Las Pozas. Un santuario surrealista nella foresta

Costruito nell’arco di 25 anni, il giardino di Edward James in Messico è un connubio perfetto tra architettura e natura, e riferimento architettonico della città di Xilitla.

Edward James, Las Pozas, Xilitla 2018

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1029, novembre 2018.

Xilitla si trova a nove ore di auto da Città del Messico. Si pronuncia Hilitla ed è uno dei 111 Pueblos Mágicos del Paese. Nascosto tra le montagne subtropicali della Huasteca potosina, ci vivono circa 50.000 persone, molte delle quali parlano ancora il nāhuatl, una lingua di origine azteca usata nel Codice fiorentino, il capolavoro etnografico di Bernardino de Sahagún, scritto nella seconda metà del ’500.

In città si trovano la piazza, il mercato, un ex convento agostiniano del XVI secolo e il Castillo, una villa su quattro livelli senza uno stile architettonico preciso: un po’ eclettico, a tratti modernista, ma anche Art Nouveau; non ci sono scale per scendere, ma grandi pali per scivolare giù ed è tutto ricoperto di piante. Il proprietario, un ricco inglese, scelse questo angolo di mondo per insediare il suo sogno surrealista negli anni Quaranta.

Nato nel Sussex nel 1907, Sir Edward James fu uno dei grandi eccentrici del Novecento, ereditiere e mecenate instancabile. Cresciuto nell’alta borghesia inglese, studiò a Eton e Oxford dove iniziò il suo rapporto con grandi scrittori e artisti del tempo. Siamo alla fine degli anni Venti e nel suo circolo gravitano Magritte, Picasso, de Chirico, Ernst, Delvaux, Leonora Carrington, Tchelitchew, Brecht, George Balanchine e John Betjeman, per citarne alcuni.

Anche Dalí fu suo protégé per tutto il 1938 e con lui realizzò opere celebri come la Bocca di Mae West e il Telefono aragosta. James, che nella sua villa a West Dean aveva fatto imbastire le orme del suo cane nella moquette, è stato il più grande collezionista privato di opere surrealiste al mondo, definendosi egli stesso un surrealista.

Da bambino avevo queste straordinarie fantasie surrealiste. Penso derivi dal fatto che mi obbligavano a dormire quando invece avrei dovuto scorrazzare in giardino

Dopo il fallimento del suo matrimonio con la ballerina austrica Tilly Losch, si ritirò dai salotti europei per iniziare la sua seconda vita in America. Dopo Los Angeles, dove entrò in contatto con il misticismo, Hollywood e le gigantesche Watts Towers di Simon Rodia, si dedicò al ‘giardinaggio’ in Messico.

Divenne amico di una guida locale, Plutarco Gastelum, e viaggiò in lungo e in largo per il Paese, fino a trovare Xilitla. Qui avviò la sua opera più ardita, Las Pozas: un giardino surrealista immerso nella foresta, un labirinto di percorsi sospesi, gradinate, terrazze sul vuoto, piscine naturali e cascate. Un delirio architettonico fatto di archi, guglie, volte e sculture perfettamente mimetizzate nella natura.

Il progetto nasce il giorno in cui Edward James, tornando da un viaggio a New York, trovò distrutto il suo giardino di orchidee, coltivato per oltre 20 anni, a causa della neve, mai vista prima a Xilitla. Decise allora di costruire un giardino dell’Eden – privato – fatto di cemento armato e pietra. Nulla appare finito, perchè “la costruzione della propria casa non deve finire mai”, diceva, “ci penserà la natura a completarla”.

Per realizzare Las Pozas, Edward James mise all’asta i quadri della sua collezione privata, arrivando a finanziare il progetto con una somma quantificabile in circa 5 milioni di dollari odierni. Ci lavorarono 40 operai e vennero costruite 36 strutture in oltre 32 ettari di terreno. I lavori vennero sospesi nel 1984, anno della sua morte.

A Xilitla tutto è lasciato, serenamente, a metà. Qui l’eredità di James è forte, e l’estetica è più legata allo spirito, con buona pace dell’architetto

A Xilitla tutto è lasciato, serenamente, a metà. Le case non rispondono a nessun dettame logico e lasciano spaesato il visitatore europeo: qui l’eredità di James è forte, e l’estetica è più legata allo spirito, con buona pace dell’architetto. D’altronde, neanche Edward James lo era e le sue strutture sono solide proprio perchè usava il doppio dei rinforzi, “per sicurezza”. Oggi Las Pozas è un luogo magico, che richiede un’intera giornata per essere attraversato. Conservato e aperto al pubblico dalla Fundación Pedro y Helena Hernández, è una meta turistica consolidata, con tanto di ostello che ne riprende lo spirito.

“Da bambino avevo queste straordinarie fantasie surrealiste. Penso derivi dal fatto che mi obbligavano a dormire quando invece avrei dovuto scorrazzare in giardino”, racconta Edward James in un documentario della BBC del 1978 a lui dedicato

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