C’è una villa di Chipperfield in vendita in Italia, solenne come i suoi musei

Monumentale come un tempio – o come i musei di Berlino – ma inondata dal sole come una limonaia mediterranea, la villa progettata sul Lago di Garda dall’architetto vincitore del Pritzker e guest editor di Domus 2020 traduce in architettura l’anima del paesaggio.

Il tratto che lungo l’ultimo decennio ha percorso molte delle architetture di David ChipperfieldGuest Editor di Domus nel 2020 e vincitore del premio Pritzker nel 2023 – è quello di un linguaggio che si colloca tra metafisico e simbolista, una posizione che evoca la classicità – quello, sempre – e al contempo tesse un rapporto profondissimo con il contesto attuale, sublimato in certi aspetti del progetto che si possono forse notare solo in seconda battuta, una volta decantato l’effetto estetico, ma sono destinati a rimanere.

E questo succede a prescindere dal trovarsi in un museo, come a Berlino, o in un luogo sospeso, plasmato dalla storia del rapporto tra uomo, architettura e natura come la Cava Arcari, la fonte della pietra vicentina usata da Carlo Scarpa, oggi trasformata in spazio performativo. Succede però anche quando si tratta di case, e questo si fa peculiare.

La Villa Eden di David Chipperfield Architects a Gardone Riviera. Foto courtesy Italy Sotheby’s International Realty

È possibile oggi anche abitare questa metafisica, non solo visitarla come un museo: è il caso della villa Eden, completata da David Chipperfield Architects nel 2015, che ora va in vendita.
Siamo a Gardone Riviera, sponda bresciana del Lago di Garda, non distanti da un altro fuoco d’artificio simbolista – ma di tutt’altro carattere – assemblato lungo l’inizio del’900 da Gabriele D’Annunzio: il Vittoriale.

Nella villa Eden, il senso di solenni templi che digradano tra cipressi alla Arnold Böcklin verso il lago è dato dai volumi astratti in pietra locale che la compongono; si combina però a grandi colonnati dalle linee essenziali che introducono il senso del luogo: sono ispirati, dicono i progettisti, non a templi, ma alle pergole snelle delle limonaie che punteggiano e definiscono il litorale occidentale del Garda.

All’interno, stessi gesti minimali da tempio greco, ma ridisposti in funzione del panorama e di una distribuzione rigorosa e lineare, che sempre con questo panorama vuole dialogare.

Grandi vetrate a tutta altezza caratterizzano la villa, schermate dai brise-soleil che coprono l’alto della pergola, e lungo queste vetrate si dispiega la vita domestica: la transizione è fluida tra l’ingresso, la sala da pranzo e la cucina al piano terra, così come lo è al livello superiore tra lo studio e il soggiorno, articolato poi tra un grande camino e una libreria. Le camere invece fanno da contraltare all’impianto monumentale, collocate come sono in un basamento incastonato tra il pendio e il paesaggio, in continuità diretta con gli interni attraverso le finestrature continue, e anticipatrici della dépendance che completa la casa poco più a valle.

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