“Le risposte attente, curate, precise e pacate che ha offerto agli obiettivi cui aspiravano i suoi edifici non possono che nascere da una profonda e sostenuta conoscenza della disciplina. Tuttavia, queste risposte non sono mai egocentriche, né servono in alcun modo a fare arte per l'arte: piuttosto, sono sempre rimaste focalizzate sul fine superiore dell'impresa e sul perseguimento del bene civico e pubblico”.
Con queste motivazioni, la giuria nel Premio assegnato annualmente dalla Pritzker Foundation – ormai riconosciuto come “Nobel dell'architettura” – ha annunciato David Chipperfield come vincitore dell'edizione 2023.
Parole che sembrano fare eco a quelle che Chipperfield stesso aveva usato nella sua esperienza da guest editor di Domus attraverso i difficilissimi mesi del 2020, pieni di emergenze che anche l'architettura si trovava ad affrontare, con l'obbligo di trovare un senso e una direzione: “Dobbiamo imparare a concentrare le nostre competenze e utilizzare la capacità di mediare la scala, passando dall’esame di ciò che è tangibile ed esperienziale alle condizioni comunitarie, che implicano analisi e pianificazione proattive”.
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BBC Scotland Headquarters
Photo courtesy of Ute Zscharnt for David Chipperfield Architects
BBC Scotland Headquarters
Photo courtesy of Ute Zscharnt for David Chipperfield Architects
Londinese di nascita e di formazione, Chipperfield ha aperto la David Chipperfield Architects nel 1985 – una realtà oggi globale, con sedi a Londra, Berlino, Milano, Shanghai – prendendo subito una posizione alternativa tanto al postmoderno dominante quanto all’High Tech, ponendo al centro un minimalismo fatto di matericità e attenzione al luogo e alla sua dimensione spesso pubblica, come hanno mostrato progetti quale la Des Moines Public Library, o le più recenti esperienze museali della Museumsinsel e della Neue Nationalgalerie a Berlino, del Jumex in Messico e delle Procuratie Vecchie a Venezia.
