Da Cagliari alla Cina: il futuro di Zhaoqing

Madre delle pietre da inchiostro più pregiate della Cina, Zhaoqing, con i suoi trecentotrentamila abitanti circa è tra le perle della regione del Guangdong. Nella periferia settentrionale della città si trova il parco di Seven Star Crags: sette costoni di roccia calcarea in riva a un lago blu, cresciuti, secondo la leggenda, da stelle cadute dal cielo. Le rocce, circondate da una vasta distesa di acque, somigliano infatti al "Grande Carro" e alimentano sogni fantastici. Interni al tessuto urbano, specchi d'acqua di grande valenza paesaggistica.
A Zhaoqing spazio antropizzato e paesaggio naturale incontrano gli occhi del visitatore. È il binomio natura-cultura a offrire una definizione del luogo. Non a caso, il Governo cinese ha indicato questo tra i centri urbani pilota per lo sviluppo sostenibile e di qualità. Così, al riconoscimento dell'eccellenza italiana nell'ambito della progettazione dello spazio pubblico, ha fatto seguito la sigla di un accordo internazionale tra le stesse autorità cinesi, il Ministero degli Esteri italiano e la conferenza dei Presidi di Architettura.
L'accordo ha permesso alle Facoltà di Architettura di Cagliari e del Politecnico di Torino di partecipare e vincere una consultazione internazionale ad inviti avente come oggetto la riqualificazione della Piazza dell'Arco Commemorativo e del Lungolago, un'area di 185mila mq nel centro di Zhaoqing.
Firmatari del progetto sono Liliana Bazzanella, Pierre Alain Croset, Michele Bonino e Gustavo Ambrosini del Politecnico di Torino e Giovanni Marco Chiri, docente di Composizione Architettonica e Urbana della Facoltà di Architettura di Cagliari, che si sono avvalsi della collaborazione di dieci giovani dottorandi e laureati sardi e torinesi.

Il disegno per il progetto di riqualificazione, frutto di un mese d'intenso lavoro, conferisce nuova importanza all'asse visuale che dal fiume, attraverso l'affollato centro città, porta al lago, per poi continuare nella medesima direzione verso le vette e il tempio buddista. In analogia con il disegno tradizionale delle pietre da inchiostro e poggiando su caratteristiche tipicamente urbane, il progetto mira a costruire un paesaggio in cui città e natura si fondono in cerca di una continuità funzionale e simbolica.
Da qui l'idea della "Piazza d'acqua", che attirando la popolazione e i visitatori lungo il lago, attualmente trascurato, si articola intorno a un sistema di portici, contemporaneamente luoghi di riparo dalle intemperie e centri d'aggregazione sociale intorno a nuove attività culturali e commerciali. Attraverso un attento studio del contesto, il Laboratorio "Offi-Cina Unica" è riuscito nell'intento di fornire una lettura nuova del luogo, portando l'attenzione sul lago, che ora partecipa alla costruzione dello spazio pubblico e acquisisce una rinnovata identità visiva.
Presentato ai partner asiatici con un video di oltre venti minuti e otto grandi pannelli componibili, il progetto ha suscitato subito gli entusiasmi delle autorità cinesi tanto da arrivare a qualificare l'unità di ricerca cagliaritana quale principale punto di riferimento europeo per le trasformazioni urbane di Zhaoqing.