La prima mostra personale di Gianni Pettena a Parigi

Alla scoperta della carriera radicale dell’architetto, artista e critico italiano che si definisce un “anarchitetto”.

La fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta è stata definita dagli slogan: un mezzo di espressione che ha attraversato tutte le professioni creative e che non ha risparmiato l’architettura radicale italiana. Se, infatti, Michele de Lucchi si autoproclamava “Designer in Generale” – in una memorabile performance sulla scalinata della Triennale di Milano nel 1973 – da parte sua l'architetto e critico italiano Gianni Pettena, nel ritratto di gruppo dei fondatori di Global Tools sempre nel 1973, dichiarava “Io sono la spia”. Intendendo affermare il suo ruolo di agitatore, osservatore e uomo libero. Un punto di vista alternativo che la mostra “Licenza di pensare”, organizzata presso la galleria parigina Salle Principale, propone di esplorare fino al 12 maggio 2018.

Gianni Pettena, Grazia & Giustizia, 1968. Courtesy l’artista e Salle Principale
Gianni Pettena, Icone del passato. Courtesy l'artista e Salle Principale, Parigi
Gianni Pettena, Marea, 1974. Courtesy l’artista e Salle Principale
Gianni Pettena, Marea, 1974. Courtesy l’artista e Salle Principale
Gianni Pettena, “Le permis de penser (Licenza di pensare)”, vista della mostra, galleria Salle Principale, Parigi. Courtesy dell’artista e Salle Principale
Gianni Pettena, “Le permis de penser (Licenza di pensare)”, vista della mostra, galleria Salle Principale, Parigi. Courtesy dell’artista e Salle Principale
Gianni Pettena, “Le permis de penser (Licenza di pensare)”, vista della mostra, galleria Salle Principale, Parigi. Courtesy dell’artista e Salle Principale
Gianni Pettena, “Le permis de penser (Licenza di pensare)”, vista della mostra, galleria Salle Principale, Parigi. Courtesy dell’artista e Salle Principale
Gianni Pettena, “Le permis de penser (Licenza di pensare)”, vista della mostra, galleria Salle Principale, Parigi. Courtesy dell’artista e Salle Principale
Gianni Pettena, “Le permis de penser (Licenza di pensare)”, vista della mostra, galleria Salle Principale, Parigi. Courtesy dell’artista e Salle Principale

Membro attivo e promotore del movimento radicale italiano, Pettena mette instancabilmente in discussione il ruolo dell’architetto e dell’utilizzatore adoperando gli strumenti delle arti visive. Un approccio interdisciplinare – si definisce un “anarchitetto” – che l’ha portato a osservare il movimento radicale austriaco e più tardi l’estetica della Land Art piuttosto che a seguire “l’ispirazione pop del movimento inglese, cui invece si rifaceva prevalentemente il lavoro dei radicali fiorentini”, come afferma lo stesso Pettena.

Tra le opere esposte presso la Salle Principale vi sono una serie di fotografie: alcune delle poche testimonianze rimaste dell’happening Grazia E Giustizia che si è tenuto a Palermo nel 1968 durante la sesta edizione del Festival di musica d’avanguardia. La performance – che prevedeva una processione di grosse lettere fatte di cartone che poi venivano gettate in mare – voleva incoraggiare il confronto all’interno della città attraverso parole e slogan.

Gianni Pettena, “Le permis de penser (Licenza di pensare)”, vista della mostra, galleria Salle Principale, Parigi. Courtesy l’artista e Salle Principale

Guidati dal concetto del “diritto di pensare”, i lavori presentati – in linea con la visione multidisciplinare della galleria che intreccia arte contemporanea, design e architettura – dialogano con l’ambiente espositivo sviluppato dall'architetto francese Patrick Bouchain. Uno spazio in cui i pannelli chiari in legno di pioppo e i muri in cemento a vista costituiscono appunto una chiamata all’appropriazione e ai nuovi slogan.

  • Le permis de penser (Licenza di pensare)
  • Gianni Pettena
  • fino al 13 maggio 2018
  • Galleria Salle Principale
  • 28 Rue de Thionville, Parigi