Condominium

Mobili e oggetti site specific per la prima personale di Martino Gamper negli spazi della Galleria Franco Noero.

Il racconto potrebbe incominciare dalla fine, forse da ciò che al pubblico non è dato vedere. Da una serie di scarti impilati e accumulati lungo una parete di fondo dello spazio di piazza Santa Giulia. La serranda della project room della galleria che si affaccia sulla piazza è abbassata. Martino e il suo staff hanno lavorato qui per settimane. Le macchine, gli utensili e le seghe hanno viaggiato da Londra fino a Torino e le due stanze a disposizione sono diventate laboratorio, falegnameria e studio. I pezzi di mobili accatastati non sono altro che il negativo, il resto di un lavoro di taglio e smembramento e ricomposizione che ha portato il designer altoatesino alla realizzazione di tutti gli oggetti e i mobili che ora abitano gli spazi affilati, obliqui e fragili della famosa casa Scaccabarozzi — Fetta di Polenta per i torinesi — dal 2008 singolare architettura con la quale gli artisti della galleria Noero si confrontano attraverso progetti site-specific.

Per più di un mese Gamper ha abitato a Torino. Ha chiesto solo un piccolo letto, l'ha sistemato all'ultimo piano della Fetta e ha iniziato a esplorare la città e i suoi oggetti a partire da quella stanza dell'edificio, nel tentativo di capirne davvero le proporzioni, nell'intento di misurare le opere per questa mostra in relazione a quello spicchio di città così speciale, per storia e geometria. A Torino, Gamper ha iniziato a selezionare, cercare e raccogliere mobili usati. Credenze, tavoli, armadi e comodini che, per materiale e forma, hanno caratterizzato l'atmosfera domestica di una certa borghesia piemontese tra gli anni '50 e i '70. Qualche mobile d'artigianato, i tavoli delle cucine italiane del dopoguerra — gambe di metallo e piano di formica colorata — gli armadi di legno verniciati e lucidati che svelano, una volta affettati, una sezione leggera di cartone compressa tra due strati di laminato.
Martino Gamper <i>Condominium</i>, 2011,
veduta dell’installazione alla Galleria Franco Noero (22 settembre – 24 ottobre 2011). Qui sopra: il soppalco al terzo piano. Foto di apertura: vista del settimo piano. Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
Martino Gamper Condominium, 2011, veduta dell’installazione alla Galleria Franco Noero (22 settembre – 24 ottobre 2011). Qui sopra: il soppalco al terzo piano. Foto di apertura: vista del settimo piano. Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
I primi oggetti nascono e vengono allestiti nello spazio per soddisfare alcune necessità prime di Martino. Due cestini, alcune mensole e il telaio di una sedia di legno che, avvitata al muro, modificata nella sezione delle gambe da due tagli obliqui, diviene attaccapanni, supporto rigido e contemporaneamente flessibile per borse e appendiabiti. A poco a poco, l'architettura della Fetta è abitata dai pezzi unici di Gamper progettati e realizzati per ogni angolo dell'edificio. La casa diviene condominio e ogni piano racconta la vita di un abitante immaginario. Se ogni mobile in mostra si rivela come un oggetto che ha subito un intervento di sottrazione — affettato obliquamente sul fianco o alla base, ritinteggiato, ricomposto e trasformato — così i piani stessi dell'architettura, sede della galleria torinese, appaiono agli occhi del visitatore come angoli di spazio, di appartamenti e di luoghi domestici ritagliati con la forbice e disposti secondo nuovo ordine e relazione.
Martino Gamper <i>Condominium</i>, 2011: vista del piano terreno. Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
Martino Gamper Condominium, 2011: vista del piano terreno. Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
La vita immaginata da Martino Gamper attraverso i suoi oggetti — il suo condominio pensato per poche persone — s'intreccia tra i cinque piani della Fetta con alcuni spazi privati, le stanze dove il gallerista Franco Noero abita a Torino. Il gioco degli incastri nello spazio domestico è ancora più complesso. L'edificio è così una piccola comunità in cui l'abitare figurato, immaginato da Martino, interseca il proprio racconto con la realtà della vita: i giorni di Gamper e del suo assistente nella casa durante i lavori, la vita quotidiana del gallerista e lo spazio allestito dal designer altoatesino per altri ipotetici abitanti.
La città e la sua atmosfera, per frammenti, angoli e dettagli sembrano raccogliersi nel condominio di nuovi pezzi unici composti da Martino Gamper, per forma, geometria e colore. Ma forse l'opera più carica di senso di Martino è la mostra stessa.
Martino Gamper <i>Condominium</i>, 2011: vista del quarto piano. Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
Martino Gamper Condominium, 2011: vista del quarto piano. Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
Al livello del terreno, la stanza d'ingresso, è affollata da sedie multicolori — quello spazio della casa Scaccabarozzi in origine aveva una funzione commerciale — quasi a ricordare l'atmosfera di un negozio. Nuove cromie sulle sedute, la formica delle comuni sedie in tubolari di acciaio piegato, è sostituita da intarsi di legni tinteggiati, due volumi di legno sagomati e colorati sono fissati alla parete all'altezza della schiena del visitatore: pensati per appoggiare gomiti e corpo, un altro modo per stare, parlare e osservare la città che scorre oltre le due finestre che si affacciano sulla via.
Martino Gamper <i>Condominium</i>, 2011: vista del quarto piano. Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
Martino Gamper Condominium, 2011: vista del quarto piano. Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
Al primo piano dell'architettura, l'unico spazio a doppia altezza: il soppalco è arredato da Gamper tagliando le gambe delle sedie raccolte, riproporzionando lo spazio in sezione e sfruttando i legni sottratti alle sedute per comporre un piccolo tavolino tagliato di sguincio a comporre in pianta una geometria irregolare. Uno dei livelli è dedicato alla lettura; una libreria a pianta trapezoidale occupa la stanza. In questo caso il pezzo nasce senza seguire il processo di taglio e ricomposizione, ma si sistema nello spazio per compressione e trazione. Quasi di memoria albiniana il mobile-libreria composto per incastri tra segmenti di legno a sezione quadrata sembra reagire allo spazio compresso della Fetta esercitando pressione tra il pavimento e il soffitto dell'apparentemente fragile architettura.
Martino Gamper <i>Condominium</i>, 2011: vista del sesto piano. Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
Martino Gamper Condominium, 2011: vista del sesto piano. Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
Gli oggetti disegnati ex-novo da Gamper – una lampada realizzata schermando e tagliando la luce di una lampadina grazie a cinque superfici di legno impiallacciate, tinte e intarsiate – s'integrano alla perfezione con i pezzi nati per separazione e ricomposizione. La città e la sua atmosfera, per frammenti, angoli e dettagli sembrano raccogliersi nel condominio di nuovi pezzi unici composti da Martino Gamper, per forma, geometria e colore. Ma forse l'opera più carica di senso di Martino è la mostra stessa. La decisione di costruire una relazione con Torino e i suoi oggetti, nella capacità combinatoria di mescolare e ritagliare spazi domestici, vita privata e sperimentazione nella composizione del dettaglio. A ogni collezionista, il piacere di acquistare i pezzi, di portarsi a casa un frammento di questo insolito organismo abitato. Francesco Garutti
Martino Gamper <i>Condominium</i>, 2011: vista del terzo piano (a sinistra) e vista del settimo piano (a destra). Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
Martino Gamper Condominium, 2011: vista del terzo piano (a sinistra) e vista del settimo piano (a destra). Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
Martino Gamper <i>Condominium</i>, 2011: vista del settimo piano. Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.
Martino Gamper Condominium, 2011: vista del settimo piano. Courtesy Martino Gamper e Galleria Franco Noero. Photo Sebastiano Pellion di Persano.

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