"Cosa sarebbe successo se il petrolio non fosse mai esistito? E che destino avrebbero avuto i polimeri?", si sono chiesti Andrea Trimarchi e Simone Farresin, dal 2009 noti con lo "pseudonimo" di FormaFantasma. Con un approccio storico-scientifico, Andrea e Simone hanno approfittato dell'invito della Fondazione napoletana Plart, che si occupa di restauro e ricerca di opere d'arte in plastica, e del suo curatore Marco Petroni, per fornire una personale interpretazione dei materiali plastici, con un'indagine sulle origini dei polimeri naturali.
I due designer hanno studiato, recuperato e testato con accostamenti inediti una serie di materiali (per lo più di origine vegetale) usati nel XVIII e XIX secolo, in periodo pre-petrolio, per creare una raffinata collezione di oggetti: la Colofonia, il Dammar, la Copale (oggi usata dai falsari di ambra), il Caucciù, la Gommalacca naturale (che deriva dagli escrementi di un insetto) e il Bois Durci, materiale composto da sangue animale (o albume d'uovo) mescolato con polvere di legno. Con un preciso obiettivo: cambiare la percezione generalizzata della plastica. Siamo lontani però da prese di posizione ecologiste. "Il nostro progetto è un omaggio alla plastica", ci spiega Simone Farresin, "anche perché è passata da essere il materiale del futuro all'esempio più eclatante dell'insuccesso del consumismo e della produzione di massa". FormaFantasma, a ogni modo, non fornisce una risposta ai quesiti che stanno alla base della ricerca, preferisce piuttosto stimolare altre domande. Gli oggetti della collezione, che appartengono alla Fondazione, diventeranno un'edizione limitata di 12 pezzi ognuno. ES
Spazio Rossana Orlandi
Via Matteo Bandello 14, Milano
12—17.04.2011, h. 9.00—20.00
Botanica di FormaFantasma
Invitati dalla Fondazione Plart, Andrea Trimarchi e Simone Farresin presentano un affascinante omaggio alla plastica.
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- Elena Sommariva
- 15 aprile 2011
- Milano