Speak Robert

È rimasto aperto solo tre giorni, periodo sufficiente per interagire intensamente con il pubblico. The Artists’ Pavilion alla Biennale Arte 2017 a Venezia ha ospitato “Speak Robert”, il nuovo lavoro dell’artista Laura Malacart, di origini italiane, che ha trascinato i visitatori in un’indagine stimolante e provocatoria su ciò che accomuna il botanico scozzese Robert Fortune (1812–1880) e Matt Damon (sì, Matt Damon).

  Per capire meglio questa premessa, Malacart si è esposta in prima linea con una complessa ricerca sull’identità, la politica e il colonialismo. All’interno di una piccola stanza bianca in Salizada Seriman, un tipico vicolo veneziano, ha tenuto una lezione di storia in piena regola utilizzando svariati oggetti d’arte come mezzo di narrazione e confronto. In altre parole, attraverso una serie di piccoli strumenti, oggetti scenografici, appunti e sculture, ha ideato una racconto continuo, partendo dalla storia e dal commercio globale.

Il suo lavoro riguarda il linguaggio e la politica della voce, dove persino una cosa triviale come un film sugli zombie da 150 milioni di dollari (The Great Wall, una coproduzione cinese-americana diretta da Zhang Ymou) ha a che fare con questioni contemporanee sull’identità nel nostro mondo globalizzato post-coloniale. I partecipanti hanno appreso aneddoti interessanti sulla Compagnia Britannica delle Indie Orientali e sul linguaggio dei segni, imparando a utilizzare le formule di base per interagire tra di loro, e avere una conoscenza in più sul linguaggio come apparato identitario. Malacart è una di quelle artiste che condividono generosamente nuovi punti di vista, assicurandosi che tutti ascoltino.

The Artists’ Pavilion
Laura Malacart. Speak Robert
a cura di Camilla Palestra
Biennale Arte 2017, Venezia