“Quello che ho fatto è un canto liturgico di lutto e di
afflizione, sono voci sconsolate di un popolo che si sente
abbandonato e ha bisogno di riunirsi a soffrire”. Riproposta
alla Biennale di Venezia nel giardino di memoria orientale
progettato da Carlo Scarpa a Palazzo delle Esposizioni, Mei
Gui si è meritata la menzione speciale Tradurre Mondi alla
53° Biennale d’Arte veneziana proprio per la sua capacità
di mettere in atto la pratica della traduzione di una storia
autentica in storia universale, attraverso suoni e
atmosfere. Una canzone popolare cinese ormai dimenticata
(è stata composta e incisa a Shanghai nel 1940) viene
arrangiata e registrata da Cuoghi con strumenti di
recupero e un software di montaggio audio grazie a
un’operazione di contraffazione che le fa perdere
completamente senso e significato, anche se l’ascoltatore
la identifica come una canzone tradizionale cinese.
L’artista, infatti, canta parole inventate evocando i suoni di
un linguaggio che gli è ignoto, senza oltretutto appoggiarsi
a una struttura melodica, dato che non conosce le regole
della musica.
Della storia delle rose che sbocciano in primavera
composta da Chen Ge Xin non rimane nulla, volutamente,
per lasciare spazio libero alla storia più profonda e
significante che le appartiene per genesi e percorso
storico: quella di aspettative civili impedite dal Programma
Politico della Repubblica Popolare Cinese.
La canzone originale destinata ai cabaret di Shanghai e
proposta in un arrangiamento swing venne infatti bandita
come musica pornografica con la proclamazione della
Repubblica Popolare Cinese, nell’ottobre del 1949 - perché
giudicata non in linea con il messaggio sociale avanzato
dal governo di Mao – e il suo autore Chen Ge Xin, ritenuto
portatore di pensieri insani, fu perseguitato e ucciso. “Le
idee dividono e le religioni dividono meglio del petrolio”,
commenta Cuoghi, “perché partono da presupposti diversi,
oppure perché il presupposto comune è una negazione, non
avere altro Dio”.
Mei Gui è la seconda opera dell’artista (dopo
Mbube, del
2005), che usa come fonte una canzone la cui storia è
segnata da una profonda ingiustizia.
Loredana
Mascheroni
Nelle immagini in bianco e nero:
Roberto Cuoghi, Mei Gui,
2006. Installazione sonora al Giardino Scarpa, Palazzo
delle Esposizioni.
Foto: Alessandra Sofia.
Prodotta da Fondazione Nicola Trussardi, Milano.
Courtesy Galleria Massimo De Carlo.
Roberto Cuoghi canta la protesta civile
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- Loredana Mascheroni
- 21 luglio 2009