La residenza Fountainhead, anche nota come la Hughes House da J. Willis Hughes, committente dell’abitazione e magnate del petrolio, si trova a Jackson, la capitale dello stato federale del Mississippi, nel quartiere di Fondren. Risale al 1949 ed è una delle ultime tra le più di cinquecento opere costruite in settant’anni di carriera da Frank Lloyd Wright, il cui elenco completo può essere consultato sul sito della Frank Lloyd Wright Building Conservancy.
Dopo aver passato quasi sette anni sul mercato immobiliare, con un’offerta iniziale di più di 2,5 milioni di dollari, la Hughes House è stata acquistata per un milione dal Mississippi Museum of Art, il museo d’arte moderna e contemporanea più grande dello stato del Mississippi, che vuole restaurarla e poi aprirla al pubblico — con visite guidate su prenotazione — per la prima volta in decenni.
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Frank Lloyd Wright, Casa e Studio, Oak Park, Chicago, Illinois 1889
Tutto è partito da qui: la casa/studio che Wright progettò a soli 22 anni, il primo edificio concepito in totale autonomia creativa. Realizzato secondo lo stile “shingle” al tempo molto diffuso nella East Coast e ispirato al gusto coloniale, l’opera è caratterizzata da una facciata asimmetrica, un'ampia veranda e involucri esterni in scandole di legno. Nonostante il linguaggio ancora acerbo, la costruzione ha in sé il germe di un pensiero rivoluzionario e apertamente critico verso la rigidezza e la pretenziosità delle case vittoriane, prediligendo una pianta libera e un rapporto più garbato e sostenibile con il contesto naturale: elementi fondativi, questi, delle future prairie houses.
Foto di Michael Clesle. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Frederick C. Robie House, Chicago, Illinois 1910
Robie House è la summa dei precetti che Wright elabora nella prima decade del XX secolo intorno al tema delle prairie houses, il modello di casa concepita in esplicita negazione del linguaggio magniloquente ed affettato del neoclassicismo allora imperante: un’abitazione che anticipa l’attenzione per la sostenibilità ambientale, fatta di volumi ribassati, coperture avvolgenti e protettive, materiali schietti e naturali (come il legno e il mattone), pianta libera, assenza di apparati decorativi e rapporto dialettico con il contesto naturale.
Foto Teemu008. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Frederick C. Robie House, Chicago, Illinois 1910
Foto David Arpi. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Hollyhock house, Los Angeles, California 1921
Nonostante il sole abbagliante e i cieli tersi della California, il periodo degli anni ‘20 che Wright trascorse sulla West Coast fu offuscato da umori foschi e pensosi, probabilmente a causa di travagliate vicende personali. Il risultato fu un linguaggio progettuale severo e inquietante che si concretizza in Hollyhock house, un’abitazione commissionata dall'ereditiera del petrolio, filantropa e mondana Aline Barnsdall nel quartiere di East Hollywood. L’edificio rimanda esplicitamente alla cultura precolombiana, con poderosi blocchi in cemento, bassorilievi e decori in stile “tempio azteco” (senza altari sacrificali, per lo meno ad una prima vista).
Foto DB’s travels. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Hollyhock house, Los Angeles, California 1921
Foto Fæ- Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Taliesin West, Scottsdale, Arizona 1937
Wright diceva che Taliesin West è “uno sguardo oltre il bordo dei mondo“. In effetti si tratta di una realtà a sé stante che reclama una propria autonomia rispetto agli ordinari e spesso schiaccianti ingranaggi che governano la vita quotidiana. Qui, nel deserto, l’architetto ha ideato il suo uen ritiro dai rigidi inverni del Mid-West e dai convulsi ritmi metropolitani, nonché il laboratorio di formazione e sperimentazione per i suoi studenti. L’opera fu quasi tutta costruita dal maestro e dai suoi apprendisti ed è ispirata interamente al paesaggio desertico, con volumi bassi incorniciati da travi di sequoia e materiali autoctoni come roccia, cemento misto a materiali locali e sabbia. Oggi è la sede della Frank Lloyd Wright Foundation.
Foto Teemu008. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Taliesin West, Scottsdale, Arizona 1937
Foto Tatiana12. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Hanna-Honeycomb House, Stanford, California 1937
Per essere una casa usoniana quindi caratterizzata da un design semplice, funzionale e accessibile alla classe media, Hanna-Honeycomb House - così chiamata per il suo impianto esagonale e prima opera di Wright a pianta non rettangolare da lui progettata - aveva in realtà molti optionals: il lotto di 1,5 acri includeva infatti una casa per gli ospiti, uno spazio per gli hobby, un deposito, un doppio garage e una casetta da giardino. L’aura domestica e famigliare dell’edificio a volume orizzontale è garantita, in sintonia con lo stile usoniano, da materiali schietti e naturali come il legno e il laterizio e da ambienti flessibili e luminosi, grazie alle finestre a tutta altezza che scandiscono i prospetti. Oggi l’edificio è di proprietà della Stanford University.
Foto Teemu008. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Hanna-Honeycomb House, Stanford, California 1937
Foto Wallyg. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Fallingwater (Kaufmann House), Mill Run, Pensylvania 1939
Wright diceva che “se ascolti il suono di Fallingwater ascolti la quiete della campagna”. E in effetti non c’è nulla di più meravigliosamente intimo e pacificante del reperire, comodamente adagiati nella protezione di un rifugio domestico, i suoni della foresta. Adagiata tra le colline di Mill Run sulla cascata naturale di Bear Run, la casa con i suoi dirompenti volumi a sbalzo rivestiti in pietra di cava è un’appassionata dichiarazione d’amore del progettista alla Natura e sottende una inesausta ricerca di un equilibrio tra Uomo, tecnologia e paesaggio.
Foto Orangejack. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Fallingwater (Kaufmann House), Mill Run, Pennsylvania 1939
Foto Kevinq2000. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Rosenbaum House, Florence, Alabama 1940
Se uno pensa all’ architettura usoniana che raffigurava case concepite appositamente per la classe media americana, di piccola dimensione, semplici ma eleganti e di costo moderato, non può che ricordare Rosenbaum House, l’unica progettata dal maestro in Alabama e che acchiude in sé tutte le caratteristiche di questo “stile”: pianta ad “L”, livello unico, distribuzione funzionale e flessibile, finestre a tutta altezza, arredi incorporati nelle strutture e materiali semplici e naturali come legno e laterizio. Dopo la morte dei proprietari, è stata acquistata dall’ municipalità di Florence e oggi ospita un museo.
Foto string_bass_dave. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Rosenbaum House, Florence, Alabama 1940
Foto string_bass_dave. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Cedar Rock, Independence, Iowa 1950
All’insegna della gesamtkunstwerk (opera d’arte totale), in questa piccola dimora commissionata da un’abbiente famiglia locale nulla è stato lasciato al caso, dal disegno dell’architettura a quello degli arredi e delle stoviglie (tutto su progetto di Wright). L’edificio è un chiaro esempio di casa usoniana su un unico livello, con coperture piane a falde aggettanti e protettive, pianta libera e flessibile, muri in mattoni, serramenti in legno, finestre a tutta altezza e pavimenti di cemento. Dopo la morte del proprietario, la casa è stata donata allo stato dell'Iowa che ancora ne mantiene la proprietà.
Foto L.M. Bernhardt. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Cedar Rock, Independence, Iowa 1950
Foto L.M. Bernhardt. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Kentuck Knob, Dunbar, Pennsylvania 1956
Progettata alla veneranda età di 86 anni dal maestro, Kentuck Knob fu una delle ultime case che Wright costruì. Di stampo usoniano, a un solo piano con le vaste coperture piane a sbalzo in lamiera di rame a contrasto con il tono neutro della pietra naturale dei muri, interni a pianta libera rifiniti in arenaria e legno di cipresso rosso della Carolina del Nord, la casa ha la particolarità di un impianto esagonale ma la consueta riconoscibile grazia nel fondersi con delicatezza nel paesaggio naturale.
Foto sarowen. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Kentuck Knob, Dunbar, Pennsylvania 1956
Foto sarowen. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Muirhead Farmhouse, Kane County, Illinois, 1953
L’abitazione, unica fattoria che Wright abbia mai progettato, è a tutti gli effetti un ranch adagiato in una prateria di 800 acri, all’insegna del lessico usoniano che qui impiega volumi squadrati ad un solo livello, generose coperture piane con massive quinte murarie in mattoni, finiture in cemento mescolato a materiali locali e cipresso rosso di Tidewater. L’edificio, soggetto a diversi interventi di ristrutturazione, è ancora oggi di proprietà della famiglia che lo rende visitabile in alcuni periodi dell’anno.
Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Casa e Studio, Oak Park, Chicago, Illinois 1889
Tutto è partito da qui: la casa/studio che Wright progettò a soli 22 anni, il primo edificio concepito in totale autonomia creativa. Realizzato secondo lo stile “shingle” al tempo molto diffuso nella East Coast e ispirato al gusto coloniale, l’opera è caratterizzata da una facciata asimmetrica, un'ampia veranda e involucri esterni in scandole di legno. Nonostante il linguaggio ancora acerbo, la costruzione ha in sé il germe di un pensiero rivoluzionario e apertamente critico verso la rigidezza e la pretenziosità delle case vittoriane, prediligendo una pianta libera e un rapporto più garbato e sostenibile con il contesto naturale: elementi fondativi, questi, delle future prairie houses.
Foto di Michael Clesle. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Frederick C. Robie House, Chicago, Illinois 1910
Robie House è la summa dei precetti che Wright elabora nella prima decade del XX secolo intorno al tema delle prairie houses, il modello di casa concepita in esplicita negazione del linguaggio magniloquente ed affettato del neoclassicismo allora imperante: un’abitazione che anticipa l’attenzione per la sostenibilità ambientale, fatta di volumi ribassati, coperture avvolgenti e protettive, materiali schietti e naturali (come il legno e il mattone), pianta libera, assenza di apparati decorativi e rapporto dialettico con il contesto naturale.
Foto Teemu008. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Frederick C. Robie House, Chicago, Illinois 1910
Foto David Arpi. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Hollyhock house, Los Angeles, California 1921
Nonostante il sole abbagliante e i cieli tersi della California, il periodo degli anni ‘20 che Wright trascorse sulla West Coast fu offuscato da umori foschi e pensosi, probabilmente a causa di travagliate vicende personali. Il risultato fu un linguaggio progettuale severo e inquietante che si concretizza in Hollyhock house, un’abitazione commissionata dall'ereditiera del petrolio, filantropa e mondana Aline Barnsdall nel quartiere di East Hollywood. L’edificio rimanda esplicitamente alla cultura precolombiana, con poderosi blocchi in cemento, bassorilievi e decori in stile “tempio azteco” (senza altari sacrificali, per lo meno ad una prima vista).
Foto DB’s travels. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Hollyhock house, Los Angeles, California 1921
Foto Fæ- Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Taliesin West, Scottsdale, Arizona 1937
Wright diceva che Taliesin West è “uno sguardo oltre il bordo dei mondo“. In effetti si tratta di una realtà a sé stante che reclama una propria autonomia rispetto agli ordinari e spesso schiaccianti ingranaggi che governano la vita quotidiana. Qui, nel deserto, l’architetto ha ideato il suo uen ritiro dai rigidi inverni del Mid-West e dai convulsi ritmi metropolitani, nonché il laboratorio di formazione e sperimentazione per i suoi studenti. L’opera fu quasi tutta costruita dal maestro e dai suoi apprendisti ed è ispirata interamente al paesaggio desertico, con volumi bassi incorniciati da travi di sequoia e materiali autoctoni come roccia, cemento misto a materiali locali e sabbia. Oggi è la sede della Frank Lloyd Wright Foundation.
Foto Teemu008. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Taliesin West, Scottsdale, Arizona 1937
Foto Tatiana12. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Hanna-Honeycomb House, Stanford, California 1937
Per essere una casa usoniana quindi caratterizzata da un design semplice, funzionale e accessibile alla classe media, Hanna-Honeycomb House - così chiamata per il suo impianto esagonale e prima opera di Wright a pianta non rettangolare da lui progettata - aveva in realtà molti optionals: il lotto di 1,5 acri includeva infatti una casa per gli ospiti, uno spazio per gli hobby, un deposito, un doppio garage e una casetta da giardino. L’aura domestica e famigliare dell’edificio a volume orizzontale è garantita, in sintonia con lo stile usoniano, da materiali schietti e naturali come il legno e il laterizio e da ambienti flessibili e luminosi, grazie alle finestre a tutta altezza che scandiscono i prospetti. Oggi l’edificio è di proprietà della Stanford University.
Foto Teemu008. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Hanna-Honeycomb House, Stanford, California 1937
Foto Wallyg. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Fallingwater (Kaufmann House), Mill Run, Pensylvania 1939
Wright diceva che “se ascolti il suono di Fallingwater ascolti la quiete della campagna”. E in effetti non c’è nulla di più meravigliosamente intimo e pacificante del reperire, comodamente adagiati nella protezione di un rifugio domestico, i suoni della foresta. Adagiata tra le colline di Mill Run sulla cascata naturale di Bear Run, la casa con i suoi dirompenti volumi a sbalzo rivestiti in pietra di cava è un’appassionata dichiarazione d’amore del progettista alla Natura e sottende una inesausta ricerca di un equilibrio tra Uomo, tecnologia e paesaggio.
Foto Orangejack. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Fallingwater (Kaufmann House), Mill Run, Pennsylvania 1939
Foto Kevinq2000. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Rosenbaum House, Florence, Alabama 1940
Se uno pensa all’ architettura usoniana che raffigurava case concepite appositamente per la classe media americana, di piccola dimensione, semplici ma eleganti e di costo moderato, non può che ricordare Rosenbaum House, l’unica progettata dal maestro in Alabama e che acchiude in sé tutte le caratteristiche di questo “stile”: pianta ad “L”, livello unico, distribuzione funzionale e flessibile, finestre a tutta altezza, arredi incorporati nelle strutture e materiali semplici e naturali come legno e laterizio. Dopo la morte dei proprietari, è stata acquistata dall’ municipalità di Florence e oggi ospita un museo.
Foto string_bass_dave. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Rosenbaum House, Florence, Alabama 1940
Foto string_bass_dave. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Cedar Rock, Independence, Iowa 1950
All’insegna della gesamtkunstwerk (opera d’arte totale), in questa piccola dimora commissionata da un’abbiente famiglia locale nulla è stato lasciato al caso, dal disegno dell’architettura a quello degli arredi e delle stoviglie (tutto su progetto di Wright). L’edificio è un chiaro esempio di casa usoniana su un unico livello, con coperture piane a falde aggettanti e protettive, pianta libera e flessibile, muri in mattoni, serramenti in legno, finestre a tutta altezza e pavimenti di cemento. Dopo la morte del proprietario, la casa è stata donata allo stato dell'Iowa che ancora ne mantiene la proprietà.
Foto L.M. Bernhardt. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Cedar Rock, Independence, Iowa 1950
Foto L.M. Bernhardt. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Kentuck Knob, Dunbar, Pennsylvania 1956
Progettata alla veneranda età di 86 anni dal maestro, Kentuck Knob fu una delle ultime case che Wright costruì. Di stampo usoniano, a un solo piano con le vaste coperture piane a sbalzo in lamiera di rame a contrasto con il tono neutro della pietra naturale dei muri, interni a pianta libera rifiniti in arenaria e legno di cipresso rosso della Carolina del Nord, la casa ha la particolarità di un impianto esagonale ma la consueta riconoscibile grazia nel fondersi con delicatezza nel paesaggio naturale.
Foto sarowen. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Kentuck Knob, Dunbar, Pennsylvania 1956
Foto sarowen. Courtesy Creative Commons
Frank Lloyd Wright, Muirhead Farmhouse, Kane County, Illinois, 1953
L’abitazione, unica fattoria che Wright abbia mai progettato, è a tutti gli effetti un ranch adagiato in una prateria di 800 acri, all’insegna del lessico usoniano che qui impiega volumi squadrati ad un solo livello, generose coperture piane con massive quinte murarie in mattoni, finiture in cemento mescolato a materiali locali e cipresso rosso di Tidewater. L’edificio, soggetto a diversi interventi di ristrutturazione, è ancora oggi di proprietà della famiglia che lo rende visitabile in alcuni periodi dell’anno.
Courtesy Creative Commons
Disegnata come un diamante spigoloso in mezzo a boschi subtropicali, colline dolci, corsi d'acqua e zone paludose, questa villa unifamiliare di Wright è una di quelle con la storia più particolare. Profondamente intrecciata alla vita dell’architetto e alla sua idea di architettura organica, la Hughes House rappresenta un punto di svolta che vale la pena raccontare nella sua poetica abitativa.
Progettata da Wright quando aveva 81 anni, l'abitazione a sud-est di Jackson è stata realizzata seguendo il modello delle case usoniane: un modello costruttivo e un principio etico che Wright comincia a sperimentare nel Dopoguerra. L’idea, in breve, era di far partecipare l’architettura alla ricostruzione degli Stati Uniti dopo la Grande Depressione, progettando case abbordabili per la classe media americana. A basso costo, modulari e prive di ornamenti superflui, le case usoniane di Wright sono tante e ancora note - tanto che nel 2022 un’azienda edile di Seattle ne aveva ripreso i principi per costruire una nuova serie di abitazioni da mettere sul mercato. La Hughes House si distingue però notevolmente dalle altre.
Si tratta di una rete – non ufficiale ma sempre più significativa – di ‘case‑museo Wright’: architetture private che diventano patrimonio collettivo.
Immersa e quasi sotterrata dalle colline e dai cipressi, questa residenza è realizzata quasi interamente in cipresso delle paludi, un legno resistente all’umidità e tipico delle foreste alluvionali del Mississippi. Le pareti esterne, ma anche i pavimenti, la boiserie e i mobili su misura utilizzano le venature calde e rosate di questo legno, in un dialogo intenso con il paesaggio circostante. La sua forma a Y, poi, segue tratteggiando i pendii collinari che la circondano, in linea con i principi dell’architettura organica.
Ma la casa è celebre soprattutto per la fontana e la piscina sul retro, progettate insieme all’edificio, che funzionano come parte di un percorso d’acqua che attraversa il giardino e che le ha valso il soprannome di “fonte meravigliosa”, in inglese Fountainhead, appunto. La Hughes House, a guardarla oggi, appare come la declinazione più sfrecciante e accelerazionista delle case usoniane, un modello di abitazione americana che si affacciava già sull’altra metà del XX secolo, pur restando ancorata a un paesaggio millennario.
L’acquisto da parte del museo di Jackson è tutt'altro che un gesto isolato: fa parte di una strategia che vede la maggior parte delle istituzioni culturali statunitensi impegnate nella tutela del patrimonio di Wright, in particolare delle case usoniane, come la Bachman–Wilson House, acquistata, smontata e trasferita sul terreno del Crystal Bridges Museum of American Art a Bentonville.
Si tratta di una rete – non ufficiale ma sempre più significativa – di “case‑museo Wright”: architetture private che diventano patrimonio collettivo.
Una vendita in blocco della maggior parte delle proprietà di Wright che segue anche una certa ritrovata popolarità dell’architetto delle Prairie houses. Tra progetti mai realizzati e architetture iconiche, Wright ormai è ovunque, dalle serie tv ai progetti per le roulotte. E, con questo acquisto, è anche nella collezione di un museo del Mississippi.
Immagine di apertura: Courtesy Frank Lloyd Wright Building Conservancy
