Il 27 novembre è l'ultima occasione per vedere Ascension di Anish Kapoor nella straordinaria Basilica di San Giorgio a Venezia, l'installazione di grandi dimensioni presentata alla 54. Esposizione Internazionale d'Arte—la Biennale di Venezia organizzata da Galleria Continua e illycaffè, a cura di Lorenzo Fiaschi con la collaborazione della Fondazione Giorgio Cini onlus e dell'Abbazia di San Giorgio Maggiore.
Ascension è un'installazione site-specific che materializza il paradosso della colonna di fumo: un vortice di
fumo bianco si sprigiona da una base circolare posta in corrispondenza dell'incrocio fra transetto e navata della
maestosa Basilica di San Giorgio Maggiore. L'opera, realizzata per la prima volta nello spazio dell'ex cinema di
San Gimignano nel 2003, in seguito è stata ospitata nelle importanti sedi di Rio de Janeiro, Brasilia (2006) e San
Paolo (2007) del Centro Cultural Banco do Brasil. Nel 2007 è stata realizzata a Pechino da Galleria Continua
all'interno del 798, oggi distretto artistico di grande rilevanza culturale.
Progettata da Andrea Palladio a partire dal 1565 e conclusa dal suo allievo Vincenzo Scamozzi durante la prima
decade del 1600, la Basilica diventa per la prima volta scenario per un intervento artistico contemporaneo.
Realizzata in uno spazio consacrato, l'opera assume una forma completamente nuova per inserirsi
nell'eccezionale contesto della Basilica rispettandone la sacralità. Qui l'installazione sembra trovare il proprio
luogo ideale di realizzazione, a dimostrarlo le parole stesse dell'artista Anish Kapoor: "Nel mio lavoro, ciò che
è e ciò che sembra essere molto spesso si confondono. In Ascension ad esempio, ciò che mi interessa è l'idea
dell'immaterialità che diviene un oggetto, che è esattamente ciò che accade in Ascension: il fumo diventa una
colonna. In quest'opera è anche presente l'idea di Mosé che seguì una colonna di fumo, una colonna di luce,
nel deserto…".
Video: Anish Kapoor Ascension
Galleria Continua ha realizzato un video per raccontare l'installazione site-specific dell'artista indiano, che materializza il paradosso della colonna di fumo.
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- 21 novembre 2011
- Venezia
Anish Kapoor è senza dubbio una delle figure di maggiore rilievo nel panorama dell'arte contemporanea
internazionale. Le sue opere sono una sintesi tra materialità e spiritualità, oggetto e architettura, sono
sculture dal carattere aperto, nelle quali s'instaura un dialogo tra pieno e vuoto, esterno e interno, concavo e
convesso, tensione ed equilibrio, presenza ed assenza. Il vuoto come metafora della creazione assume un ruolo
fondamentale nel lavoro dell'artista.
Mai un artista si è spinto così oltre nel rendere tangibile ciò che generalmente viene interpretato come vuoto.
La spiritualità strettamente connessa alla spettacolarità di quest'opera ne fanno l'installazione che meglio
rappresenta quell'area della ricerca artistica contemporanea che non si accontenta di stupire, ma che vuole
aprire nuove e profonde riflessioni sulle questioni più delicate che l'uomo contemporaneo sta affrontando,
quali il conflitto tra le religioni e il ruolo che l'arte può ancora sostenere per creare un territorio comune su cui
confrontarsi.