatizzazione delle azioni si può contrapporre un margine di libertà costituito dall’intervento di una porzione di natura. Così lo spazio di Area esplicita questa dualità continuando a ospitare la programmata e ricorsiva attività del robot entro un ambiente sempre più macchiato dall’inchiostro , dove il controllato si combina con lo sporco della materia colorata. 

Mostra:
Second Deviation
A cura di:
Emmanuelle Chiappone-Piriou
Artista:
Edouard Cabay
Luogo:
Area Institute
Indirizzo:
96 rue de Cléry, Paris
Team:
Edouard Cabay, Peter Geelmuyden Magnus, Soroush Garivani, Ona Marija Auskelyte

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