I due designer hanno studiato, recuperato e testato con accostamenti inediti una serie di materiali (per lo più di origine vegetale) usati nel XVIII e XIX secolo, in periodo pre-petrolio, per creare una raffinata collezione di oggetti: la Colofonia, il Dammar, la Copale (oggi usata dai falsari di ambra), il Caucciù, la Gommalacca naturale (che deriva dagli escrementi di un insetto) e il Bois Durci, materiale composto da sangue animale (o albume d'uovo) mescolato con polvere di legno. Con un preciso obiettivo: cambiare la percezione generalizzata della plastica. Siamo lontani però da prese di posizione ecologiste. "Il nostro progetto è un omaggio alla plastica", ci spiega Simone Farresin, "anche perché è passata da essere il materiale del futuro all'esempio più eclatante dell'insuccesso del consumismo e della produzione di massa". FormaFantasma, a ogni modo, non fornisce una risposta ai quesiti che stanno alla base della ricerca, preferisce piuttosto stimolare altre domande. Gli oggetti della collezione, che appartengono alla Fondazione, diventeranno un'edizione limitata di 12 pezzi ognuno. ES
Spazio Rossana Orlandi
Via Matteo Bandello 14, Milano
12—17.04.2011, h. 9.00—20.00







Che valore ha il confine per l'architettura? Lo racconta una mostra
Al Magazzino delle Idee di Trieste le immagini di Roberto Conte e Miran Kambič ripercorrono un secolo diarchitettura transfrontaliera attraverso dittici visivi che rivelano connessioni, divergenze e memorie condivise.