Nel contesto residenziale di Suginami a Tokyo sorge un cluster di case a schiera, tutte organizzate intorno a un percorso progettato come un vero e proprio tessuto connettivo e permeabile.
Il progetto di Naruse Inokuma Architects distribuisce 23 unità residenziali su un’area di 1600 mq, contrastando l’idea di un insediamento ad alta densità.
Non può passare certo inosservata la citazione all’architettura giapponese di Tadao Ando. Lo si nota nel trattamento degli edifici, nella scelta dei materiali e nella composizione essenziale dei volumi, così come nell’immagine spoglia e austera degli interni. Il richiamo esplicito è quello delle prime case degli anni settanta, come Casa Azuma e casa Manabe a Osaka (1975-77), o anche alle più tardive versioni degli anni ottanta, dove, agli andamenti ortogonali, Ando aggiunge gli elementi curvi caratteristici di Casa Kidosaki (1982-86) e Casa Ito a Tokyo (1988-90). L'influenza di Ando è evidente dalle facciate, ermeticamente blindate da severi pannelli di cemento armato a vista, e dal trattamento degli spazi interni della quotidianità domestica, dove il comfort e l’intimità cedono ancora il passo alla silenziosa rigidità del calcestruzzo, del vetro e in rari casi del legno.
Non può passare certo inosservata la citazione all’architettura giapponese di Tadao Ando. Lo si nota nel trattamento degli edifici, nella scelta dei materiali e nella composizione essenziale dei volumi, così come nell’immagine spoglia e austera degli interni.
Al piano terra, ciascun appartamento ospita le zone giorno ed è concepito in continuità visiva col viale condiviso, garantendo un'apertura diretta verso l’esterno, e creando dei passaggi filtrati fra la vita domestica e la dimensione collettiva. L’utilizzo di consistenti fasce di vegetazione e una pavimentazione articolata e composita, fatta di materiali differenti, strategicamente scelti per identificare funzioni specifiche, contribuiscono alla costruzione di una dimensione intima e familiare. Il legno indica i sentieri di accesso agli appartamenti, mentre il viale principale e di attraversamento dell’intero complesso è in piastrelle tagliate in dimensioni sempre diverse.
Proprio l’attenzione al disegno degli spazi di soglia, unita al rigore materico che domina l’intero complesso, rende ancora più evidente il dialogo con la tradizione di Ando, lasciando aperto un interrogativo su quanto il linguaggio del maestro giapponese possa aver influenzato l’architettura dei suoi seguaci.
