Domus 1105 è in edicola

Dall’architettura del riuso al design dello scarto, nel numero di ottobre, il guest editor 2025 Bjarke Ingels esplora il riciclo come etica e linguaggio del XXI secolo.

Editoriale / Riciclo

Testo Bjarke Ingels

Tavole / Il futuro ha un cuore antico L’architettura reca in sé le tracce delle vite passate: pietre rovesciate, frammenti ricomposti, spazi rinati.

a cura di Filippo Cartapani, Shane Dalke

Saggi / Sul riuso creativo In ogni continente troviamo edifci che esibiscono con orgoglio la loro età, mostrando intonaci sgretolati, mattoni grezzi o parzialmente in vista, colonne di cemento con i segni della costruzione e resti di cartelloni pubblicitari.

Testo Aaron Betsky

Tavole / Patrimonio culturale e aree di tutela

A cura di Filippo Cartapani, Shane Dalke

Saggi / La forma segue la disponibilità Il nostro pianeta in disfacimento invoca a gran voce moderazione, riconciliazione e la fine del suo sfruttamento. I problemi sono interconnessi e impossibili da ignorare.

Testo Anders Lendager

Saggi / Una questione di valori Il sistema di valori che guida l’architettura e, più in generale, il settore dell’edilizia, alla cui base c’è la convinzione che costruire ex novo sia la premessa corretta, che il nuovo è sempre migliore del vecchio.

Testo Olaf Grawert

Visita in studio / Lacaton & Vassal

Intervista Bjarke Ingels con Anne Lacaton, Jean-Philippe Vassal Foto Philippe Ruault

Risorse a catalogo L’hub culturale Thoravej 29 nasce dalla conversione di una ex fabbrica degli anni Sessanta, attraverso un’attenta procedura di smantellamento e reintegrazione di elementi strutturali, superfici e attrezzature, riusando il 95 per cento di materiali e componenti

Testo Søren Pihlmann Foto Hampus Berndtson

Paradossi materiali Incastrati come nel gioco del Tetris, i grandi detriti di calcestruzzo uniti a calce a basso impatto diventano materia pronta per creare nuovi muri

Testo Maxence Grangeot Foto Maxence Grangeot, EPFL

ODA Architecture, Trasformare l'ordinario, 2025, Buenos Aires, AR La conversione di OLA Palermo dimostra come il riuso adattivo possa mutare un’infrastruttura urbana in risorsa per la collettività: sviluppo sostenibile, memoria e comunità s’intrecciano oggi in un landmark poroso e vitale

Testo Eran Chen Foto Alan Karchmer

Portfolio / Case di recupero Il lavoro di Marcel Raymaekers (dal 1962 al 2014) rispecchia la frenesia demolitoria del Dopoguerra belga

Testo Anja Hellebaut, Anthony De Meyere

Dirk van der Kooij for Kooij, Da scarto a scultura, 2024, Zaandam, NL Per creare lo sgabello Staple, grandi frammenti di plastica e prototipi di scarto sono compressi in lastre pittoriche: un riuso che conferisce alla plastica identità, valore e memoria

Foto Studio Kooij

Maximum, Un divano zero spreco, 2024, Lione, FR La struttura di Bultan reimpiega le transenne usate dalla polizia: oggetti robusti e spesso poco danneggiati

Testo Maximum

Thomas Deininger, Biomimesi inversa, 2025, Rhode Island, US Per creare le sue sculture, l’artista americano assembla gli scarti non riciclabili del nostro quotidiano, esprimendo così il suo disprezzo per il consumismo di massa e i problemi ambientali insostenibili che porta con sé. Il mondo intero diventa, letteralmente, la sua tavolozza, nella convinzione che conoscere gli oggetti di cui ci circondiamo signi!chi conoscere noi stessi

Testo Thomas Deininger

Michael Johansson, Assemblaggi ortogonali, 2014-2020, Berlino, DE Combinati con precisione geometrica, gli oggetti comuni mostrano le tracce della loro precedente vita e i segni della presenza umana, raccontando storie nuove

Testo Michael Johansson

Thomas Dambo, Riciclo nel paese delle meraviglie, 2023-2025, Issaquah, East Providence, US Fatte con centinaia di pallet, scarti di fabbrica o alberi abbattuti dal vento, le grandi sculture dell’artista danese dimostrano che la spazzatura è in realtà una risorsa, che aspetta solo di essere trasformata. I suoi troll nascono dai nostri rifiuti e dalla volontà di farne qualcosa di diverso

Testo Thomas Dambo

Luzinterruptus, La plastica scompare, 2023, Mumbai, IN Oltre 8.000 sacchetti di plastica raccolti e installati con la partecipazione della comunità locale compongono The Plastic We Live With, un’installazione corale che denuncia la presenza di!usa e persistente dei ri"uti nella nostra quotidianità

Testo Luzinterruptus Foto Melisa Hernández, Luzinterruptus

Vhils Studio, Superfici graffiate, 2012-2025, Rio de Janeiro, BR; Bissau, GW Incidendo le super!ci esistenti, la serie Descascando a Super!ície permette a nuove immagini di emergere da ciò che è già presente. Il riutilizzo diventa così una forma di archeologia urbana e un gesto di memoria

Testo Alexandre Farto – Vhils

Ossimoro / Da scarto a tesoro

Testo Bjarke Ingels

Storia di copertina / Plastica riciclata I materiali che derivano dal processo di riciclo sono i protagonisti di Domus di ottobre.

Testo Bjarke Ingels

Il fatto del mese /Il segreto della felicità sta in Finlandia

Tetso Loredana Mascheroni

La mia città / Roma, tra bellezza eterna e città moderna

Testo Valentina Petrucci

Maestri / Varsavia – San Paolo – Varsavia

Testo Walter Mariotti

Archivio Domus / La civiltà del libro o dell’immagine?

Testo Simona Bordone

Elogio del lusso / Diritti e necessità

Testo Alberto Mingardi

Il viaggio di Domus in questa edizione autunnale si apre con l'indagine sul segreto della felicità, un ossimoro scandinavo cementato in Finlandia per l'ottavo anno, come ci racconta Loredana Mascheroni. La formula è cristallina: fiducia sociale, welfare e una cultura che onora la semplicità. 

Questa lievità si lega all'architettura degli affetti, simboleggiata dai Mumin di Tove Jansson e indagata da Anniina Koivu nella mostra “Happiness”. La fiera Habitare 2025, focalizzata sull'imperfezione e il tatto, con i padiglioni in Luonnonbetoni di Collaboratorio, ci svela che la materia stessa cerca una forma più onesta. 

Domus 1105, ottobre 2025

La rivista si addentra poi nelle geografie emotive e fisiche: Valeria Casali analizza i Sehnsuchtsorte di Sigurd Larsen; Loredana Mascheroni traccia il “metodo come chiave del progetto” di Fauciglietti Engineering; ed Elena Sommariva valora l'architettura italiana nel rapporto con il territorio e i maestri. Valentina Petrucci raccoglie la visione del produttore cinematografico Pietro Valsecchi su Roma, denunciando la perdita d'identità a causa del turismo superficiale ed entrando contemporaneamente nel binomio Roma-Cinema. Il design si fa personale con Francesco Franchi che, nello speciale sulle biciclette personalizzate, vede il telaio come una “tela in movimento”. Nelle complessità ambientali, Stefano Mancuso ci mette in guardia dal “futuro che non vogliamo”, prevedendo l'aumento delle città esposte al caldo estremo. Roberto Battiston celebra il Sole e l'architettura come arte della mediazione con la luce, tema ripreso da Marco Soravia di Velux. 

Javier Arpa Fernández vede nel Lago Aral un monito globale. A un estremo opposto, Valentina Sumini ci parla di architettura spaziale con il progetto Nasa Mycotecture Off Planet, dove gli habitat lunari potrebbero essere coltivati dal micelio fungino, segnando il passaggio dall'estrazione alla coltivazione nel cosmo. Il design e l'arte elevano lo scarto a tesoro: Maxence Grangeot trasforma i detriti di calcestruzzo in muratura ciclopica; Eran Chen mostra come il riuso adattivo possa convertire un parcheggio in un parco urbano. Thomas Dambo assembla pallet e rifiuti nei suoi giganti Troll, mentre Thomas Deininger (autore della copertina) compie un atto di “biomimesi inversa”, creando sculture figurative da plastica non riciclabile. 

In questo numero di Domus abbiamo distillato un imperativo categorico: il Riciclo non è una moda, ma la prassi etica e progettuale per il XXI secolo.

Il recupero di scarti sonori nei diffusori Noon e di legno difettoso nelle Upcycling Guitar di Yamaha dimostrano come l'imperfezione generi bellezza. Michael Johansson (Orthogonal Assemblies) ordina con ossessiva precisione gli oggetti scartati, onorando le tracce di vita. L'artista Vhils (Alexandre Farto), incide le superfici urbane, trasformando l'intervento sul muro in un gesto di archeologia urbana e di memoria. Walter Mariotti stesso ci introduce all'opera del designer brasiliano Jorge Zalszupin e alla filosofia di ospitalità di Villa Le Volte in Toscana. 

Silvana Annicchiarico celebra il talento dei vincitori del Muuto Design Contest 001. Simona Bordone si interroga sulla civiltà del libro o dell'immagine nell'era dell'Intelligenza Artificiale, mentre Alberto Mingardi riflette sull'accesso a Internet come diritto conquistato. Le Pratiche di disobbedienza di Paola Carimati esaltano lo human design delle Ong nel far emergere la verità sulla crisi migratoria. L'amicizia è la chiave per ridefinire interi settori, come dimostra la partnership che ha rigenerato lo stabilimento di Planet Farms (con Luca Travaglini e Carlo Molteni, analizzata da Mariotti), trasformando la necessità post-incendio in un manifesto di tecnologia e design. 

L'intera opera si chiude con l'ossimoro per eccellenza di Kathleen Ryan (analizzata da Bjarke Ingels), che trasforma i rottami industriali in sculture di frutta ammuffita adornate di pietre preziose, compiendo l'estremo gesto alchemico di trasformare lo scarto in tesoro. Il Diario di Paul Smith riflette sugli orologi pubblici e Sommariva stessa sul fotografo Fosco Maraini e il valore della memoria visiva. 

Domus 1105, ottobre 2025

In questo numero di Domus, la cui copertina è l'opera di Deininger — un vero e proprio atto di “biomimesi inversa” che trasforma i detriti plastici in un'illusione di forma e colore — abbiamo distillato un imperativo categorico: il Riciclo non è una moda, ma la prassi etica e progettuale per il XXI secolo. Il Guest Editor Bjarke Ingels stabilisce subito la premessa: nell'epoca dell'Antropocene, dove l'impronta umana è sedimento geologico, i giacimenti del futuro non sono nella terra, ma negli scarti del nostro passato. La sua stessa abitazione, un traghetto dismesso, incarna l'estetica della ridefinizione radicale, dove l'esistente offre una generosità spaziale che il nuovo non saprebbe eguagliare. 

Il saggio di Aaron Betsky eleva il riuso creativo a stile del nostro tempo, sostenuto da una triplice logica ineludibile: la sostenibilità di fronte all'insostenibilità dell'estrazione, la giustizia sociale che rompe le gerarchie del “nuovo è sempre meglio”, e la bellezza insita nel familiare. L'architettura deve evolvere da “affermazione dello status quo” a rivelazione del possibile.

L'architetto Anders Lendager concretizza questa filosofia nell'assunto “La forma segue la disponibilità”. Egli ci pone di fronte all'unica via: proteggere, trasformare e rigenerare. Le sue Upcycle House non sono esperimenti utopici, ma prove d'orchestra di un'architettura che dimostra una riduzione delle emissioni fino al 90%, trasformando il frammento in un catalogo di materiali circolari e l'eccezione in norma industriale. 

A dare il colpo di grazia al sistema è Olaf Grawert, che con la sua consueta lucidità attacca il Capitalocene, il sistema di valori che ha ridotto l'edificio a un bene finanziario la cui demolizione è la regola, non l'eccezione. La demolizione – che in Europa avviene un edificio al minuto – è un atto di violenza non solo materiale, ma sociale, che spreca l'energia incorporata e spazza via la storia. Grawert ci indica l'unica risposta corretta: la ristrutturazione, che deve triplicare il suo tasso attuale per rispettare gli obiettivi climatici. 

La visione di Anne Lacaton e Jean-Philippe Vassal è il manifesto etico più netto: l'imperativo “Non demolire mai”. Essi ci mostrano come la generosità spaziale non nasca dal lusso, ma dal rifiuto di sprecare, trasformando strutture anonime e sottovalutate — come gli alloggi popolari di Bordeaux o il Palais de Tokyo — in luoghi ricchi di opportunità, dove l'architettura è un atto di intelligenza minima per il massimo risultato. Per loro, il riciclo dei materiali da demolizione è un mero alibi che maschera l'atto distruttivo. 

Infine, l'arte e il design completano la metamorfosi: da Dirk van der Kooij che comprime scarti plastici in lastre pittoriche, all'artista dei Troll, che assembla pallet di scarto in giganteschi Troll per popolare un upcycling wonderland. Johansson ordisce assemblaggi ortogonali di oggetti comuni che ne celebrano l'usura come traccia di vita, e l'ossimoro supremo di Ryan (analizzata da Ingels) che riveste i rottami di motori e parafanghi con gemme semipreziose, compiendo l'estremo gesto alchemico: trasformare lo scarto in tesoro. Un viaggio come sempre estremamente affascinate e dunque, buona lettura!

Editoriale / Riciclo Testo Bjarke Ingels

Tavole / Il futuro ha un cuore antico a cura di Filippo Cartapani, Shane Dalke

L’architettura reca in sé le tracce delle vite passate: pietre rovesciate, frammenti ricomposti, spazi rinati.

Saggi / Sul riuso creativo Testo Aaron Betsky

In ogni continente troviamo edifci che esibiscono con orgoglio la loro età, mostrando intonaci sgretolati, mattoni grezzi o parzialmente in vista, colonne di cemento con i segni della costruzione e resti di cartelloni pubblicitari.

Tavole / Patrimonio culturale e aree di tutela A cura di Filippo Cartapani, Shane Dalke

Saggi / La forma segue la disponibilità Testo Anders Lendager

Il nostro pianeta in disfacimento invoca a gran voce moderazione, riconciliazione e la fine del suo sfruttamento. I problemi sono interconnessi e impossibili da ignorare.

Saggi / Una questione di valori Testo Olaf Grawert

Il sistema di valori che guida l’architettura e, più in generale, il settore dell’edilizia, alla cui base c’è la convinzione che costruire ex novo sia la premessa corretta, che il nuovo è sempre migliore del vecchio.

Visita in studio / Lacaton & Vassal Intervista Bjarke Ingels con Anne Lacaton, Jean-Philippe Vassal Foto Philippe Ruault

Risorse a catalogo Testo Søren Pihlmann Foto Hampus Berndtson

L’hub culturale Thoravej 29 nasce dalla conversione di una ex fabbrica degli anni Sessanta, attraverso un’attenta procedura di smantellamento e reintegrazione di elementi strutturali, superfici e attrezzature, riusando il 95 per cento di materiali e componenti

Paradossi materiali Testo Maxence Grangeot Foto Maxence Grangeot, EPFL

Incastrati come nel gioco del Tetris, i grandi detriti di calcestruzzo uniti a calce a basso impatto diventano materia pronta per creare nuovi muri

ODA Architecture, Trasformare l'ordinario, 2025, Buenos Aires, AR Testo Eran Chen Foto Alan Karchmer

La conversione di OLA Palermo dimostra come il riuso adattivo possa mutare un’infrastruttura urbana in risorsa per la collettività: sviluppo sostenibile, memoria e comunità s’intrecciano oggi in un landmark poroso e vitale

Portfolio / Case di recupero Testo Anja Hellebaut, Anthony De Meyere

Il lavoro di Marcel Raymaekers (dal 1962 al 2014) rispecchia la frenesia demolitoria del Dopoguerra belga

Dirk van der Kooij for Kooij, Da scarto a scultura, 2024, Zaandam, NL Foto Studio Kooij

Per creare lo sgabello Staple, grandi frammenti di plastica e prototipi di scarto sono compressi in lastre pittoriche: un riuso che conferisce alla plastica identità, valore e memoria

Maximum, Un divano zero spreco, 2024, Lione, FR Testo Maximum

La struttura di Bultan reimpiega le transenne usate dalla polizia: oggetti robusti e spesso poco danneggiati

Thomas Deininger, Biomimesi inversa, 2025, Rhode Island, US Testo Thomas Deininger

Per creare le sue sculture, l’artista americano assembla gli scarti non riciclabili del nostro quotidiano, esprimendo così il suo disprezzo per il consumismo di massa e i problemi ambientali insostenibili che porta con sé. Il mondo intero diventa, letteralmente, la sua tavolozza, nella convinzione che conoscere gli oggetti di cui ci circondiamo signi!chi conoscere noi stessi

Michael Johansson, Assemblaggi ortogonali, 2014-2020, Berlino, DE Testo Michael Johansson

Combinati con precisione geometrica, gli oggetti comuni mostrano le tracce della loro precedente vita e i segni della presenza umana, raccontando storie nuove

Thomas Dambo, Riciclo nel paese delle meraviglie, 2023-2025, Issaquah, East Providence, US Testo Thomas Dambo

Fatte con centinaia di pallet, scarti di fabbrica o alberi abbattuti dal vento, le grandi sculture dell’artista danese dimostrano che la spazzatura è in realtà una risorsa, che aspetta solo di essere trasformata. I suoi troll nascono dai nostri rifiuti e dalla volontà di farne qualcosa di diverso

Luzinterruptus, La plastica scompare, 2023, Mumbai, IN Testo Luzinterruptus Foto Melisa Hernández, Luzinterruptus

Oltre 8.000 sacchetti di plastica raccolti e installati con la partecipazione della comunità locale compongono The Plastic We Live With, un’installazione corale che denuncia la presenza di!usa e persistente dei ri"uti nella nostra quotidianità

Vhils Studio, Superfici graffiate, 2012-2025, Rio de Janeiro, BR; Bissau, GW Testo Alexandre Farto – Vhils

Incidendo le super!ci esistenti, la serie Descascando a Super!ície permette a nuove immagini di emergere da ciò che è già presente. Il riutilizzo diventa così una forma di archeologia urbana e un gesto di memoria

Ossimoro / Da scarto a tesoro Testo Bjarke Ingels

Storia di copertina / Plastica riciclata Testo Bjarke Ingels

I materiali che derivano dal processo di riciclo sono i protagonisti di Domus di ottobre.

Il fatto del mese /Il segreto della felicità sta in Finlandia Tetso Loredana Mascheroni

La mia città / Roma, tra bellezza eterna e città moderna Testo Valentina Petrucci

Maestri / Varsavia – San Paolo – Varsavia Testo Walter Mariotti

Archivio Domus / La civiltà del libro o dell’immagine? Testo Simona Bordone

Elogio del lusso / Diritti e necessità Testo Alberto Mingardi