I porti italiani sono tesori architettonici che abbiamo sottovalutato

Domus ha curato una selezione di progetti nei porti italiani, casi esemplari che rappresentano la complessa trasformazione della relazione tra porto e città.

François Hennebique, Silos Granari, Genova, 1901 I Silos Granari, costruiti nel 1901 nel porto di Genova, rappresentano il primo edificio in cemento armato realizzato in Italia con il sistema brevettato da François Hennebique nel 1892. Progettati per facilitare lo scarico, lo stoccaggio e il confezionamento del grano, contribuirono alla diffusione di questa nuova tecnica costruttiva. Dismessi negli anni ’70, gli ex silos, noti oggi come “l’Hennebique”, sono oggi al centro di un progetto di riqualificazione: dopo decenni di abbandono, i lavori hanno portato alla rimozione delle sovrastrutture postbelliche sulla facciata a mare, restituendo all’edificio il suo aspetto originario. Il progetto prevede il restauro completo dell’edificio entro il 2027 e la sua trasformazione in un complesso multifunzionale con uffici, un hotel, strutture per crociere e spazi per mostre e conferenze, inserendosi in un più ampio piano di riqualificazione del lungomare tra il Porto Antico e la Stazione Marittima.

Giorgio Polli, Ex-Pescheria, Trieste, 1913 Il Centro Espositivo d’Arte Moderna e Contemporanea, originariamente Pescheria Centrale di Trieste, fu progettato dall’architetto Giorgio Polli nel 1913. L’obiettivo era quello di costruire un edificio funzionale, che rispettasse al contempo i canoni del  lungomare neoclassico. Polli utilizzò la tipologia della basilica, riconvertendola alla sua originaria funzione profana di mercato: il pronao accoglieva le aste del pesce, mentre il campanile mascherava il serbatoio per l’acqua marina. All’interno vennero adoperate soluzioni strutturali mutuate dall’ingegneria dei ponti, come l’impiego di travi principali e secondarie in calcestruzzo per sostenere il tetto spiovente. All’esterno, invece, Polli ricorse a elementi stilistici di matrice palladiana, come la serliana del campanile, il binato del portico e le finestre termali. Oggi l’edificio è stato trasformato nel “Salone degli Incanti”, un centro espositivo che ospita mostre d’arte moderna e contemporanea.

Aldo Loris Rossi, Casa del portuale, Napoli, 1969-1980 La Casa del Portuale, progettata da Aldo Loris Rossi tra il 1969 e il 1981 nel porto di Napoli, riflette la fase più sperimentale della ricerca architettonica di Rossi. Il progetto, articolato in due blocchi collegati tra loro da passaggi sopraelevati, era concepito come parte di un sistema modulare più ampio, potenzialmente estendibile, capace di dare forma a un’intera città di nuova generazione. Ogni funzione è racchiusa in volumi geometrici distinti: cilindri per gli impianti, prismi per le scale e ascensori, piastre sospese per le sale riunioni. La scelta di sviluppare la maggior parte della struttura in verticale risponde all’idea di limitare il consumo di suolo. La facciata alterna superfici opache e vetrate, mentre l’uso del cemento armato a vista ne esalta l’identità strutturale: le tracce delle casserature evidenziano l’andamento radiale dei solai. Originariamente progettata per ospitare uffici e servizi per i lavoratori del porto, la struttura si trova oggi in parziale stato di disuso. 

Domus 1066, marzo 2022

Renzo Piano Building Workshop, Peter Chermayeff (interni), Acquario di Genova, Genova, 1985-2013 L'Acquario di Genova, progettato dal Renzo Piano Building Workshop con interni curati da Peter Chermayeff, è situato a Ponte Spinola nell’area del Porto Antico. Realizzato in occasione dell’Expo del 1992, l’acquario è parte di un progetto di riqualificazione del lungomare di Genova che ha trasformato radicalmente il rapporto tra la città e il mare. La struttura è composta da una sequenza di grandi vasche sospese, sostenute da colonne che permettono il passaggio degli impianti tecnici al di sotto della quota pedonale. Il percorso espositivo si sviluppa lungo una spina centrale, con due corpi principali disimpegnati da un corridoio in legno. Il Padiglione dei Cetacei, progettato da Piano e inaugurato nel 2013, è composto da quattro vasche semi sommerse visibili solo dall’interno. L’intero complesso si sviluppa come una grande nave attraccata al molo, con una passerella centrale che evoca il ponte di coperta e le vasche espositive che si susseguono come compartimenti stagni lungo lo scafo.

Foto maudanros da Adobe Stock

Cino Zucchi Architetti, Darsena di Ravenna, Lotto 4, 2006-2011 Il progetto “Darsena di Ravenna, Lotto 4”, firmato dallo studio Cino Zucchi Architetti, si inserisce in un più ampio piano di rigenerazione urbana nella zona portuale a ridosso della stazione ferroviaria di Ravenna. Situato lungo un canale artificiale ancora attivo per le industrie locali, l’edificio residenziale a edilizia convenzionata affronta la sfida di un’area in transizione. Il progetto si sviluppa su due fronti: uno rivolto verso la città, caratterizzato da uno spalto verde che nasconde il parcheggio e conduce a una corte sopraelevata, e uno rivolto verso il canale, in previsione della futura trasformazione in passeggiata. L’edificio si sviluppa in volumi sfalsati e facciate differenziate: a nord, si valorizza il disegno volumetrico; a sud, lunghe balconate orizzontali animano la superficie. Le facciate principali sono scandite da profili orizzontali che incorniciano riquadri in intonaco colorato, ispirati ai mosaici bizantini, smaterializzando la massa dell’edificio.

Zaha Hadid, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016 Il terminal marittimo di Salerno, progettato da Zaha Hadid Architects, è un edificio a sviluppo orizzontale caratterizzato da un involucro in calcestruzzo armato con geometrie fluide ispirate alla morfologia marina. Si configura come un volume compatto con una copertura a guscio, modellata per garantire ampie campate prive di elementi verticali, ottimizzando la distribuzione dei carichi e favorendo la continuità spaziale. Le estremità aggettanti, assimilabili a prue navali, enfatizzano la relazione dinamica tra architettura e paesaggio costiero. Lo spazio interno si sviluppa in un sistema di rampe, piani inclinati e balconate che definiscono una sequenza percettiva continua, priva di interruzioni visive, funzionale alla gestione dei flussi passeggeri. L’uso di ventilazione naturale, ricavata dalla conformazione architettonica e dalla disposizione planimetrica, assicura comfort ambientale senza ricorso a impianti invasivi.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Stefano Boeri Architetti, Ex Arsenale, La Maddalena, 2008-2009 Il “Masterplan Ex Arsenale La Maddalena” dello studio Stefano Boeri era un progetto di riqualificazione volto a convertire un ex arsenale militare in un quartiere multifunzionale sul mare, al servizio sia della comunità locale che dei delegati del vertice del G8 del 2009, per una superficie di 155.000 metri quadrati. Il progetto prevedeva la realizzazione di centri congressi, residenze di lusso e strutture di servizio, con l’intento di trasformare l'economia locale. La “Casa del Mare”, un edificio multifunzionale destinato a centro conferenze, è caratterizzata da due volumi sovrapposti: un basamento in pietra basaltica, destinato a servizi tecnici e distributivi, e un parallelepipedo superiore in vetro serigrafato a sbalzo sull’acqua. A seguito del trasferimento del G8 dalla Maddalena all’Aquila, tutti gli edifici del Masterplan, realizzati ex-novo o riconvertiti, rimangono inutilizzati. 

Courtesy Stefano Boeri Architetti

Ricardo Bofill, Palacrociere, Savona, 2002-2003 Il terminal crociere di Savona, progettato dall’architetto catalano Ricardo Bofill, è un edificio multifunzionale che unisce la sua funzione primaria di approdo per navi da crociera a quella di spazio dedicato a mostre, convegni e meeting. La struttura, situata nella Vecchia Darsena e realizzata tra il 1999 e il 2003, ha una pianta rettangolare e si articola su tre livelli: piano terra, primo piano e mezzanino. La copertura, caratterizzata da due falde convergenti verso un lucernario centrale, richiama le ali di un gabbiano in volo. Gli interni, luminosi e ampi, sono definiti da grandi superfici vetrate perimetrali e ritmati dalla presenza di palme. Una passerella-terrazza coperta, lunga oltre 500 metri e capace di accogliere contemporaneamente due navi da crociera, si estende lungo la banchina.

Foto Marco Molinari da Flickr

Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Torre di Controllo, Marina di Ragusa, 2009 La Torre di Controllo del porto turistico di Marina di Ragusa, progettata da Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, è stata realizzata tra il 2008 e il 2009 come nuovo presidio visivo e funzionale all’interno del sistema portuale. L’edificio sorge all’estremità del molo di ponente, su fondazioni preesistenti, vincolato in altezza e ingombro da un precedente progetto mai completato. Alla base si trova un volume in calcestruzzo armato rivestito in doghe di legno, destinato a uffici e spazi di servizio, chiuso su tutti i lati tranne quello rivolto al mare. Sopra questo basamento, un secondo corpo in acciaio, leggermente sfalsato, ospita l’alloggio del custode, accessibile tramite una scala esterna e un ballatoio. Questo volume appare sospeso, sorretto da due strutture reticolari rosse che si innestano nel terreno e avvolgono lateralmente il corpo centrale. Il volume al vertice è un cubo vetrato luminoso che ospita gli uffici di controllo e fa da lanterna notturna, segnando l’ingresso al porto.


Gli spazi ibridi dei porti urbani si configurano come dispositivi attivi di mediazione tra infrastruttura e paesaggio, tra memoria industriale e progetto di trasformazione urbanistica, tra spazio pubblico e immaginario collettivo. In questo scenario, il Padiglione Italia alla  Biennale di Architettura di Venezia 2025, curato da Guendalina Salimei e intitolato TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare, si propone come piattaforma di riflessione e sperimentazione sul rapporto tra terra e acqua. L’open call per i contributi esposti ha invitato i partecipanti  a ripensare i confini marini come sistemi integrati e adattivi, rafforzando la consapevolezza che il progetto del bordo costiero non possa più prescindere da un’intelligenza collettiva e transdisciplinare. In questo senso, i progetti portuali non sono solo luoghi di transito, ma diventano soglie sensibili, luoghi porosi di convergenza tra ecologie, architetture e comunità, nuove interfacce fisiche e simboliche della città.

Infatti, la relazione tra città e acqua, in particolare nei contesti portuali è andata, negli ultimi decenni, progressivamente trasformandosi, ridefinendo la funzione, la struttura e l’impostazione urbana dei lungomare. I porti, un tempo esclusivo dominio del traffico merci e dei processi produttivi, sono oggi scenari di socialità, luoghi di svago e spazi simbolici di riappropriazione collettiva. Architettura, paesaggio e urbanistica si pongono come strumenti privilegiati di questa transizione, attivando nuove connessioni tra le persone e il bordo liquido della città. Si potrebbe così guardare alla storia delle architetture portuali e alle loro trasformazioni per registrare il cambiamento del rapporto tra la città e il mare. Un esempio paradigmatico e molto studiato nel panorama europeo è la riqualificazione del lungomare di Barcellona per le Olimpiadi del 1992. Il progetto ha trasformato un’area industriale in un sistema di spazi pubblici e spiagge che sono rimasti alla città, rivelando la grande potenzialità di queste aree, seppur non prive delle contraddizioni che sono legate alle riqualificazioni urbane massicce.

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016.

© Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects


Così, nel complesso equilibrio tra i desideri della cittadinanza e del turismo, tra gli interessi degli speculatori e le esigenze logistiche ed ecologiche si giocano le trasformazioni delle aree portuali e delle loro architetture, portando a strategie ed esiti molto diversi. Questa varietà si riscontra anche in Italia, dove i progetti si ritrovano a fare i conti anche con la tutela del patrimonio costruito esistente, aggiungendo un ulteriore livello di complessità. I casi qui selezionati guardano a diverse tipologie di edifici in porti di diversa dimensione, vocazione e traffico, restituiscono la varietà dei progetti possibili, tra nuova costruzione ed interventi sull’esistente. Il porto più esteso d’Italia, quello di Genova, presenta un grande arsenale di architetture significative: dall’ex Silos Granari a Genova, il primo edificio italiano realizzato in cemento armato secondo il brevetto di François Hennebique, fino al dispositivo anfibio dell’Acquario progettato da Renzo Piano, sospeso tra linguaggi navali e figurazioni urbane. Nel primo porto italiano per traffico di merci, quello triestino, L’ex Pescheria Centrale progettata nel 1913, e oggi Salone degli Incanti, rappresenta un caso esemplare di versatilità tipologica in ambito portuale, di diversi cicli di vita del porto antico che viene restituito alla sfera pubblica della città.

Progettare nel porto è anche occasione di sperimentazione sul linguaggio rispetto al rapporto tra architettura e infrastruttura. Ne sono esempi diversissimi la Casa del Portuale di Aldo Loris Rossi a Napoli, concepita negli anni Sessanta, dove l’utopia infrastrutturale si concretizza in una verticalità radicale; ma anche la Stazione Marittima di Salerno di Zaha Hadid, dove il disegno architettonico asseconda e ottimizza i flussi simultanei di passeggeri, merci e veicoli in chiave fluida e performativa. Altri esempi si collocano su una soglia tra landmark e infrastruttura. A Marina di Ragusa, la torre di controllo disegnata da Maria Giuseppina Grasso Cannizzo trasforma una funzione tecnica in segno simbolico, visibile da terra e da mare.

Uno degli obiettivi più complessi legati alla trasformazione delle aree portuali è la convivenza di diverse funzioni e utenti: così si può immaginare di vivere alla darsena di Ravenna, nel progetto residenziale di Cino Zucchi, oppure cercare di sovrapporre flusso e permanenza, come nel Palacrociere progettato da Ricardo Bofill a Savona, una tipologia ibrida, terminal funzionale e luogo pubblico, capace di accogliere tanto il turismo crocieristico quanto attività culturali e sociali. All’opposto, l’incompiuto masterplan per l’ex arsenale della Maddalena firmato da Stefano Boeri riflette la fragilità delle operazioni di rigenerazione, rivelandone ambizioni, contraddizioni e potenzialità ancora inespresse.

Immagine di apertura: Aldo Loris Rossi, Casa del Portuale, Napoli, Italy, 1969-1978. Foto © Roberto Conte

François Hennebique, Silos Granari, Genova, 1901

I Silos Granari, costruiti nel 1901 nel porto di Genova, rappresentano il primo edificio in cemento armato realizzato in Italia con il sistema brevettato da François Hennebique nel 1892. Progettati per facilitare lo scarico, lo stoccaggio e il confezionamento del grano, contribuirono alla diffusione di questa nuova tecnica costruttiva. Dismessi negli anni ’70, gli ex silos, noti oggi come “l’Hennebique”, sono oggi al centro di un progetto di riqualificazione: dopo decenni di abbandono, i lavori hanno portato alla rimozione delle sovrastrutture postbelliche sulla facciata a mare, restituendo all’edificio il suo aspetto originario. Il progetto prevede il restauro completo dell’edificio entro il 2027 e la sua trasformazione in un complesso multifunzionale con uffici, un hotel, strutture per crociere e spazi per mostre e conferenze, inserendosi in un più ampio piano di riqualificazione del lungomare tra il Porto Antico e la Stazione Marittima.

Giorgio Polli, Ex-Pescheria, Trieste, 1913

Il Centro Espositivo d’Arte Moderna e Contemporanea, originariamente Pescheria Centrale di Trieste, fu progettato dall’architetto Giorgio Polli nel 1913. L’obiettivo era quello di costruire un edificio funzionale, che rispettasse al contempo i canoni del  lungomare neoclassico. Polli utilizzò la tipologia della basilica, riconvertendola alla sua originaria funzione profana di mercato: il pronao accoglieva le aste del pesce, mentre il campanile mascherava il serbatoio per l’acqua marina. All’interno vennero adoperate soluzioni strutturali mutuate dall’ingegneria dei ponti, come l’impiego di travi principali e secondarie in calcestruzzo per sostenere il tetto spiovente. All’esterno, invece, Polli ricorse a elementi stilistici di matrice palladiana, come la serliana del campanile, il binato del portico e le finestre termali. Oggi l’edificio è stato trasformato nel “Salone degli Incanti”, un centro espositivo che ospita mostre d’arte moderna e contemporanea.

Aldo Loris Rossi, Casa del portuale, Napoli, 1969-1980 Domus 1066, marzo 2022

La Casa del Portuale, progettata da Aldo Loris Rossi tra il 1969 e il 1981 nel porto di Napoli, riflette la fase più sperimentale della ricerca architettonica di Rossi. Il progetto, articolato in due blocchi collegati tra loro da passaggi sopraelevati, era concepito come parte di un sistema modulare più ampio, potenzialmente estendibile, capace di dare forma a un’intera città di nuova generazione. Ogni funzione è racchiusa in volumi geometrici distinti: cilindri per gli impianti, prismi per le scale e ascensori, piastre sospese per le sale riunioni. La scelta di sviluppare la maggior parte della struttura in verticale risponde all’idea di limitare il consumo di suolo. La facciata alterna superfici opache e vetrate, mentre l’uso del cemento armato a vista ne esalta l’identità strutturale: le tracce delle casserature evidenziano l’andamento radiale dei solai. Originariamente progettata per ospitare uffici e servizi per i lavoratori del porto, la struttura si trova oggi in parziale stato di disuso. 

Renzo Piano Building Workshop, Peter Chermayeff (interni), Acquario di Genova, Genova, 1985-2013 Foto maudanros da Adobe Stock

L'Acquario di Genova, progettato dal Renzo Piano Building Workshop con interni curati da Peter Chermayeff, è situato a Ponte Spinola nell’area del Porto Antico. Realizzato in occasione dell’Expo del 1992, l’acquario è parte di un progetto di riqualificazione del lungomare di Genova che ha trasformato radicalmente il rapporto tra la città e il mare. La struttura è composta da una sequenza di grandi vasche sospese, sostenute da colonne che permettono il passaggio degli impianti tecnici al di sotto della quota pedonale. Il percorso espositivo si sviluppa lungo una spina centrale, con due corpi principali disimpegnati da un corridoio in legno. Il Padiglione dei Cetacei, progettato da Piano e inaugurato nel 2013, è composto da quattro vasche semi sommerse visibili solo dall’interno. L’intero complesso si sviluppa come una grande nave attraccata al molo, con una passerella centrale che evoca il ponte di coperta e le vasche espositive che si susseguono come compartimenti stagni lungo lo scafo.

Cino Zucchi Architetti, Darsena di Ravenna, Lotto 4, 2006-2011

Il progetto “Darsena di Ravenna, Lotto 4”, firmato dallo studio Cino Zucchi Architetti, si inserisce in un più ampio piano di rigenerazione urbana nella zona portuale a ridosso della stazione ferroviaria di Ravenna. Situato lungo un canale artificiale ancora attivo per le industrie locali, l’edificio residenziale a edilizia convenzionata affronta la sfida di un’area in transizione. Il progetto si sviluppa su due fronti: uno rivolto verso la città, caratterizzato da uno spalto verde che nasconde il parcheggio e conduce a una corte sopraelevata, e uno rivolto verso il canale, in previsione della futura trasformazione in passeggiata. L’edificio si sviluppa in volumi sfalsati e facciate differenziate: a nord, si valorizza il disegno volumetrico; a sud, lunghe balconate orizzontali animano la superficie. Le facciate principali sono scandite da profili orizzontali che incorniciano riquadri in intonaco colorato, ispirati ai mosaici bizantini, smaterializzando la massa dell’edificio.

Zaha Hadid, Stazione Marittima di Salerno, 2005-2016 © Hufton+Crow. Courtesy Zaha Hadid Architects

Il terminal marittimo di Salerno, progettato da Zaha Hadid Architects, è un edificio a sviluppo orizzontale caratterizzato da un involucro in calcestruzzo armato con geometrie fluide ispirate alla morfologia marina. Si configura come un volume compatto con una copertura a guscio, modellata per garantire ampie campate prive di elementi verticali, ottimizzando la distribuzione dei carichi e favorendo la continuità spaziale. Le estremità aggettanti, assimilabili a prue navali, enfatizzano la relazione dinamica tra architettura e paesaggio costiero. Lo spazio interno si sviluppa in un sistema di rampe, piani inclinati e balconate che definiscono una sequenza percettiva continua, priva di interruzioni visive, funzionale alla gestione dei flussi passeggeri. L’uso di ventilazione naturale, ricavata dalla conformazione architettonica e dalla disposizione planimetrica, assicura comfort ambientale senza ricorso a impianti invasivi.

Stefano Boeri Architetti, Ex Arsenale, La Maddalena, 2008-2009 Courtesy Stefano Boeri Architetti

Il “Masterplan Ex Arsenale La Maddalena” dello studio Stefano Boeri era un progetto di riqualificazione volto a convertire un ex arsenale militare in un quartiere multifunzionale sul mare, al servizio sia della comunità locale che dei delegati del vertice del G8 del 2009, per una superficie di 155.000 metri quadrati. Il progetto prevedeva la realizzazione di centri congressi, residenze di lusso e strutture di servizio, con l’intento di trasformare l'economia locale. La “Casa del Mare”, un edificio multifunzionale destinato a centro conferenze, è caratterizzata da due volumi sovrapposti: un basamento in pietra basaltica, destinato a servizi tecnici e distributivi, e un parallelepipedo superiore in vetro serigrafato a sbalzo sull’acqua. A seguito del trasferimento del G8 dalla Maddalena all’Aquila, tutti gli edifici del Masterplan, realizzati ex-novo o riconvertiti, rimangono inutilizzati. 

Ricardo Bofill, Palacrociere, Savona, 2002-2003 Foto Marco Molinari da Flickr

Il terminal crociere di Savona, progettato dall’architetto catalano Ricardo Bofill, è un edificio multifunzionale che unisce la sua funzione primaria di approdo per navi da crociera a quella di spazio dedicato a mostre, convegni e meeting. La struttura, situata nella Vecchia Darsena e realizzata tra il 1999 e il 2003, ha una pianta rettangolare e si articola su tre livelli: piano terra, primo piano e mezzanino. La copertura, caratterizzata da due falde convergenti verso un lucernario centrale, richiama le ali di un gabbiano in volo. Gli interni, luminosi e ampi, sono definiti da grandi superfici vetrate perimetrali e ritmati dalla presenza di palme. Una passerella-terrazza coperta, lunga oltre 500 metri e capace di accogliere contemporaneamente due navi da crociera, si estende lungo la banchina.

Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Torre di Controllo, Marina di Ragusa, 2009

La Torre di Controllo del porto turistico di Marina di Ragusa, progettata da Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, è stata realizzata tra il 2008 e il 2009 come nuovo presidio visivo e funzionale all’interno del sistema portuale. L’edificio sorge all’estremità del molo di ponente, su fondazioni preesistenti, vincolato in altezza e ingombro da un precedente progetto mai completato. Alla base si trova un volume in calcestruzzo armato rivestito in doghe di legno, destinato a uffici e spazi di servizio, chiuso su tutti i lati tranne quello rivolto al mare. Sopra questo basamento, un secondo corpo in acciaio, leggermente sfalsato, ospita l’alloggio del custode, accessibile tramite una scala esterna e un ballatoio. Questo volume appare sospeso, sorretto da due strutture reticolari rosse che si innestano nel terreno e avvolgono lateralmente il corpo centrale. Il volume al vertice è un cubo vetrato luminoso che ospita gli uffici di controllo e fa da lanterna notturna, segnando l’ingresso al porto.