Il Futurismo russo sbarca, sabato 15 dicembre, al Museo Archeologico di Aosta per raccontare la sfida dell’avanguardia sovietica e, per la prima volta, metterla a confronto con il coevo movimento italiano.
Duecento opere (dipinti, sculture, disegni, libri e incisioni) dei protagonisti del periodo – da Kazimir Malevic a Natalija Goncarova, da Mikhail Larionov a David Burlijuk – compongono la mostra curata da Evgenia Petrova (vice direttore del Museo di Stato di San Pietroburgo) e Alberto Fiz.
Messa al bando l’arte del passato (“Gettare via Puskin, Dostoevsky e Tolstoj”, era il credo del Manifesto pubblicato a Mosca nel 1912), i “budetljany” (gente del futuro, come erano soliti auto-definirsi), puntano sul legame con la terra e la natura, al contrario dei “colleghi” italiani che “dipingono” un mondo nuovo dominato dalla tecnologia. Differenze queste, che si trasformarono in vero e proprio scontro (in occasione della visita in Russia di Filippo Tommaso Marinetti nel 1914), ma anche in innegabili influenze degli italiani, soprattutto Giacomo Balla e Umberto Boccioni, sui russi.
Dal 15 dicembre 2001 al 7 aprile 2002
Museo Archeologico Regionale
piazza Roncas 1, Aosta
Tel. +39-0165-238680
Futurismo Russo ad Aosta
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- 17 dicembre 2001