Archivi e mostre

Un convegno internazionale dedicato al tema degli archivi, nel programma di eventi della Biennale di Architettura di Venezia.

"Non c'è più mostra senza archivi", così il presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta ha dato avvio al convegno "Archivi e Mostre" sul tema degli archivi, proponendo una lettura degli archivi quali strumenti indispensabili per l'organizzazione dei contenuti storico-culturali da mettere in mostra. Promosso dalla Biennale di Venezia – ASAC (Archivio Storico delle Arti Contemporanee), il convegno si è svolto a Venezia lo scorso 20-21 ottobre, con il proposito di diventare un appuntamento annuale, per consentire alla Biennale di dotarsi di un'ulteriore e permanente attività di ricerca.

Il convegno parte dalla riflessione sull'uso degli archivi proposto dalla 13. Mostra Internazionale di Architettura – "Common Ground" – curata da David Chipperfield, che ha radunato i partecipanti intorno ai temi della continuità, della memoria, del contesto, per illustrare idee comuni e aspettative condivise sul futuro della architettura. Chipperfield ha dichiarato nel suo intervento come "l'opera di architettura necessiti di essere contestualizzata non solo in un luogo ma nella storia". E in "Common Ground" la storia si fa materiale vivo: sono infatti moltissime le installazioni in mostra che fanno uso del materiale e delle ricerche d'archivio in una prospettiva di vicendevole confronto tra contemporaneo ed esperienze del passato, ampliandone le possibilità di utilizzo e amplificando significati, influenze, fonti di ispirazione.

Archivio Progetti Venezia

Con questa iniziativa, la Biennale – ASAC ha avviato con la Soprintendenza Archivistica del Veneto un confronto con istituzioni italiane e internazionali che si misurano sullo stesso tema e apre alle possibilità degli archivi storici di schiudersi al mondo, di essere visitati, conosciuti, indagati, di rientrare nel circuito culturale attivando molteplicità di letture e esperienze emozionali che disvelano nuove sensibilità e innescano processi inediti del pensiero contemporaneo.

Tra gli animatori del convegno, Fulvio Irace, storico e critico dell'architettura, ha moderato gli interventi sulle interpretazioni e ricerche avanzate delle istituzioni straniere: Ole Bouman per il NAI - Netherland Architecture Institute di Rotterdam, Valeria Carullo, Curatrice del RIBA – Royal Institute of British Architecs Library Photographs Collection di Londra, Annemarie Jaeggi, Direttrice del Bauhaus Archiv di Berlino e Wolfgang Voigt, vice Direttore del DAM - Deutsches Architektur Museum di Francoforte.

Archivio Progetti Venezia

Come principale tema di dibattito, domina l'esigenza di rivitalizzare gli archivi, luoghi spesso protetti e chiusi, rendendoli accessibili e attraenti per un pubblico più vasto rispetto a quello degli studiosi. La sfida coinvolge per primi i conservatori e gli archivisti cui sono affidati i materiali prodotti e acquisiti dagli istituti, e su cui si concentrano le attese di strumenti di descrizione e di accesso adeguati alle sofisticate richieste, attraverso la creazione di complessi data-base.

Intorno ad Amerigo Restucci, rettore IUAV – Istituto Universitario di Architettura di Venezia, si sono poi confrontati sui temi della conservazione e della comunicazione degli archivi, Margherita Guccione, Direttrice del Dipartimento Architettura del MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Margherita Martelli per l'Archivio Centrale dello Stato, Elisabetta Reale per la direzione Generale per gli Archivi, Gloria Bianchino per il CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma, Francesco Moschini per l'Accademia Nazionale di San Luca di Roma, Mario Lupano, docente all'IUAV e Graziella Leyla Ciagà per il LADA – Laboratorio Archivi Design e Architettura del Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano. e un uso esteso della multimedialità.

Vi è l'esigenza di rivitalizzare gli archivi, luoghi spesso protetti e chiusi, rendendoli accessibili e attraenti per un pubblico più vasto rispetto a quello degli studiosi
MART, Trento, depositi

L'archivio, testimonianza di storia, torna così protagonista: da deposito di materiali eterogenei (schizzi, disegni, plastici, carteggi, fotografie, modelli tridimensionali, ma anche audiovisivi, documenti sonori, etc.), si spinge, oltre la logica di semplice ordinamento, a raccolta di infiniti frammenti capaci di innescare nuovi collegamenti, nuove indagini, di costruire nuovo percorsi, alimentare curiosità, dubbi e incertezze, generare in ciascun individuo interpretazioni, suggestioni, emozioni, diverse e contradditorie. La rinascita dell'archivio sta nel mettersi in gioco attraverso la messa in circolo di documenti d'archivio mai rivelati, l'esponenziale ricchezza dell'apparato iconografico, l'integrazione di materiali espositivi, la creazione di nuove contenuti narrativi.

MART, Trento, archivi

La proficuità del rapporto tra archivio e pubblico interessato si misurerà sulla capacità di creare e stabilire infiniti collegamenti e relazioni. E la digitalizzazione con le sue interconnessioni rappresenta un ulteriore aspetto della vicinanza al pubblico: l'applicazione delle tecnologie digitali agli archivi rivela rapida comunicazione visiva e potenzialità creativa, sia sul campo che in remoto. Le informazioni che scorrono veloci sugli schermi, le pagine del web che si avvicendano repentine, gli animati suggerimenti raccolti dai social network, concorrono a individuare richiami, parallelismi, collegamenti per nuove narrazioni da mettere in mostra: un invito a ritrovare infine in sede espositiva la grande, vibrante emozione offerta dal documento originale. Gli archivi in materia di architettura, che dalla seconda metà degli anni Novanta hanno fortemente investito sul formato digitale e sulla messa on-line delle loro collezioni, offrono alla conoscenza una inedita ricchezza di fonti.

Il tema, sempre più attuale dell'archivio, non è dunque solo tecnico ma culturale: l'archivio può diventare animato e aperto alla contemporaneità solo se si presta ad un utilizzo attivo e dinamico dei suoi contenuti grazie a strumenti aggiornati e attraenti, per poter veicolare i contenuti validati della Storia all'attenzione delle generazioni future.

MAXXI, Roma, esposizione